Il discorso sul tema introdotto da Mario è un tantino complicato. OnestÃ*, obbiettivitÃ* e par condicio vorrebbero che il "soffiatore" ideologicamente libero fosse scevro da campanilismi sugli aerofoni.
Non per fare la parte del "rematore al contrario", ma vorrei fare il percorso inverso. Nel corso della mia attivitÃ* di "soffiatore" di sassofoni, ho avuto modo di provare almeno 4 strumenti "blasonati" che presentavano difetti marcati: 2 tenori Selmer Mark VI durissimi da "pompare", un baritono R1 R&C con gravi difetti di costruzione e meccanica, il Buffet che ho in firma cronicamente "sfigato" sul registro basso.
Affermo inoltre che la laccatura dei saxofoni Trevor James è molto più resistente all'usura degli Yanagisawa professionali, a quanto mi risulta direttamente.
Per quanto riguarda in particolare la presente discussione, mi pare che l'unico fabbricante "big" che non cerca di "battere cassa a tutti i costi" sia Yanagisawa: sugli strumenti "di seconda scelta" ci piazza sopra un altro nome. Per esempio "Vito", commercializzato in Europa da Leblanc. In più, sempre a quanto mi risulta, Yanagisawa è l'unico che al momento ha deciso di non espandersi, per mantenere la qualitÃ* del prodotto.
Detto ciò, rimane sempre da stabilire volta per volta se e in che misura gli strumenti cosiddetti "economici" siano inferiori a quelli pretenziosi. Non è più così lapalissiano il vecchio principio "più spendo, meglio è". Tra 400 e 4000 euro c'è una fascia intermedia notevolmente variegata e a volte sorprendente, per chi la vuole prendere in considerazione.