è una cosa un po' inaspettata e anche in parte casuale (come tante cose nella vita).
In allegato al prossimo numero di Musica Jazz uscirà un CD in cui, ahivoi accanto a musicisti decisamente bravi (Daniele Cavallanti al sax tenore, Mario Mariotti alla tromba, Ricciarda Belgioioso al pianoforte e Walter Prati al basso elettrico) suono anch'io (clarinetto basso - uff mi chiamano solo per quello ultimamente... avrei voluto suonare anche l'alto)

Si tratta di un bel progetto di Walter Prati su Miles Davis, un progetto che, in tutta sincerità, mi sarebbe piaciuto aver pensato io.
Walter ha scelto alcuni temi di o legati a Davis, ha realizzato delle basi su cui ci ha chiesto di suonare (dandoci delle indicazioni verbali, delle parti da seguire e non seguire e dirigendoci) e su cui - alla maniera di Davis/Macero è poi intervenuto in post produzione, tanto che alcuni pezzi hanno cambiato faccia completamente rispetto alla prima versione (che spesso già mi convinceva) che avevamo riascoltato in studio.

Le basi sono molto complesse e, direi, allusive, nel senso che i pezzi sono presenti in forma anche esplicita, ma al tempo stesso un po' difficili da afferrare (suonando) perchè la metrica non è rispettata quasi mai, a volte emergono frammenti del tema, altre volte sequenze di accordi... un contesto in cui non si può suonare veramente "dentro" (quasi sempre non solo c'è un centro tonale ben definito, ma proprio materiale armonico ben riconoscibile o quasi ben riconoscibile),ma nemmeno completamente fuori e in cui bisogna ascoltare e ascoltarsi continuamente con molta attenzione.

Il risultato complessivo mi piace, il mio contributo, come sempre, un po' meno... ma su questo non c'è molto da fare.

Una piccola riflessione a latere: io ho risposto a una chiamata di un amico per fare una registrazione che non aveva nessuna destinazione precisa e mi sono ritrovato ad uscire in allegato all'unica rivista specialistica che c'è in Italia in campo jazzistico, una cosa che se mi fosse successa quando avevo 20 anni e pensavo ancora di "fare anche il jazzista oltre al compositore" mi avrebbe fatto felicissimo mentre oggi mi imbarazza perfino un po' di fronte alla miriade di musicisti più bravi di me (anche qui sul forum) a cui non è capitato e che sicuramente se lo meriterebbero assai di più (per la qualità di quello che fanno, la dedizione che hanno verso lo strumento etc...).

mi auguro che a tutti capitino non solo le cose giuste, ma anche al momento giusto.