E' l'eterno quesito se esista o meno un'Arte assoluta o sia invece relativa ai tempi in cui si vive: un accordo di settima era impensabile ai tempi del sommo Mozart, come del resto un quadro di Picasso! Oggi la sindrome di Stendhal ci colpisce davanti ad un Botticelli, ma se un pittore odierno dipingesse come il Maestro, la critica lo stroncherebbe sicuramente!
Si sono scritte pagine intere su Allevi e la sua sia Arte o semplice fenomeno commerciale: non sono in grado esprimere un giudizio tecnico, però sicuramente posso dire se mi dĂ* sensazioni o no (a me no..)!

Bisogna allora che passino dei secoli per affermare se un'opera d'arte sia tale o meno? Ma scusate, che cosa importa?
Se una cosa, sia essa un quadro, una poesia o una musica, piace, piace indipendentemente dal suo valore economico corrente o dal successo di pubblico che riscontra. A me non sono mai piaciuti i Pooh (sono quasi miei coetanei) ma per molti le loro canzoni hanno rappresentato e rappresentato tuttora momenti della loro vita!

Lasciamo quindi ai vari Sgarbi & Co il compito di pontificare sull'arte e, tornando all'attimo fuggente, rileggiamo la poesia di Walt Whitman:
“O me o vita!
Domande come queste mi perseguitano.
Infiniti cortei di infedeli,
cittĂ* gremite di stolti,
che v’è di nuovo in tutto questo?
O me o vita!
Risposta:
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identitĂ*,
che il potente spettacolo continua
e che tu puoi contribuire con un verso”.
“Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso”.
Quale sarĂ* il tuo verso?”