Il risultato sonoro del filmato è davvero incoraggiante... e l'investimento fatto sicuramente verrà ripagato. Io convinto che da qui in poi per ottenere un ulteriore salto di qualità l'investimento da fare diventa decisamente troppo impegnativo.
Esattamente come succede per gli strumenti musicali, ci sono microfoni storici che hanno un "suono storico" che è facilmente riconoscibile e rimane senza tempo.
L'EV RE20 rientra in questa categoria di questi microfoni.
È il suono radiofonico, naturale, un po' tonalmente chiuso ed estremamente dettagliato sulle basse frequenze.
Avete presente quanto qualcuno vi parla dritto contro nell'orecchio... ecco l'RE20 restituisce questo tipo di dimensionalità, senza artifici e senza grossa necessità di interventi correttivi.
Non è detto che sia il microfono perfetto, ma se uno vuole "roba cosa lì" ha davvero poche opzioni ma la mancanza di effetto di prossimità è una cosa tipica di alcuni modelli ElectroVoice.
Ci sono davvero poche controindicazioni nel voler usare questo microfono su strumenti a fiato e in particolare sul sassofono: storicamente lo si è sempre usato.
Credo che sia la scelta giusta per un professionista che cerca un sistema di acquisizione del suono professionale e tutto sommato naturale... e ha compreso che importanta può avere il microfono.
Possiedo un microfono simile (l'RE27N/D) e raccomando un attivatore... non serve un Cloudfilter... ma basta un semplice FetHead (più semplice e facilmente reperibile).
Ai convertitori delle schede piace lavorare "alti", il l'attivatore ti permette di alzare il gain in uscita dal microfono (perché lo attacchi proprio sul microfono) e questo ti permette di attivare il pad sull'ingresso e spingere un po' di più con il livello ingresso, riducendo il rumore.
È il suono di quel microfono, chi lo compra quel suono lì.
Ed è un suono molto addictive. Non hai un iper-dettaglio, ma comunque è un suono tendenzialmente neutro.
C'è da dire che in tempi recenti, sono tornati di moda i microfoni a nastri anche per registrazioni domestiche e quasi... e chi possiede microfoni simili vuole un suono "scuro per davvero".
Vale a dire che rispetto a un normale RE20, un microfono a nastro può suonare molto più cupo.
È tutto relativo.
Per fare un contro esempio: il sassofonista 20/30/40/50/60/70enne boomer che registra cover di brani, con un pessimo senso ritmico, scarso rispetto della melodia e un gusto musicale discutibile... ha bisogno di un microfono differente.
Da non confondere invece la "brillantezza" con il "dettaglio" e qui entrano in gioco meccanismi psicoacustici e l'abitudine all'ascolto.