Il bocchino in vetro non è una novita. Negli anni '40-'50 la ditta Bucchi produceva bocchini in vetro. Ora ci sono altri che lo producono. Il problema è nella composizione chimica. Nel vetro c'è un'altissima percentuale di silice, questo fa sì che il materiale sia molto rigido, duro alla lavorazione e poco resistente alle vibrazioni. Ergo,se vogliamo, è anche pericoloso, visto che un bocchino è molto soggetto alle vibrazioni.
Il cristallo è più malleabile, è più resistente alle vibrazioni ed è il miglior conduttore sonoro. Mio nonno Cosimo Pomarico, ha cominciato lavorando come apprendista proprio presso Bucchi a Genova, prima di lasciare l'Italia ed andare in Argentina. Al suo ritorno decise di offrire una nuova possibilitÃ* a clarinettisti e sassofonisti, cominciando a produrre il bocchino di cristallo. La sua idea prese spunto da una casualitÃ*: a tavola aveva davanti 3 bicchieri. Uno di cristallo, uno di vetro e uno di plastica. Sovrappensiero, tintinnava con il dito su di essi e si accorse che il bicchiere di cristallo era l'unico a produrre una nota, pulita e duratura.
Dire che la nostra produzione è nella fascia medio bassa, è abbastanza opinabile.Basta chiedere a 6 primi clarinetti in 6 diverse orchestre in Germania o a quasi tutta la sezione fiati dell'orchestra filarmonica di Israele. Diciamo che può piacere, o non piacere. Questo si.
I materiali destano sempre curiositÃ*...ci è stato chiesto se si potessero fare bocchini in grafite e altri materiali astrusi...ma i prezzi che poi avrebbero questi prototipi sarebbe altissimo e il mercato sarebbe esiguo.
Se si vuole provare a autoprodursi un bocchino in legno, la cosa non è impossibile per un bravo ebanista, ma la scelta dei legni è fondamentale. Mio zio Antimo Pomarico produceva flauti dolci tantissimi anni fa, aveva provato a fare dei prototipi in legno d'ulivo. Purtroppo il legno d'ulivo tanto bello quanto vivo e continua a contorcersi e a muoversi. Si può ottenere un campione, ma non è sicuro di quanto possa durare prima di spaccarsi. Abbiamo ancora 2-3 flauti qui in legno d'ulivo, tutti ormai crepati e spaccati in diversi punti. Occorrono legni duri e resistenti. Se pensate infatti che per i clarinetti e gli oboi è sempre stato utilizzato l'ebano (ora la grenadilla) eppure, pur essendo un legno durissimo, è altrettanto soggetto a movimenti e spaccature....