L’amore è un gioco a perdere? Per Dimitri Grechi Espinoza, sassofonista nato a Mosca ma trapiantato a Livorno dagli anni ’70, anche la guerra lo è, tanto da giocare e riflettere sul nome della canzone di Amy Winehouse “Love is a losing game”, che ha scelto come titolo del suo nuovo disco, in uscita oggi, 18 aprile.

Ha la pretesa di essere un omaggio unico e inedito ad alcuni degli standards jazz preferiti da Dimitri Grechi Espinoza, che a tal proposito dice: «Sono dei brani classici a cui ho cercato di dare un’angolatura diversa, per valorizzare melodie che considero piccoli capolavori di artigianato, come delle miniature musicali che raccontano storie profonde».

Un disco in cui suona solo il sax di Dimitri, che non è nuovo a questa scelta, rara, che restituisce un lavoro intimo e di grande spiritualità.

D’altronde, come afferma lo stesso musicista: «Il sassofono è uno strumento fortunato. Risveglia una voce che richiama in profondità: bella, morbida, generalmente piace a tutti e tocca l’anima delle persone. Nel jazz, poi, c’è stato un grande musicista come John Coltrane che ha fatto di questo strumento un richiamo verso la dimensione spirituale. Il suono aiuta le persone a ritrovare una dimensione interiore, non per forza religiosa».

In chiesa, però, Dimitri Grechi Espinoza ha trovato una dimensione ideale per il suo sassofono, nella chiesa di Santa Caterina in Venezia: «In questo luogo ho trovato ospitalità – dice - e ringrazio don Michele, che mi dà la possibilità di sfruttare l’acustica della chiesa, dove da anni porto avanti un progetto e tengo appuntamenti fissi il mercoledì e il sabato mattina. All’interno della chiesa di Santa Maria del Soccorso (in piazza Magenta, ndr) ho registrato durante il lockdown un altro disco in sax solo che uscirà in autunno e la prossima primavera».

L’album “Love is a losing game” è stato remixato da Ponderosa Music Records utilizzando una registrazione eseguita nell’agosto 2022 all’interno della Cisterna Romana degli scavi archeologici Enrico Fiumi di Volterra, nell’ambito del festival “Volterra XXII Ri/generazione Umana”.

Questo luogo ha permesso all’artista di sfruttare il riverbero naturale, restituendo agli ascoltatori un’esperienza spirituale.

Il sax degli dei, insomma, va oltre la dimensione spirituale e porta Dimitri a vivere anche un’esperienza duplice con sé stesso. Parafrasando un vecchio detto è lui stesso a dire che «due fratelli inseparabilmente uniti risiedono nel mio essere; uno di essi suona, l’altro ascolta». Sono dieci le tracce del nuovo disco che il musicista presenterà dal vivo il 30 aprile, Giornata internazionale del jazz, alla Piscina mirabilis di Bacoli, comune della città metropolitana di Napoli.

Il giorno dopo sarà a Pozzuoli, poi continuerà a suonare in giro e portare avanti altri progetti. Tra questi il Mali Blues sostenuto da Toscana Produzione Musica: «Si esplora il mondo del blues – racconta – con la musica africana, in particolare quella del Mali e dei Tuareg, con cui ho collaborato negli anni. Con me ci sono anche il chitarrista livornese Gabrio Baldacci e Andrea Beninati, che è di Certaldo e suona batteria e violoncello».

Un giramondo nato a Mosca nel 1965, Dimitri Grechi Espinoza si è poi lanciato, grazie alla musica, alla scoperta di culture e suoni differenti. Ma Livorno resta la sua base: «È una città che lascia alle persone la libertà di trovare la loro dimensione. Livorno è un punto di partenza per far conoscere le storie che cerco di raccontare, sfruttando la spiritualità nascosta che c’è in questa città». Tra i suoi incontri labronici più fortunati quello con Bobo Rondelli: «Ci siamo conosciuti nel 1987 in un posto dove entrambi suonavamo con progetti diversi; poi dal 2007 abbiamo collaborato stabilmente per anni. È un’anima profonda, come quella di Livorno, ricca e difficile, ma bella».