tutti quelli che ho incontrato sapevano riconoscere anche gli accordi, trascrivevano proprio in tempo reale l'accordo con tensioni e tutto, cluster compresi =)
tutti quelli che ho incontrato sapevano riconoscere anche gli accordi, trascrivevano proprio in tempo reale l'accordo con tensioni e tutto, cluster compresi =)
scusate l'inioranza ma cosa sono i cluster?![]()
1° Sax Tenore Prestige Yamaha 4C , ance quello che capita... (Sax da Battaglia).
2° Sax Tenore Yamaha 275, Claude Lakey 6*3 , ance Rico 2
3° ... chissà cosa sarà ...
il cluster è un gruppo di note separate da intervalli quali il semitono o il tono che vengono suonate contemporaneamente....
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NEW ALBUM RELEASE ON AMAZON (2017) SAX & ELECTRONICS (NU JAZZ - DEEP HOUSE - HOUSE) https://www.amazon.it/gp/product/B07...dm_ws_sp_ps_dp
quindi un accordo?
1° Sax Tenore Prestige Yamaha 4C , ance quello che capita... (Sax da Battaglia).
2° Sax Tenore Yamaha 275, Claude Lakey 6*3 , ance Rico 2
3° ... chissà cosa sarà ...
si è un accordo ma molto dissonante.
premi con la mano intera sulla tastiera del pianoforte e sentirai un esempio di cluster
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A questo punto, ma giusto come curiositÃ*, sarebbe interessante sapere, se è possibile, quali musicisti concertisti classici, cantanti ( perchè no?) direttori d'orchestra, jazzisti del passato ed attuali, possiedono l'orecchio assoluto. Per esempio: possiedono l'orecchio assoluto Ennio Morricone, Zubin Metha, Jan Garbarek, Sonny Rollins, Dexter Gordon, Herbie Hancock, Maurizio Pollini, Claudio Baglioni? Lo possedevano i compianti Bob Berg e Michael Brecker? Oppure i grandi Coltrane Cannonball Adderley ? ecc...
Borgani sax tenore pre-jubelee.
Sax tenore reference 54, Vandoren V16 metallo (riabilitato). Ottolink tone edge new vintage
Flauto Muramatsu SR.
Sax soprano Yanagisawa S 900 bocchino selmer s80 e JJ HR
A mio avviso sarebbe bene lasciare ad ognuno di questi personaggi (e di chiunque di noi naturalmente) un minimo di privacy ,tanto auspicata teoricamente ma assolutamente assente (oggi si sa tutto di tutti, anche quante volte vai in bagno) e non mi pare una grande conquista ,perciò lasciamo ad ognuno i suoi piccoli segreti ed evitiamo di radiografare tutto e tutti, se hai talento trova il modo di tirarlo fuori senza andare a scopiazzare da altri ,è giÃ* troppo comodo secondo me ,poter ascoltare e riascoltare all'infinito dischi di chi è stato veramente grande senza l'ausilio di mezzi tecnici.
http://www.perfectpitchpeople.com/Originariamente Scritto da fabbry
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Qui ce ne sono anche altri (come Charlie Parker), anche se wiki è sempre da prendere con le pinze!
http://it.wikipedia.org/wiki/Orecchio_assoluto
L'unica rabbia che posso provare è verso di me, quando non riesco a suonare quello che voglio (J.Coltrane)
Tenore YTS-61; Soprano Selmer SA I - Alto Grassi 1974
DisegniJazz
Esatto, visto che registrandovisi, può scriverci chiunque.....eppure sembra diventata la nuova bibbia. Mah.....quanto son belli i libri veri...!
T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
A 6M 1926 - B&S Series IV 2001 mpc Super Jazz Gerber 6, Syos custom 7
S Conn Gold Plated 1926 - Sequoia K91 mpc Vintage Gerber 8, Eolo NS 72, Syos custom 8
Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)
Wow c'è anche Mariah Carey... ma quanto mi piace quella femmina lì... :zizizi)) :lol:
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In ogni caso, volevo dire che conosco amici miei musicisti, che riconoscono qualunque suono, e se facciamo una gara di improvvisazione, li distruggo senza appello. Quindi non credo che chi è dotato di orecchio assoluto, sia più bravo, ad improvvisare, di chi ha un orecchio ben esercitato, diciamo così. ( o no? :\\: )
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Flauto Muramatsu SR.
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Ho ritrovato il volume di cui vi parlavo, si tratta dell'Enciclopedia della Musica Einaudi Il Sole 24 ore.
Nel volume "il suono e la mente" c'è un saggio dedicato proprio all'argomento scritto da Sylvie Vangenot. Vi cito i tratti salienti.
Sicuramente l'orecchio assoluto si acquisisce, ma solo fino ad una certa etÃ*. GiÃ* nel 1916 Copp esprime l'ipotesi di un periodo critico per lo sviluppo dell'orecchio assoluto. Uno studio di Sergeant del 1969 dimostra come sia possibile stabilire una forte correlazione tra l'etÃ* alla quale si inizia la formazione musicale e il possesso dell'orecchio assoluto. Su un campione di 1156 musicisti professionisti, la quasi totalitÃ* (92.6 per cento) di coloro che hanno iniziato lo studio di uno strumento o del solfeggio tra i due e i quattro anni possiede l'orecchio assoluto. La percentuale scende salendo con l'etÃ*: solo il 6 per cento di chi inizia lo studio tra i dodici e i quattordici anni ha l'orecchio assoluto.
Un altro studio ha dimostrato l'assenza di un carattere ereditario di questa facoltÃ*, su un vasto campione di musicisti aventi orecchio assoluto l'87 per cento non aveva in famiglia nessun individuo con la stessa capacitÃ*.
Chiara è invece la relazione tra ambiente familiare e sviluppo dell'orecchio assoluto: se i genitori del bambino sono musicisti è molto più probabile il suo sviluppo.
[...]
Se possedere l'orecchio assoluto vuol dire aver memorizzato negli anni di studio le altezze dei suoni e poterle nominare senza sbagliare e senza riferimenti, sembra tuttavia che il parametro dell'altezza non sia sufficiente da solo ai fini di una buona decodificazione. Questa notevole capacitÃ* sarebbe sovente condizionata dalla qualitÃ* del timbro del suono. Così certi musicisti riconoscono facilmente le note quando vengono suonate sul loro strumento, mentre si trovano in grande difficoltÃ* a nominare dei suoni prodotti da altri strumenti. Il loro orecchio assoluto somiglia più ad un analizzatore timbrico ben sviluppato. I suoni di pianoforte sono più facilmente decodificabili di altri suoni complessi. Ward e Burns parlano addirittura di pianoforte assoluto. I ragazzi, immersi in un ambiente in cui il pianoforte è lo strumento dominante (dettato musicale, accompagnamento al canto, ecc) sembrano sviluppare una particolare sensibilitÃ* alle qualitÃ* timbriche del pianoforte. Al contrario i suoni puri sono, praticamente sempre, più difficilmente decodificabili di ogni altro suono musicale, probabilmente per l'assenza degli armonici.
Inoltre i possessori di orecchio assoluto non riconoscono tutte le note con la stessa precisione. Il LA e il DO sono quelle di riconoscimento immediato. Le altre note naturali sono decodificate con minor precisione e ancora meno le note alterate.
Gli individui che non possiedono l'orecchio assoluto sviluppano, con un lavoro costante, l'orecchio relativo. L'individuazione di un suono implica un processo più complesso del riconoscimento immediato e fa ricorso alla memoria breve, piuttosto che alla memoria lunga.
Chi non possiede l'orecchio assoluto può comunque costruire una scala a partire da qualsiasi altezza, basandosi su un caratteristico sistema di rapporti tra le frequenze. Questa capacitÃ* conferisce una identitÃ* melodica o armonica a un insieme di note sulla base di relazioni intervallari che esse hanno tra di loro piuttosto che in funzione della loro altezza assoluta. Dunque, a ruoli invertiti, l'individuo che non possiede l'orecchio assoluto svilupperÃ* una capacitÃ* peculiare, che possiamo definire "tonalitÃ* assoluta".
Terdardt e Seewann evidenziano come l'identificazione della tonalitÃ* obbedisca a processi percettivi differenti a seconda che i soggetti possiedano o meno l'orecchio assoluto. Chi lo possiede identifica da subito una o più note. In seguito ne desume la tonica secondo le regole musicali. Diversamente, l'individuo che non possiede l'orecchio assoluto percepisce il carettere singolare di ogni tonalitÃ*, un "colore" immediatamente codificabile, senza esitazioni.
Questi musicisti percepiscono gli intervalli come risonanze qualitativamente diverse tra loro. Una quinta giusta non suona più grande di una quinta diminuita, ma diversa per il "colore". Questo fenomeno percettivo risulta meno evidente per i soggetti che possiedono l'orecchio assoluto. Essi dimostrano maggiore difficoltÃ* nel riconoscere rapidamente certe qualitÃ* sintetiche della combinazione dei suoni, come quella dell'intervallo di quinta, o il coloro di un accordo o di una tonalitÃ* maggiore o minore. La loro percezione è analitica, che li obbliga a calcolare le relazioni fra le altezze assolute che percepiscono distinte prima di poter capire che tipo di accordo o di intervallo è stato suonato.
Dunque se la percezione di tipo analitico del possessore dell'orecchio assoluto si dimostra favorevole in alcune situazioni, altre volte si trasforma in un ostacolo, come quando bisogna suonare un pezzo in un'altra tonalitÃ* o con uno strumento accordato diversamente dal normale. Chi possiede l'orecchio assoluto deve quindi sviluppare anche quello relativo, cosa che richiede notevoli sforzi. In molti casi essi sembrano incompatibili, come se possedere l'orecchio assoluto impedisse la formazione di quello relativo.
L'orecchio assoluto, quindi, non è che un'attitudine dalle possibilitÃ* molto ristrette che consisterebbe, a quanto pare, nella sola capacitÃ* di identificare senza errori, ma solo in certe circostanze, il nome della nota udita. Non ha dunque nulla a che vedere con il valore del musicista, di cui non migliora assolutamente le capacitÃ* o la sensibilitÃ*. L'orecchio assoluto implica o meno la percezione differente della musica? Non nuoce al piacere d'ascolto? Si può cioè ancora apprezzare l'ascolto musicale se non ci si può impedire di viverlo come una successione di note esattamente identificabili? Dal punto di vista musicale, non possiamo far a meno di porci queste domande.
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beh, se sai controllare l'intonazione nn gli dai di certo fastidio xDOriginariamente Scritto da FrankRanieri
xò x controllare l'intonazione ci vuol tempo.. di certo nn lo si può pretendere da chiunque ù.ù
Sax Alto Selmer Firebird II serie limited edition
Yamaha YAS 275 - Becco Selmer S90 180 - Ance 3 Vandoren v12 - Fascetta Vandoren Optimum
Sax Soprano Yamaha YSS 475 - Becco Selmer S90 180 - Ance 3 Vandoren v12 - Fascetta Vandoren Optimum
L'articolo postato da Fabio è estremamente illuminante...in fondo, l' "orecchio adattivo" di cui parlavo nel mio intervento è preferibile..."assoluto" è un po' un mito (ed è anche legato, a mio avviso, al pregiudizio antico della superioritÃ* della cultura musicale europea, che si basa su "false altezze assolute") e poi è bruttissimo per i significati impliciti a cui rimanda, di cui il peggiore fra di essi è l'inadattabilitÃ*: la mancanza di "elasticitÃ*" che non è augurabile in nessun ambito professionale e/o esistenziale.
L'amplificazione dei suoni fino alle moderne sintesi digitali del suono, ha annullato la distinzione fra suoni e rumori, tanto piu' che suoni posti in modo aleatorio possono uditivamente dar piu' fastidio di "rumori abilmente organizzati"...
La capacitÃ* di "immaginare suoni" o flussi sonori, se legati ad un rigido sistema organizzativo delle altezze, impedisce o limita l'evocativitÃ* che qualunque sonoritÃ* può potenzialmente possedere e che può favorire la creazione di "percorsi immaginativi non lineari" ma allo stesso tempo suggestivi e coerenti.
La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
Edgar Varèse
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