
Originariamente Scritto da
davidbrutti
L'obbiettivo a mio parere è quello di possedere un orecchio esatto capace di immaginare gli intervalli prima che essi vengano emessi e un'impostazione plastica che consenta di adattarsi ai vari cambiamenti di intonazione. Nella maggiorparte dei casi il diapason con cui si suona non è mai costante (ad esempio in orchestra spesso gli ottoni tendono a crescere rispetto agli archi e così via) e bisogna continuamente adattarsi. Consideriamo inoltre che il diapason del sassofono muta in continuazione con lo scaldarsi e il raffreddarsi del corpo. Per questo,non esistendo un diapason unico e assoluto, è necessario sviluppare tali caratteristiche indipendentemente dal setup che uno utilizza le quali dovranno essere ancor più raffinate se si suonano molti tipi diversi di sassofoni i quali hanno caratteristiche multiformi. E' chiaro poi che alcuni setup possono facilitare una corretta intonazione (gli Yanagisawa sono davvero delle macchine in questo).