Sono onorato dal fatto di essere citato ogni due risposte :lol:
Tornando in topic, non esistono requisiti minimi comuni a strumenti per "dilettanti" (intesi non in senso dispregiativo, ma solo come persone che non suonano frequentemente) e per professionisti.
L'insistere alla ricerca di parametri di valutazione comuni a tutti porta a dire che è richiesta una buona meccanica, una buona intonazione, una comoda emissione, un bel suono...e poi? Il buono è un fattore soggettivo, non esiste un buono assoluto (al massimo si può definire un ottimo) ma un buono PER ME. E' come il concetto di infinito in Fisica, che non è assoluto come in matematica ma si traduce in un "tanto grande quanto basta" (a fare quello per cui mi serve).
Facendo l'esempio sulla meccanica è evidente come nel caso di strumento con finalitÃ* non professionali probabilmente si cerca una meccanica comoda e non fragile che resista a carichi di lavoro minimi mentre nel caso di strumento professionale quello che si vuole è una meccanica che reagisca adeguatamente sotto stress e che regga carichi di lavoro anche notevoli.
Concretamente, la prova di emiliosansone sulla meccanica è secondo me (perdonatemi se ho l'ardire) il requisito minimo per un sax non professionale, mentre se io dovessi comprare un sax professionale farei altre prove..ad esempio qualche scala maggiore/minore con le diverse articolazioni, qualche esercizio di meccanica (il terzo degli Etudes Variées per esempio è una buona prova, secondo me), la parte discendente del primo esercizio del Detachè sul finale impegna sensibilmente la meccanica e può essere una prova interessante.
Come diceve fcoltrane l'emissione spesso è inversamente proporzionale al suono (la lastra ha un peso), non è un caso se tutte le persone che passano da uno Yamaha 275 ad altro modello superiore hanno subito problemi di emissione.
Anche qui, quindi , l'emissione è un requisito per un sax da studio dato che quel tipo di sax deve facilitare la vita a chi iniziando ha giÃ* fin troppi problemi.
L'intonazione è un requisito, ma per un professionista l'intonazione può essere corretta (in alcuni casi si tratta di problemi di impostazione, per i casi patologici ci sono alcune posizioni correttive, per esempio se il Re grave è calante basta correggerlo con la chiave del Do# (sempre grave) mentre se a calare è il Do acuto basta premere la chiave 4 (quella del Fa)) mentre per un dilettante poco abituato al controllo del suono e con diaframma poco allenato la richiesta è quella di uno strumento sostanzialmente "auto-intonato". Ancora quindi un professionista potrebbe preferire un sassofono con un timbro bellissimo e con intonazione difficile piuttosto che un sassofono "perfettamente intonato" (è impossibile) ma con suono freddo e neutro.
In generale, il requisito minimo per uno strumento non professionale è che non complichi la vita a chi lo suona mentre il requisito minimo per uno strumento professionale è che assecondi completamente chi lo suona.
In comune queste categorie hanno sostanzialmente solo la forma.
In merito al fatto che grandissimi sassofonisti suonino anche con lattine di coca-cola, la cosa è sicuramente vera ma la lattina di coca-cola non li asseconda bensì li limita..per questo in concerto i grandi nomi useranno sempre grandi strumenti.
Aggiungo una cosa che secondo me è importante, ovvero che non si può scegliere uno strumento musicale senza giudicarne il suono...inoltre non so se ci sono venditori che lascerebbero un mese uno strumento in prova, ma io quando devo scegliere uno strumento lo porto a casa almeno una settimana per verificare se corrisponde alle mie esigenze (e anche se prendo uno strumento per un allievo, di solito qualche tempo in prova lo tengo prima di decidere di farglielo tenere).
Ovviamente dipende dal tipo di rapporto che si ha col proprio fidato spacciatore di strumenti musicali.