Sull'equalizzazione esistono diverse correnti di pensiero ma quella fondamentale è l'equilibrio tra il proprio gusto (quindi soggettivo), quello reale (del "pubblico", ciò che si aspetterebbe un ascoltatore esterno) e quello tecnico (il massimo che si può ottenere con le strumentazioni a disposizione).
La voce probabilmente è più semplice da gestire rispetto a uno strumento a fiato, è anche giusto cercare di tagliare le frequenze basse per l'eliminazione dei disturbi, rumore di fondo, bump (non quelli dell'amplificatore ma i rumori dettati dalla diteggiatura del sax), ma il vero problema è che il sax quando lo si registra è tendenzialmente cupo, conseguentemente occorre lavorare molto sulle basse frequenze (sopratutto il tenore).
Per esempio in questo brano (The Masquerade, suonato con un becco molto proiettivo e sparato) avevo iniziato ad abbassare già dai 500hz a scendere fino all'eliminazione completa perchè il mio obbiettivo era appunto avere un timbro chiaro e pulito senza però portarlo all'esasperazione.
Infatti quando si schiarisce troppo occorre tener sott'occhio le alte frequenze agendo sia sull'EQ che sui limitatori/compressori.
Il risultato finale alla fine mi era piaciuto (esecuzione a parte), proprio perchè avevo già in mente fin dall'inizio la timbrica che volevo e con un po' di smanettamento avevo trovato la quadra ... quadra che probabilmente per un altro brano, di genere differente, probabilmente non andrebbe bene. Ogni registrazione è a sè; si possono seguire linee guidi, ma poi occorre plasmarle nel contesto.
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