Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Non cambiare il set up da 8 anni fa bene: Conn12M ed Otto Link slant, e sto!

  1. #1

    Non cambiare il set up da 8 anni fa bene: Conn12M ed Otto Link slant, e sto!

    Ciao questa è una clip di un concerto di qualche mese fa al Charity Cafè a Roma, con Stefano Nunzi al contrabbasso ed Andrea Nunzi alla batteria.
    Suono lo stesso set up, un Conn12M ed un OttoLink slant ormai da quasi 8 anni, potrà sembrare strano, ma non sento nessuna esigenza di dover cambiare.
    Voglio solamente cercare di lavorare su me stesso con questo strumento.
    Credo che quello che non riesco a tirar fuori dallo srumento e che ho in testa dipenda solo da me.
    Tutto questo cambiare spesso set up spesso non è altro che ricercare nell'attrezzatura qualcosa che non abbiamo.
    Avete mai provato la stessa sensazione?




    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  2. #2
    poi ti ascolto :) intanto ti "rispondo": io sull'alto ho lo stesso bocchino dall'89 (un Conn ) e lo stesso saxofono (SA I) dal 2001, il tenore non lo suono mai, ma ho lo stesso bocchino (Berg Larsen) dal '94 e, purtroppo, lo stesso saxofono (quello lo cambierei, un Grassi, forse leader, non so) - il clarinetto invece, che è lo strumento che suono meglio, è un disastro... cambio bocchino ogni 4 o 5 anni in media, a volte prima... lo strumento l'ho cambiato 6 anni fa (da Buffet a Selmer) e l'ho ricambiato da poco ( sa Selmer a Buffet) :)

  3. #3
    adesso ti ho anche ascoltato :) molto bravo, as usual, tante idee. e in trio basso batteria ce ne vogliono tante: situazione difficile da tenere (e al tempo stesso bella e molto aperta)

  4. #4
    Ciao, grazie dei complimenti.
    Il trio è molto impegnativo, specialmente per un sassofonista, ma ti ripaga con la sensazione di libertà e di avventura che puoi dare suonando.
    Bisogna essere in grado di dare un senso di chiarezza armonica che con uno strumento accompagnatore risulta sicuramente più immediato.
    Anche il contrabbassista non ha un compito facile!
    Io suono anche il tenore, che è stato il mio strumento principale per diversi anni prima che mi innamorassi del baritono. Anche con questo strumento non cambio set up da molti anni.
    L'alto lo suono molto poco, mi sono diplomato in sassofono classico con quello molti anni fa, ma non ho mai trovato un gran feeling con lo strumento.
    E' anche vero che non ho mai avuto un grande alto, il Selmer serie II che avevo lo ho sempre trovato un pò "fermo".
    Mi era piaciuto molto un SML che provai diversi anni fa, ma che alla fine non ho comprato.
    Ora ho un alto da studio, lo cambierei solo se avessi una reale necessità a livello lavorativo.
    Il clarinetto non fa testo, dovrei studiarlo di più per capire se ho un set up che fa per me o no.
    Posso solo dire che quando decisi di comprarlo provai un Buffet 21 chiavi (di quelli discendenti al mib) ed un Selmer S10 degli anni '60.
    Alla fine scelsi il Selmer, mi sembrò più spontaneo, sonoro ed intonato.
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  5. #5
    Io ho un S10 dei primi anni '70, mi piace molto il suono, per quello nonostante la meccanica inferiore lo comprai e l'ho usato per 5 o 6 anni (avevo un buffet 21 chiavi con un suono molto bello, ma che andava in direzione opposta al mio: ci ho lottato per 30 anni :) ) poi mi sono arreso all'intonazione impossibile: ho venduto il buffet RC a un allievo e ho comprato un Buffet conservatoire (sempre 21 chiavi) di un amico che mi è sempre piaciuto molto e prendeva muffa da 20 anni (pensavo lo usasse quando l'ho scoperto l'avrei strozzato). Il selmer lo tengo, non escludo affatto di usarlo ancora. Clarinetto basso sempre uguale (s 10 anni '70) ho cambiato e modificato di recente il bocchino (era un pomarico, adesso è tutt'altro... )

  6. #6
    ps ho suonato tanti anni in trio, ma facevo free - difficilissimo lo stesso, molto impegnativo sia mentalmente che fisicamente, però uno dei miei concerti migliori è stato in trio (ma anche con dell'elettronica pre registrata). Sugli accordi sinceramente non so se reggerei: so che dovrei modificare di molto il mio approccio per stare il più possibile dentro l'armonia (se fossi bravo potrei stare dentro lo stesso, ma non lo sono :) ) e questo mi costringerebbe a ridurre di molto le possibilità - potrei suonare accademicamente, ma non mi interessa (fra parentesi tu non sei per niente accademico).
    ho suonato in duo con un chitarrista (repertorio monkiano, poi alla fine standard per trovare serate), ma è incomparabilmente più semplice :)

  7. #7
    Non sei per forza costretto a stare dentro l'armonia in un contesto pianoless, puoi anche suonare out, come ad esempio in questo solo da 4:27 a 4:33.
    Il problema è che il trio ti dà grande libertà, ma devi saperla prendere, non è affatto facile, ma a me piace moltissimo.
    E' anche vero che per suonare bene in quartetto con il pianoforte devi avere un pianista che sappia accompagnare, cosa non facile.
    In generale io non vedo il suonare "in", ossia dentro l'armonia come un modo "accademico" ed il suonare più "out" come riconducibile al "free".
    Credo che dipenda da quello che succede mentre si suona, e che le due cose possano anche coesistere, anche se potrebbero sembrare in antitesi.
    In generale ritengo che sia importante e difficile saper suonare bene "in".
    Credo anche che se si sa suonare bene "in" si possa anche suonare "out", ma non credo sia vero il contrario.
    Ovviamente si parla di opinioni personali, non di verità assolute.
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  8. #8
    lo so che non sei costretto a suonare dentro l'armonia :) il problema non è quello, non per me - il problema è di controllo metrico... se l'armonia è estremamente chiara (e può esserlo anche solo con un basso, dipende dal tipo di linea) non ci sono problemi, ma quando "evapora" mi capita di uscire e di non ritrovarmi. Ovviamente quelli bravi davvero non hanno di questi problemi :) - ma io sì: ci vuole un tipo di studio che non ho mai coltivato fino in fondo e che sicuramente non coltiverò in futuro, non più di tanto quanto meno... alla fine non è il mio mestiere :)

    pianista bravo ad accompagnare - grande rarità, ne convengo.

    non è suonare nell'armonia che è accademico, l'accademia è un atteggiamento verso le cose, difficile spiegare così in due parole anche il free può essere accademico, eccome. non ho mai diviso i musicisti in base a categorie a "priori" ...
    suonare bene "In" è difficile, certo e anch'io lo ritengo importante in assoluto per un professionista, però suonare "out" è solo apparentemente più facile e in realtà ho trovato spesso musicisti bravi a suonare "in" che non erano assolutamente in grado di suonare "out" (ovviamente è vero anche il contrario e, in generale, capita più spesso).

    io sono una via di mezzo :)

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 registrati e 1 ospiti)

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •