
Originariamente Scritto da
emiliosansone
Non capisco bene il senso di questo tuo intervento, Tzadik. Andiamo con ordine:
- Se vuoi dire che gli Yanagisawa "vecchi" erano comunque più "prestanti" degli Yanagisawa "nuovi" non sono d'accordo: ogni produttore che voglia rimanere competitivo sul mercato cerca di migliorarsi. Se si accetta questo, si deve ammettere che quando un qualsiasi fabbricante immette un nuovo prodotto sul mercato internazionale lo fa con uno scopo ben preciso: resistere alla concorrenza, per dimostrare alla sua probabile "fetta di mercato" che è capace di continuare a "sparare cartucce" sul piano qualitativo. Recentemente, per esempio, Yanagisawa ha lanciato una nuova linea "super-professionale" con lastra in argento massiccio e placcatura in oro rosa. Questi oggetti costano molto, e, dal mio punto di vista, servono esclusivamente a dimostrare al mercato la "vitalitÃ*" dell'azienda. Rimane tutto da dimostrare che suonino meglio del semplice ottone, ma "business is business".
- Sono d'accordo con te: se i Trevor James valgono o meno qualche cosa lo sapremo solo col tempo. Per gli inglesi, tuttavia, questo marchio è giÃ* più che valido, tanto è vero che il fabbricante si è "arrischiato" a produrre la linea "Custom", personalizzabile sui materiali, tra cui argento, bronzo e ottone rosa. Anche in questo caso rimane tutto da dimostrare che suonino meglio del semplice ottone. Infatti, per quanto mi riguarda, mi sono "accontentato" della linea "non Custom", evitando così di violentare il portafoglio. Sta di fatto che mentre aspettiamo che il tempo ci assicuri che i Trevor James sono validi, rischiamo di veder lievitare i prezzi di questi strumenti ben oltre la attuale soglia notevolemente più bassa, per esempio, rispetto a Yanagisawa.
- Aridaje con i Rampone, Tzadik: non mi pare di aver fatto in questo topic alcun riferimento a questa marca, ma tu ce la infili dentro in continuazione. Ti ho giÃ* detto che non ho niente contro gli Zolla, dei quali sono stato un discreto cliente in un passato abbastanza recente, anche se l'esperienza "strumentale" non fu particolarmente felice (cosa che non volevo dire esplicitamente). Se la loro produzione è ultimamente migliorata mi fa piacere, ma non mi pare il caso di infilare in molti tuoi interventi la pubblicitÃ* a questo onorevole marchio nazionale. Lasciamo che l'umanitÃ* si faccia da sola le sue opinioni.
- Mi piacerebbe, ogni tanto, vedere una nuova marca di saxofoni che entra nel "mainstream" in Italia senza particolare "pompaggio" mediatico. Sarebbe un bel colpo, no, Tzadik? Vorrebbe dire che c'è una "fetta di mercato" capace di scovare strumenti validi a prezzi abbordabili da larghe fasce di consumatori. In fondo è quello che tutti gli acquirenti si aspettano. Dice il saggio che la tecnologia è valida quando diventa abbordabile dalla massa. Purtroppo invece, a quanto pare, anche il saxofono è diventato uno status symbol. Come dire che "se non spendi molto non sei nessuno". Eppure Charlie Parker suonava col Grafton, in plastica...