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Discussione: Prova Tenore Conn '34

  1. #1
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    Prova Tenore Conn '34

    Ho in prestito per alcuni giorni un Tenore Conn 10M del 1934, matricola 260424 (anche se mi hanno detto sia un Transitional).
    Io lo trovo leggero, agile, meccanica meravigliosa e suono caldo, vellutato, potente e intonato, è da stamattina che lo suono e non riesco a smettere.
    Farò una vera recensione prossimamente.
    Per il momento ecco qualche nota a casaccio
    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
    Otto Link STM Usa 7*, Rigotti 3 Strong
    Alto Grassi '76,
    Otto Link STM Early Babbitt 7*, Rigotti 2 strong
    Soprano Grassi Prestige Bimbo '82
    Keilwerth 6*, Rigotti 3 strong

  2. #2
    Che bello leggere video recensioni dei vintage.
    chapeau.

  3. #3
    anch'io ho un ricordo molto bello di un tenore Conn di quegli anni, probabilmente uno strumento che non andrebbe bene a me (per due diversi ordini di ragioni, ma soprattutto perchè il suono, bellissimo, non è adattisimo a me), ma comunque un gran bel ricordo. L'amico che se l'era comprato poi è tornato al Mark VI, sinceramente non so perchè: secondo me per quello che faceva lui e per come suonava lui era meglio il Conn...

    tu bravissimo anche a casaccio, va detto....

  4. #4
    Dany è un Transitional (come il mio alto). Se è uno di quelli buoni ti tocca prenderlo, sono stupendi :)
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
    clicca qui!
    JAZZ SHIRT

  5. #5
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    Un po’ di storia e leggenda per soddisfare la curiosità di Luigi .
    Si è in effetti un transitional , nome dato dalla transizione della produzione da un modello precedente , il New Wonder II e le Serie Artists numerate 4M 6M 10M 12M con la classica incisione della donnina “Naked Lady o Face Lady”. avvenuta negli anni dal ‘30 al ‘35.
    Trattandosi di un periodo di transizione della produzione durato 5 anni non abbiamo un esatta configurazione degli strumenti che venivano di volta in volta fatti con quello che avanzava in fabbrica , si trovano con le chiavi B e Bb sui lati opposti della campana come tutti i New Wonder e anche dallo stesso lato come i 10M , con incisioni complete oppure con la sola scritta Conn ltd. Insomma quello che c’era andava bene. Una leggenda dice che la lastra di ottone utilizzata in quei periodi fosse la migliore mai utilizzata che assumeva una colorazione rossastra con l’ossidazione , fatto sta che sembra che tutti quegli strumenti avessero una marcia in più rispetto agli altri : famoso il 12M di Mulligan .
    Una cosa siamo certi , il tenore transitional è l’unico e vero Chu Berry perché il musicista Leon Brown “Chu” Berry era un tenorista che suonava un Conn negli anni 30-35 e quindi in quel periodo esisteva il Transitional . Per cui sembra errato chiamare Chu Berry gli strumenti precedenti New Wonder che sembra non siano mai stati usati dal Berry .

    Dany, io credo che se devi andare sui vintage veri, quello è uno strumento che devi prendere in considerazione , stai solo attento alla manutenzione perché sono strumenti comunque con una meccanica semplice, leve molto lunghe e che spesso ha bisogno di una sistemata .


    Schiaccio e baratto ergo sum
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  6. #6
    Grazie Dario, una descrizione al limite del porno :)

  7. #7
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    Ecco il vecchietto su una ballad, anche se ero molto stanco quando l'ho registrata (ieri non riuscivo a smettere di suonare, dalla mattina fino alle 9 di sera...)
    BODY AND SOUL
    Danyart tenor sax Conn Transitional '34
    Aebersold play-along

    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
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  8. #8
    beato te ... io ormai dopo la terza ora striscio a terra ... si sente che sei stanco (ma che?????)

  9. #9
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    bah, l'ho suonata male, in questi giorni la rifaccio
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  10. #10
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    Ecco una breve recensione del sax.
    Preso da una irrefrenabile voglia di farmi un regalo/sfizio del tipo avere un bel tenore Vintage americano da aggiungere ai miei insostituibili Grassi (dopo 25 anni di vita dedicata al sax e 35 alla musica penso di meritarmelo...), da qualche settimana mi sono messo alla ricerca di qualche buona opportunità, pensando soprattutto ai The Martin Tenor, che mi affascinano particolarmente, ma anche a Buescher, King (ho provato anni fa uno Zephir del '51, favoloso) e, ovviamente Conn. A questi ho aggiunto il francese SML, che sembra essere un ibrido tra concezione americana e francese. Dopo alcuni messaggi su Internet con vari possessori di questi gioielli, ho ricordato che un amico aveva un King un tempo (appunto lo Zephir che ho citato sopra), e gli ho chiesto se fosse intenzionato a venderlo. Purtroppo era già andato altrove da anni, ma mi ha sorpreso proponendomi un vecchio Conn, che aveva appena fatto sistemare completamente e che era indeciso se tenere o meno, essendo comunque principalmente un contraltista, cosí ci siamo accordati per una prova e me lo ha prestato per alcuni giorni. Si tratta di un Conn di quasi 90 anni. In cambio, gli ho lasciato il mio Grassi Wonderful, ma solo per provarlo, non ho intenzione di venderlo.
    Originariamente il sax era tutto argentato, ma dell'argentatura originale è rimasto ben poco (qualcosa sulla parte alta della campana e sotto la tastiera, in mezzo) e a me piace più così, con l'ottone vero in bella vista. Sarebbe da considerare, invece, in futuro, di riargentare le chiavi, cosa che mi piace molto sui sax vintage.
    Nonostante il numero di serie 260 mila circa, che secondo le tabelle che girano da anni, lo farebbe risultare un Conn 10 M di matricola bassissima, a quanto pare si tratta di un cosiddetto Transitional, risalente al 1934.
    La meccanica, infatti, è un ibrido tra i Chu Berry e i 10 M, molto leggera e silenziosa al tocco, con grani rivoltati che donano una certa morbidezza agli attacchi. I fori, come nelle maggior parte dei sax pre guerra (o forse tutti?), sono in linea, quindi la presa risulta differente rispetto ai sax di concezione più moderna (Selmer e tanti altri), cosa che per molti risulta quantomai scomoda. A me, invece, finora è parsa non troppo faticosa, anzi. Il castelletto del mignolo sinistro è a mio parere un capolavoro, non fosse che manchi del collegamento tra Sol# e Do# (che permette di suonare il Sol# con una qualsiasi delle chiavi del mignolo sinistro), intervento che penso farò fare se mi verrà venduto dall'attuale proprietario, che è ancora incerto.
    Questo meccanismo, spesso molto criticato e quasi deriso al confronto con quello Selmer che poi è diventato lo standard, nel mio caso risulta molto comodo, morbido e pieno di possibilità, dal momento che la chiave del Sol# risulta notevolmente più grande del solito, così come quella del Sib, mentre il Si è posizionato in mezzo, ottima scelta anche se ancora mi ci devo abituare, provenendo da Selmer, Yamaha e Grassi.
    Le chiavi laterali a destra sono molto lunghe ma ugualmente performanti, così come sono enormi quelle del palmo sinistro, il che rende il tutto piú facile, notevolmente più comodo nei passaggi rispetto ai Grassi, che le hanno molto basse e strette (aggiungo sempre degli spessori, stessa cosa con molti Mark 6 e Serie 2 Selmer).
    La tastiera, come detto in linea, è quanto di più leggero si possa sperare di trovare, con il Bb piccolo effettivamente troppo lontano dal Si (premerli insieme non è semplicissimo, ma mi ci sto già abituando).
    Sono bellissime e perfette le rotelline che uniscono le chiavi basse dei mignoli sia a sinistra che a destra, molto più performanti dei miei Grassi.
    Per quanto riguarda il Portavoce, è stato fatto un lavoro per renderlo di tipo Selmer: in sostanza, hanno tolto l'originale Conn e ci hanno messo un meccanismo tipico di un qualsiasi Selmer dal Mark 6 in poi, oggettivamente ora è estremamente più comodo, anche se si è persa l'originalità che probabilmente fa perdere un pochino di valore sul mercato a questo esemplare.

    Il Chiver potrebbe essere la nota dolente del Conn, dal momento che ha una curvatura esagerata per poi andare dritto dritto verso la bocca, il che costringe ad una posizione molto diversa da Yamaha e Selmer, ma anche dal mio vecchio Grassi che è una via di mezzo.
    Ho fatto l'esperimento di mettere il chiver del Grassi (che però risulta larghissimo) ed effettivamente mi risultava più confortevole, ma a discapito del timbro che cambiava molto, assomigliando molto al Grassi stesso, e quindi perdendo le caratteristiche intrinseche del Conn. Ho quindi cercato la posizione migliore, tirando molto il collarino, e girando un pò il chiver, così da sentirmi a mio agio. E così è stato, il sax suona benissimo con il suo collo originale.

    Arriviamo al suono. Questo esemplare credo sia molto ben riuscito: il suono è molto caldo, pieno, vigoroso e soffice, con dei bassi strepitosi e avvolgenti, non esagerati come in alcuni King ma altrettanto morbidi e profondi. Appunto l'immensa profondità del suono dei gravi non è paragonabile con i miei splendidi Grassi, che pure non sfigurano affatto di fronte a questo favoloso strumento, semplicemente sono diversi. Oltre ai gravi così affascinanti, il suono è bellissimo e diretto in tutta l'estensione, sulla parte centrale mantiene la "sofficità" tipica dei Conn e dei sax americani, per squillare in alto con acuti e sopracuti intonatissimi e mai striduli o "piccoli".
    Rispetto al mio Grassi mantiene una maggiore omogeneità nei registri e, di contro, mi risulta meno malinconico, diciamo che con il mio Grassi Ammaccato so essere più commovente e "innocuo" sulle parti alte, dove effettivamente il Grassi da il meglio di se. Ma queste sono impressioni dopo solo due giorni di utilizzo, probabile che se resterà con me riuscirò a farci qualsiasi cosa mi venga in mente, sempre nei limiti delle mie capacità.
    I passaggi dal basso all'alto e viceversa mi risultano facilissimi, anche le frasi più veloci ed ostiche mi vengono fuori con facilità, questo per dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che la cosa più importante sono un'ancia buona, un bocchino confortevole, e che il sax chiuda perfettamente.
    Unici difetti, ampiamente e subito risolvibili: devo far cambiare il sughero del chiver perchè il mio Otto Link ci sta troppo largo e, andando troppo a fondo rispetto ai miei standard, sono un pò crescente nell'intonazione, e poi, cosa più seria e fastidiosa, l'innesto del chiver sullo strumento è un pò ovalizzato e quindi tende ad uscire leggermente, perdendo dell'aria. Se sarà mio farò fare immediatamente questi piccoli interventi di ripristino.
    Fate pure delle domande in merito a questo pezzo di storia.
    Ecco qualche foto del gioiello:

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  11. #11
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    Mi sono fatto il regalo in anticipo di 10 giorni...
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  12. #12
    Mi ripeto: grande! Hai fatto benissimo e te lo strameriti

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Danyart Visualizza Messaggio
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  14. #14
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    L'interazione e l'adattamento reciproco tra me e il Conn Vecchietto, prosegue. Provato anche nel pop e nei jazz standard, con risultati ottimi, con il Vecchietto mi sento agile e il suono è sempre pieno, profondo e privo di sbavature eccessive. Anche le alte ora sono più simile a quelle del Grassi, pur mantenendo alcune minime caratteristiche proprie. Insomma, andiamo d'accordo
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  15. #15
    Ieri ho avuto modo di ascoltare dal vivo un tenore Conn 10M... come nelle registrazioni di Danyart suono caldissimo e dolcissimo, poi nei passaggi che lo richiedevano riusciva a suonare senza sforzo a un volume bassissimo, quasi impercettibile, ma quando servivano potenza e velocità andava alla grande... il sassofonista non mi ha nascosto la scomodità della diteggiatura.

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