Fracoltrane ha scritto: "se un artista decide di presentare un progetto nel quale coesistono un linguaggio antico e la musica afroamericana può decidere di far coesistere questi due mondi apparentemente separati, o può decidere che è il caso di suonare i propri limiti . Nel primo caso creerÃ* arte nel secondo caso no".

Se "faccio coesistere 2 mondi apparentemente separati", faccio una scelta e ogni scelta comporta delle possibilitÃ* e dei limiti...potrò ottenere dei risultati, un certo tipo di effetti o "soluzioni formali"..e dovrò scartarne degli altri...
Se affronto un mio "limite" (che è un po' come affrontare certe "paure"...) trovando delle soluzioni, posso scoprire un universo nuovo...e il mio "limite" può trasformarsi in un punto di forza: Ornette non voleva suonare sugli accordi...agli altri sembrava un limite, lui l'ha trasformato nel suo punto di forza! Il Miles "acerbo" non raggiungeva i "sovracuti" con la stessa facilitÃ* che aveva Dizzy: ha "rimodellato" il suo stile partendo dal suo limite...
Entrambe le situazioni...possono dare buoni o cattivi risultati!

"E' una questione di scelta, puoi decidere di comunicare o puoi decidere di non comunicare".
Posso decidere di comunicare che non è piu' possibile comunicare, perchè nessuno ha piu' voglia di ascoltare le ragioni dell'altro, del diverso ecc. ma solo ciò che è conforme alle proprie aspettative, alle proprie visioni, ai propri egoismi!
O anche...che non è piu' possibile comunicare perchè nessuno ascolta le proprie "voci interiori": preoccupato solo della propria immagine e dell' "effetto" che ciò suscita negli altri o nell'inseguire un..."modello"...

A proposito di limiti e..."possibilitÃ* alternative": ero poco piu' che un "pischelletto"...e un dì...seconda metÃ* degli anni '70 mi trovavo a Bologna...un amico mi dice: "Oggi pomeriggio...dobbiamo andare all'aula magna dell'universitÃ* perchè c'è un concerto di John Cage..." Andiamo...il tutto organizzato dai collettivi della sinistra extraparlamentare, compagni di Lotta Continua ecc. (era l'epoca...) Cage era considerato un musicista americano che faceva "controcultura"...sala gremita di freak, cappelloni, "sconvoltoni" di ogni tipo, studenti pseudo-rivoluzionari ecc....e naturalmente l'immancabile "servizio d'ordine"...messaggio col megafono: "Compagni, compagni...per favore...silenzio...sta arrivando il M° John Cage..." Applauso fragoroso...entra Cage, capelli scompigliati, barba incolta, vestito con un pantalone e una maglietta completamente stropicciati, come una persona che dorme/vive da una settimana con gli stessi vestiti...
Silenzio...Cage incomincia a pronunciare senza microfono una sorta di "OM" monocorde...con variazioni vocaliche e ad intonazione variabile tendente al calante...
1...2...minuti...primi colpi di tosse del pubblico e qualche mormorio...3...4...fischi...e dai fischi, grida, insulti...e tutto il repertorio creativo di un pubblico, gabbato e inferocito...servizio d'ordine schierato in assetto di guerra...megafono "Compagni, compagni...per favore...calmatevi...per favore, un po' di silenzio...per favore, attenzione...il M° Cage vuol dire qualcosa..." Cage col megafono (traduco in italiano): "Fantastico, meraviglioso...performance riuscita!
Non siete venuti ad un mio concerto: sono io venuto ad ascoltare il vostro!" Risate fragorose e applauso liberatorio!
Un gesto semplice ma altamente eversivo: smascherato anche il conformismo e la "stupiditÃ* rituale" dei "compagni" dell'epoca! La frattura culturale che Cage pone rispetto ai "rituali" delle sale di concerto e alle "aspettative percettive" del pubblico è simile alla rottura che Ornette realizza rispetto alle consuetudini della "jazz community": in fondo, è come se dicessero..."Vi affannate tutti a fare/dire le stesse cose, sempre allo stesso modo...e non vi accorgete di quanto accade dentro/fuori di voi...ed è per questo che siete diventati sordi!"
Cage è stato allievo di Schonberg, il quale un giorno gli disse: "L'armonia sarÃ* sempre un muro con il quale ti scontrerai!"
Cage rispose: "Ho intenzione di andare al di lÃ* del muro..."

Riconoscere il suono del sax...quanti saprebbero riconoscere l'autore di questo lavoro?
http://www.youtube.com/watch?v=8cSVWx5e_Ew

Errata corrige: il nome del pianista, citato nel mio 2° post che ha collaborato con Ornette è Joachim Kuhn, non Steve...
Non so chi ha fatto l'aggiunta al titolo...opportuna...ma "e libertÃ* e limite di improvvisazione" è leggermente infelice...tanto piu' che "limite di improvvisazione" sembra una prescrizione giuridica o da codice della strada, contro gli schiamazzi notturni...
Sarebbe preferibile: "Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione"