A fronte di queste nuove rivelazioni, non rinuncerei a un approfondimento delle condizioni funzionali dello strumento, magari con un tecnico differente da quello già citato.
Non sono un pneumologo, ma in presenza di problemi di emissioni (ancora di causa ignota) non mi azzarderei ad utilizzare ance più rigide di quelle con le quali già ci sono problemi...
Voglio dire... un approccio più conservativo potrebbe sicuramente aiutare.
Non è un approccio razionale, a maturità sassofonista raggiunta ogni scelta è soggettiva.
Ma allo stato di neofita, è bene utilizzare combinazioni bocchino+ancia che siano facili... quello che ti è stato imposto è molto distante dal concetto di "facilità".
Anche l'utilizzo di un'ancia sintetica è di per sè qualcosa da evitare: è vero che elimini determinate incognite dovute al materiale, ma ne aggiungi altre... ben più difficili da interpretare.
Anche a maturità sassofonista raggiunta, rimane il concetto che "suonare" non deve significare "fare fatica" e/o "provare dolore fisico" (vedi chi necessità di cartine per non tagliarsi/lesionarsi il labbro inferiore).
È un approccio molto discutibile.
Più corretto sarebbe invece acquisire un capacità tecniche e fisiche sufficienti a raggiungere un livello di confort "ottimale"... e nel farlo acquisire capacità sulla generazione del suono e sul controllo del suono, in tutti i suoi aspetti.
Il termine "ottimale" non solo è soggettivo, ma è qualcosa che cambia e cambierà nel tempo.
Raggiungere un suono classico soddisfacente ti porta ad utilizzare un'impostazione fisica/fisiologica (respirazione, meccanismi di memoria muscolare, posizione mentre si suona e via dicendo) abbastanza specifica per quel tipo di suono, difficilmente riutilizzabile per ottenere suoni differenti.
Ha senso? Sì, ha perfettamento senso se vuoi specializzarti in quel tipo di suoni, sonorità classiche più o meno recenti.
È una tematica ricorrente, dentro e fuori dal forum.
Questa è la conseguenza di quello che ho scritto qui sopra
Originariamente Scritto da tzadik