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Discussione: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

  1. #16

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    Guarda Fra...che anche suonare i propri "limiti" o rappresentare ciò che può essere spiegato (riferendosi a qualsivoglia categoria interpretativa, estetica o altro...che non colgono il mio interesse, nè entusiasmo in nessuna forma, pur avendo fatto esami su queste corbellerie...) come un limite può essere una scelta piu' o meno consapevole in senso artistico!
    Roscoe Mitchell, in uno dei suoi primi lavori discografici in solo (non ricordo ora il titolo...ma credo preceda "Nonaah", uno dei suoi lavori piu' discussi e interpretati in vario modo) si concentra su tutto ciò che difficilmente uno strumentista esibisce per dare una buona impressione di sè: suoni sfiatati, aggriccianti, frasette aride, silenzi, deflagrazioni ecc. Si può dire "Mitchell non sa suonare...vuole rappresentare l'alienazione...vede la bellezza dove nessuno la cercherebbe..." e via di questo passo...
    Da musicista e ascoltatore, posso trovare poco comunicativo il suo modo di suonare, ma non posso non riconoscere la "folle coerenza" di un lirismo centripeto ed esplorativo che cerca una logica, non avendone una da proclamare o una specifica a cui far riferimento...in molta produzione artistica contemporanea, musicale e non, il processo creativo è piu' importante del prodotto che ne scaturisce e pone interrogativi rispetto alla profonda irrazionalitÃ* che caratterizza l'uomo e il mondo nel quale vive, da lui stesso "organizzato"... si intende suscitare una reazione, un confronto, una riflessione che può avere "rimandi lontani"... non si vuole compiacere, nè si cerca approvazione! E se, l'approvazione avviene è perchè le "pratiche culturali e manageriali" che sottendono la diffusione di qualunque prodotto, qualunque idea... lo pongono in linea e in confronto con altri prodotti, di natura affine o contraria...

    E così...ritornando alla performance Coleman-Kostabi...possiamo dire che non ci convince e ci lascia un po' perplessi, possiamo fare supposizioni (leggendo il "linguaggio del corpo" o gesti che possono contraddire le "motivazioni apparenti")...non sappiamo di cosa dopo si è discusso, quali domande siano state poste a Ornette e in che modo lui abbia risposto, quali "emolumenti" gli siano stati corrisposti per una simile partecipazione ecc. e probabilmente, neanche ci devono interessare...da ascoltatori, abbiamo tutto il diritto di esprimere ciò che ci ha "impressionato"...e non mi meraviglierei se Coleman la considerasse una breve ma buona performance!

    Non credo che Ornette abbia cercato di "unire il linguaggio delle launeddas con quello afroamericano"...ma ha semplicemente integrato nel suo linguaggio le "possibilitÃ* timbriche-articolative delle launeddas"...così come inserire un tablista all'interno del suo "Prime Time" non ha significato una "conversione indiana"...
    Ornette è fondamentalmente un compositore "nero-americano" e qualunque "materiale musicale" subisce sempre un trattamento "colemaniano": non è mai nè didascalico, nè ripropositivo-reinterpretativo...
    Il suo "universo musicale", supera qualunque "dualitÃ*" interpretativa...e si collega a quella caratteristica "pionieristica" che è una costante di tutta la musica americana...
    A suo modo, il mondo musicale di Ornette è un universo "chiuso", come quello di qualsiasi compositore: un compositore quasi mai collabora con altri, ma sono "altri" che cercano la sua collaborazione perchè apprezzano le "direzioni" del suo lavoro...e che poi dal suo lavoro abbia ottenuto dopo tanto tempo delle gratificazioni economiche e/o che le sue richieste siano onerose (ma ha quasi 80 anni...non dimentichiamolo...) non dipende da lui, ma dalle "leggi del mercato" o se vuoi da un' "etica tipicamente americana", oramai internazionale...secondo cui raggiunti certi "riconoscimenti", il tuo "valore" sale in modo considerevole in senso economico...se vale per un calciatore, perchè non dovrebbe valere per un artista?
    Rimane tuttavia la grandezza dell'uomo: non soffre, nè ha mai sofferto di "ansia da prestazione" o si è mai particolarmente preoccupato della sua immagine, se ad esempio, lo confrontiamo con la parabola umana e artistica di Miles Davis...
    Ornette si è preso tutto le sue "rivincite" in modo assolutamente pacifico e non violento (in qualche caso, "violenta" le ns. orecchie... :-) ) ed è giusto che si goda tutti i "benefici" che derivano dal suo lavoro e dalla sua fama...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  2. #17

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    che si goda tutti i benefici che si è meritato.
    siano economici siano di altra natura.

    Miles nel bene e nel male sceglieva i musicisti in base alla musica e al progetto che aveva in mente.(almeno questa è l'idea che mi sono fatto)
    se ne fregava dei pregiudizi e dei manager. (al limite li cambiava ......i manager se rompevano troppo).
    O Coleman nella vicenda che ho avuto modo di conoscere non è stato capace di mantenere le sue scelte artistiche privilegiando altro tipo di scelte che nulla hanno di artistico.
    (nel senso che si è piegato al volere di manager e organizzatori).

    in merito alle collaborazioni tra musicisti ho una idea un po' diversa.
    non credo che il mondo musicale di Ornette sia un universo chiuso, al contrario credo che la musica sia prima di tutto comunicazione.
    è chiaro che il più famoso sarÃ* anche il più ricercato , ma non vedo una collaborazione nel senso che il compositore sceglie la direzione e gli altri o la seguono o non se ne fa nulla.
    più semplicemente ciascuno apporta il suo contributo e alle volte se tutto va bene si crea qualcosa di bello.
    se mi si chiede chi buttare dalla finestra tra il percussionista ed il sassofonista , non ho alcun dubbio, ma non mi permetterei mai di ritenere l'uno meno musicista dell'altro.



    per il resto concordo, anche se la coerenza la cerco non solo nella musica ma anche nelle scelte che stanno a monte...
    ciao
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #18

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    Miles sceglieva i musicisti migliori sulla "piazza" in relazione al sound che voleva realizzare; Ornette li ha sempre scelti in relazione al fatto che abbracciavano il suo "credo"...in molti casi, erano suoi cari amici (Izenzon, Cherry) in altri casi, erano suoi allievi (il chitarrista Blood Ulmer o Hiram Bullock)...non si fidava dei manager, che sceglieva sempre fra gente che riteneva amica e per un po' di anni si è concentrato solo sulla sua musica, senza ricevere, nè ricercare ingaggi...
    Non conosco la vicenda che dici di conoscere nei dettagli...ma esistono i contratti...e se una delle parti viene meno rispetto a ciò che è stato preventivamente pattuito...le penali sono altissime!
    Non tutti posseggono lo "stoicismo" di Zappa, il quale sciolse il suo "ultimo stratosferico gruppo" prima della fine della sua ultima tournèe ufficiale con una formazione, rimettendoci ben 250.000 $...solo perchè non voleva sostituire il bassista Scott Tunes, che stava sui maroni a tutti gli altri componenti del gruppo...il gruppo era questo...

    http://www.youtube.com/watch?v=_ntw_LqZ93c

    Miles fece svanire per le sue pretese economiche la collaborazione con Hendrix...

    Un conto è essere un bravo strumentista, improvvisatore ecc. disposto a cambiare sound, formazione ecc.
    altro è essere un compositore e Coleman è soprattutto un compositore: con i collaboratori ha bisogno di stabilire un rapporto umano di amicizia e fiducia e di empatia dal punto di vista musicale...
    Si può fare la musica piu' "libera" o piu' strutturata di questo mondo...ma i rapporti all'interno di un gruppo sono sempre di tipo gerarchico...tranne che si tratti di un "collettivo autogestito" (ma anche in questi casi c'è sempre uno, max 2 elementi trainanti...pensa all'Arkestra di Sun Ra o all'Art Ensemble of Chicago)
    In un festival, mi capitò di assistere al sound-check del gruppo di Steve Grossman...non ricordo chi fosse il pianista...stavano provando...e Grossman ferma la prova e rivolgendosi al pianista, gli fece capire che i rivolti degli accordi che metteva non gli piacevano...il pianista: "Steve...I'm teacher..." Grossman: "You're teacher...I'm leader!" Discorso chiuso!
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  4. #19

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    l'idea che ho della musica e dei rapporti è del tutto diversa, non dubito però che possa essere come dici. (la gerarchia nel gruppo :muro(((( ).
    io però facevo riferimento ad aspetti che non hanno nulla a che vedere con le scelte artistiche.
    se Grossman o Miles chiedono ad un musicista del suo gruppo di suonare in una certa maniera siamo comunque (come correttamente hai evidenziato ) in un ambito di scelta artistica e di rapporti gerarchici.
    ma la vicenda che ho raccontato non ha nulla a che vedere con questo.
    Coleman era entusiasta del progetto, ed anche dei musicisti, ma le motivazioni artistiche non sono state sufficienti a superare gli ostacoli di altra natura.(e non mi permetto di indicare di che natura fossero per rispetto del musicista).


    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  5. #20
    Visitatore

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane
    ......
    non credo che il mondo musicale di Ornette sia un universo chiuso, al contrario credo che la musica sia prima di tutto comunicazione.
    .....
    Concordo con FColtrane. Se si accetta il fatto che la musica è una forma di comunicazione, quel filmato sembra un tipico esempio di tentativo fallito. Non pare che il vecchio Ornette stia comunicando con il pianista. Si ha piuttosto l'impressione che entrambi i musicisti stiano procedendo in modo sostanzialmente "autistico". Il pubblico sembra che avverta questa "non comunicazione" tra i due, come si vede dalle espressioni dei presenti che non si modificano nel corso dell'esecuzione. Sintomo, presumibilmente, del fatto che non sono stati "colpiti" emotivamente. Qualcuno, anzi, pare che mostri lievi segni di fastidio.

    Il vecchio Ornette è sempre stato uno sperimentatore coraggioso e geniale, ma, come succede a tutti gli sperimentatori, non sempre "le ciambelle gli sono riuscite col buco".

    Per quanto riguarda la libertÃ* nell'improvvisazione, il sommo Charlie Parker affermò più o meno a tale proposito, se non sbaglio: "Impara tutto quello che puoi sulla musica e sul tuo strumento. Poi dimentica tutto e suona come ti pare.". Mi sembra un'ottima sintesi.

  6. #21

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    fcoltrane ha scritto: "l'idea che ho della musica e dei rapporti è del tutto diversa, non dubito però che possa essere come dici. (la gerarchia nel gruppo)"

    Caro, adoratore di Coltrane...tu pensi che se il "console Coltrane" non avesse potuto godere dei favori, della pazienza ecc. del "triumvirato" (Tyner, Garrison, Jones)...avrebbe lo stesso fatto i suoi "passi da gigante" e...successivamente tutto ciò che conosciamo? E' una gran fortuna quando un "creatore"...trova chi segue le sue "visioni" e allo stesso tempo, sopporta tutte le sue..."nevrosi"...
    Quando formerai un gruppo a tuo nome, con tue "proposte musicali"...magari ne riparliamo...perchè la tua idea sarÃ* molto diversa da quella probabilmente "idealizzata" che ora possiedi...

    Universo chiuso = incomunicabilitÃ*
    E' una vs. libera associazione...ho cercato di dire tutt'altro! Confermate, in fondo, che non è piu' possibile comunicare perchè ognuno ascolta e prende...solo ciò che gli è piu' facile o comodo..."reinterpretare"...
    Ma questo non credo che accada solo su queste pagine...è un vizio tipicamente "italico"!
    Esistono gli ingegneri, gli architetti...e le maestranze...
    Ci sono i registi e gli attori: il regista sceglie l'attore, non il contrario...il regista affida una parte all'attore: l'attore interpreta la parte secondo i dettami del regista: se non è d'accordo...il regista può sostituirlo...o inizia (casi rari) una "conflittualitÃ*" che deve raggiungere "compromessi accettabili" per entrambi...non si può perdere troppo tempo, la produzione ha stabilito un budget, che non può essere superato...o il progetto originario va a..."carte e quarantotto"...
    Il regista può avere "carta libera" nella scelta degli attori...o la produzione può condizionare la scelta degli stessi per ragioni di..."botteghino"...
    Il risultato finale, frutto di compromessi e di scelte, sarÃ* lo spazio rappresentativo che "chiude" il cerchio, quel "preciso universo espressivo": cosa c'entra l'incomunicabilitÃ*?

    Qualunque idea o processo creativo è di per sè un veicolo comunicativo! Anche quando ciò che vediamo o ascoltiamo, non corrisponde nè alle ns. aspettative, nè alle ns. visioni...
    Un "creatore" di musica, un compositore, dopo un periodo di gestazione e di sperimentazioni, affina una serie di soluzioni e di "strategie operative" che diverranno la definizione del suo "mondo espressivo"... che avrÃ* alcuni "contenuti", prevederÃ* specifiche "modalitÃ* d'azione" e scarterÃ* altre soluzioni...per questo "chiuso"!
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  7. #22

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    A me non lascia perplesso questa performance :D-:
    E non mi sembra che ci sia niente di aleatorio, o almeno non più che in qualsiasi pezzo jazz, "non è che un giorno esci e stacchi un nuovo stile dall'albero"
    Tenore
    YTS-82z
    Bronze Berg Larsen 110/2
    Vandoren 2 e 1/2 zz
    Contralto
    YAS-25
    Selmer s80 c*
    Vandoren 3 e 1/2 zz

  8. #23

    Re: Coleman - Kostabi: libertÃ* e limiti nell'improvvisazione...

    juggler ha scritto:".....tu pensi che se il "console Coltrane" non avesse potuto godere dei favori, della pazienza ecc. del "triumvirato" (Tyner, Garrison, Jones)...avrebbe lo stesso fatto i suoi "passi da gigante" e...successivamente tutto ciò che conosciamo?"
    ed infatti io sostengo la forza del gruppo.
    dici bene io adoro Trane ma più ancora adoro le creazioni del gruppo e riconosco il valore dei singoli componenti.
    essere visionario mi sta bene ma essere coerente lo considero preminente, la coerenza anche nel momento creativo (scelta dei musicisti e dei progetti).

    "Universo chiuso = incomunicabilitÃ*"
    effettivamente avevo frainteso ciò che dicevi.( ora ho ben chiaro a cosa ti riferivi)
    singolarmente però il mio pensiero sul video proposto è lo stesso di Emiliosansone.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

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