Beh, facile: quella del sax è buona musica!
Scherzi a parte, concordo in parte con chi mi ha preceduto e aggiungo 2 citazioni:
"Esistono artisti maggiori e artisti minori, non arti maggiori o minori" (F. De Andrè)
"Non esistono generi belli o generi brutti: c’è musica ben fatta e musica brutta" (L. Bernstein)
La faccenda si complica: come si stabilisce se una musica è ben fatta? Con quali parametri?
Non sono un musicista in senso stretto: non ho sufficienti basi teoriche per dare una risposta "tecnica". Però personalmente ritengo che il fine della musica (e dell'arte) sia quello di provocare emozioni positive. Difficilmente mi provoca emozione qualcosa che sia troppo semplice e scontato. Allo stesso tempo non mi emozionano neppure le "provocazioni" o le ricerche troppo spinte.
Per esempio, Morricone mi provoca emozioni positive; Trovesi anche, pur essendo piĂą ardito; Stockhausen no. Posso apprezzarne il lavoro di ricerca, ne riconosco l'originalitĂ*, ma non mi smuove dal punto di vista emotivo (sicuramente perchè non ho le basi sufficienti per comprenderlo a fondo). Eppure è considerato un grandissimo artista. Evidentemente non ci sono parametri assoluti, ma anche questioni legate all'indole di ciascuno di noi.
Il tempo di solito è galantuomo: quello che resta a distanza di molti anni solitamente è buona musica, il resto cade nel dimenticatoio.
Bach e Beethoven rimarranno per sempre, così come probabilmente Piazzolla, Parker, Hendrix e tanti altri. Marco Carta, i Take That e compagnia bella invece no.
Esistono parametri assoluti? Credo di no.
Esiste una sorta di riconoscimento comune (da parte di addetti ai lavori e fruitori)? Probabilmente sì, ma tutto è legato anche ai gusti personali.
Naturalmente ho espresso la mia personalissima, e discutibilissima, opinione.