felice che la discussione si sia finalmente mossa��è davvero interessante constatare quanto il gusto musicale ed emotivo, e i nostri rispettivi trascorsi di vita, possano essere così differenti e vari. Se prendo, ad esempio, Alfie nella versione di Roland Kirk, per me è qualcosa di talmente fantastico che non saprei in che altro modo approcciarla, ma ovviamente non è per tutti così. Credo influisca molto anche il fatto che alcuni pezzi li abbia ascoltati ai miei inizi con il Jazz, oltre vent’anni fa, per cui mi sono entrati talmente in testa e "nel cuore", che rimangono lì, insostituibili Almeno così è a volte. Stessa cosa per Stardust di Lester Young, con quel suo approccio sofferto al limite del non riuscire ad emettere alcune note, che sembra cerchi di parlare con le ultime forze da un letto d'ospedale, oppure Over the rainbow di Don Byas, con quell'ingresso fenomenale in glissato Eb/E/F, oltre al suono gigantesco... roba da brividi����buona musica a tutti!