Il foro del Fa# acuto è uno di quelli piccoli. La perturbazione al flusso è pertanto limitata, anche e soprattutto tenendo conto che il sax è uno strumento per sua natura "perturbato", dato che si basa proprio sui fori per modificare le frequenze emesse.

Tuttavia, anche volendo ammettere che Digos è nel giusto, il miglioramento timbrico (se qualcuno riesce ad avvertirlo, e non è il mio caso) dovrebbe riguardare soltanto il Fa , e forse il Mi, da palmo, che si trovano al di sopra una frazione di centimetro "liscia". Per tutte le altre note sottostanti che richiedono una colonna sonora più lunga, mi pare fortemente improbabile che possano esistere differenze anche minime tra strumenti con e strumenti senza Fa#. E' molto più probabile che, se tali differenze esistono oggettivamente, siano da attribuirsi ad altri fattori, non escluse le tolleranze di fabbricazione del prodotto e la sua precisione di assemblaggio e regolazione.

Permettetemi un'ulteriore variazione sul tema: se il Fa# acuto ha tardato ad affermarsi potrebbe essere dovuto più a un problema di meccanica che di acustica. Non è facile stabilire dove piazzare un tasto aggiuntivo in modo "ergonomico" su uno strumento dove le zampe dell'esecutore, a parte il pollice del "gancio", hanno giÃ* il loro bravo lavoro da svolgere.

Ricordo di aver utilizzato in passato un sax tenore che aveva il Fa# acuto sistemato come quarta chiave da palmo. Beh, ragazzi... quel Fa# era praticamente inutilizzabile: arrivati al Fa dovevate piegare l'indice per aprire quel maledetto piattello. Provate a passare dal Re al Fa# acuto con quella posizione...