Risultati da 1 a 14 di 14

Discussione: I grandi del sax di ieri emozionano ancora oggi

  1. #1

    I grandi del sax di ieri emozionano ancora oggi

    E' entusiasmante ascoltare oggi i grandi sassofonisti che hanno segnato la storia del jazz come Joe Lovano, Charles Lloyd che alla sua età suona come un ventenne, Benny Golson che riesce addirittura quasi ad essere perfettamente intonato con il suo modo di suonare estremamente "diaframmatico", Wayne Shorter venerato da tutti come uno degli Dei del jazz, addirittura fino a pochi anni fa anche Sonny Rollins che dava spettacoli con bagni di folla.. insomma da quì a pochissimi anni vedremo scomparire del tutto i pochi giganti del sax ancora viventi.. quelli che ci hanno suggerito i migliori strumenti, che facevano la migliore musica con i migliori musicisti nei locali più belli d'America e del mondo. Io mi emoziono ancora vederli ancora li, in giro.. anche soltanto su YouYube.

    https://www.youtube.com/watch?v=sMFV5Q3xveA
    https://www.youtube.com/watch?v=tjETSyjunLo
    https://www.youtube.com/watch?v=aCeTgGtnl7U
    https://www.youtube.com/watch?v=nIsUtstgJ6g

  2. #2
    Ma sai che non è così :) ci sono sempre nuovi grandi musicisti che emergono - pensa solo a Steve Coleman (solo un esempio di uno che mi piace particolarmente e considero un fuoriclasse) è ancora giovane e dietro di lui verranno altri. La grandezza la dà la prospettiva. Shorter nel '70 non era considerato un grande, solo uno molto bravo

  3. #3
    Citazione Originariamente Scritto da HCE Visualizza Messaggio
    ... Shorter nel '70 non era considerato un grande, solo uno molto bravo
    Nel 1970 aveva già registrato qualcosa come 13 o 14 dischi come leader.
    Era passato per i Jazz Messengers, aveva già suonato per 6 anni con Miles Davis, assistendo alla transizione da "post-modale" a "elettrico".
    Aveva fondato i Weather Report.

    ... non era solo "molto bravo". Era già entrato nell'Heritage dei jazzisti di quel periodo.

    Nel 1970, Steve Coleman aveva 14 anni invece.

  4. #4
    Tzadik, non so quanti anni tu abbia, ma io gli anni '80 me li ricordo, perchè c'ero ()e Shorter era ancora considerato un minore di rilievo; nel '70 i suoi contributi più rilevanti li aveva dati come sideman (nei gruppi che giustamente citi tu) non come leader (il ruolo ufficioso di "co leader" nel quintetto di Davis non era perfettamente compreso). Non è questione di quanti album hai a tuo nome. Nessuno l'avrebbe paragonato, per esempio, a Rollins...

    Nel '70 Coltrane era morto da tre anni e, tendenzalmente, la critica vedeva in Shorter uno dei tanti post-coltraniani.

    ovviamente "minore di rilievo" vuol dire che hai (già) un posto nella storia del jazz, non che sei uno che suona piuttosto bene.

    Ovviamente non stavo parlando di come era considerato Steve Coleman nel '70, ma dello Steve Coleman di oggi: musicista ancora relativamente giovane e in piena attività, come esempio del fatto che non è vero che, finita, la generazione dei "grandi vecchi" non ci rimarrà nulla di buono (o notevole) da ascoltare dal vivo.

  5. #5
    Probabilmente abbiamo vissuto gli anni '80 in maniera diversa... tenendo anche conto che le informazioni che arrivavano in Italia era comunque soggette a un certo delay.
    E dei vari trend... negli anni '70 sono iniziati vari filoni di "fusion"... jazz rock, jazz funk, fusion più o meno esotica, più o meno virtuosistica

    Personalmente io (come tantissimi, forse troppi) non ritengo i lavori di Shorter con la Blue Note, dischi minori o privi di importanza storica, sia a livello di stilistico sia a livello di contenuto musicale.


    Rollins è tre anni più vecchio di Shorter, ma quattro anni più giovane di Coltrane.
    Ma Rollins era già popolare nei primi anni '50... quando per esempio Coltrane era "soltato" un...

    Seppur ci sia vicinanza anagrafica, io Rollins lo ritengo un musicista di altra generazione proprio perché era un musicista maturo già in giovane età.


    Steve Coleman ha 66 anni, faccio un po' di fatica a reputarlo giovane.
    Caparbio, innovativo.

    Si può considerare influente quanto Shorter o Rollins (o Coltrane)?
    (Secondo me, no... ma forse non dipende nemmeno da lui)

  6. #6
    Tzadik io non stavo valutando Shorter... stavo parlando del modo in cui i musicisti vengono percepiti nel tempo e Shorter era giusto un esempio. Ovviamente posso sbagliarmi e/o ricordarmi male, a differenza tua io non mi considero un jazzista: faccio prevalentemente altro (scrivo musica) e con il jazz (che amo) ho un po' perso i contatti negli anni '90, quindi sono poco aggiornato, ma in quegli anni ricordo una grandissima passione per la fusion, ma i nomi prevalenti erano gli Steps, Davis, Brecker, Berg... almeno negli ambienti che frequentavo io. Certo che si parlava anche di Shorter. Ma era considerato un pari grado di Liebman... più o meno.

    nei primissimi anni '80 mio padre fece questa raccolta di LP
    https://www.popsike.com/I-GIGANTI-DE...968720209.html

    come vedi Shorter non c'è nemmeno dipinto, considerando quanto poco fosse autonoma la critica musicale italiana dell'epoca tenderei a pensare che fosse una valutazione piuttosto condivisa. C'è Sam Rivers, ma non c'è Shorter... oggi chi farebbe una simile scelta? Io di sicuro no (e non sono un fan sfegatato di Shorter).

    Ho ritrovato un vecchio - pessimo - libro di Polillo del '75 in cui Shorter è citato 4 volte, la quarta per dire che è uno dei pochi Coltraniani un po' originali (nominato assieme a Barbieri e non ricordo chi)...

    Del resto in testi del '70 Ornette Coleman è ancora considerato una figura controversa... eppure aveva "già dato" probabilmente il meglio della sua carriera ed esercitato il massimo della sua influenza.

    Anch'io non ne faccio una questione anagrafica e su tutto quello che dici su Rollins sono d'accordo (Shorter è sbocciato davvero tardino come jazzista di quella generazione e, infatti, "è arrivato" dopo Rollins ed è stato correttamente valutato dopo Rollins ) - ma non fai che rinforzare quello che intendevo direi io: la percezione che si ha delle cose cambia col tempo, magari sembra che non ci siano musicisti degni di nota, ma semplicemente non hanno ancora "forato" un certo livello di visibilità... col tempo si vedranno e cose che stavano facendo anni prima saranno correttamente valutate.

    "
    Steve Coleman ha 66 anni, faccio un po' di fatica a reputarlo giovane.
    Caparbio, innovativo. "


    Era solo un esempio di uno ancora vivo e più giovane di Shorter/Golson/Rollins :) sicuramente mal scelto, ma, come ti ho detto, io sono un po' poco aggiornato e sicuramente non conosco molti musicisti più giovani che sarebbero stati più adeguati come esempi.

    "Si può considerare influente quanto Shorter o Rollins (o Coltrane)?
    (Secondo me, no... ma forse non dipende nemmeno da lui)"

    E chi lo sa? non mi sento di fare una valutazione... credo serva un po' di distanza storica - sicuramente al momento non ha avuto l'influenza di nessuno dei citati: mi sembra più una figura alla Mingus: un grande "pensatore solitario" che non lascia tracce dirette.
    Poi Shorter, Rollins e Coltrane sono a loro volta molto diversi dal punto di vista sia strettamente artistico che dell'impatto storico (da questo punto di vista direi che Coltrane è difficilmente uguagliabile, Rollins artisticamente secondo me è altrettanto valido, ma meno influente, Shorter sinceramente mi sembra un filino sotto entrambi da tutti e due i punti di vista, ma è solo un "secondo me" senza pretesa che vale quello che vale )

    Scusa la lungaggine, ma non ho il dono della sintesi.


  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da HCE Visualizza Messaggio
    nei primissimi anni '80 mio padre fece questa raccolta di LP
    https://www.popsike.com/I-GIGANTI-DE...968720209.html

    come vedi Shorter non c'è nemmeno dipinto, considerando quanto poco fosse autonoma la critica musicale italiana dell'epoca tenderei a pensare che fosse una valutazione piuttosto condivisa. C'è Sam Rivers, ma non c'è Shorter... oggi chi farebbe una simile scelta? Io di sicuro no (e non sono un fan sfegatato di Shorter).

    Non c'è neppure Oscar Peterson... non c'è Cannonball...

  8. #8
    Cannoball c'è. Peterson personalmente non lo metterei in una lista di grandi :))))
    Ovvio che tutte le liste sono discutibili, in prospettiva poi ci sono sempre nomi che mancano e nomi di troppo.
    A me lì manca Lacy per esempio (anche se moooolto più discutibile di Shorter). Sicuramente più rilevante di San Rivers ...

    edit OOOPS: ho postato la lista sbagliata, quella roda della Curcio non sta nè in cielo nè in terra

    https://www.popsike.com/I-grandi-del...883190952.html

    qui ci sono tutti e due: Cannoball ne "i duri" (vabbe') e Oscar Peterson in "jazz in bianco e nero" (lì c'è anche Jarret)

  9. #9
    ps

    a proposito dei dischi di Shorter degli anni '60: per me Mephistopheles è un disco che già da solo vale una carriera... se anche avesse fatto solo quello meriterebbe un posto nella memoria storica del jazz

  10. #10
    Non citate Bob Mintzer?
    Sax Soprano: J. Michael SP650
    Imboccatura: Bari 64
    Sax alto: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Vandoren Jumbo Java A45, Drake Contemporary VR 7, Selmer s80 c*
    Sax tenore: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Jody Jazz DV 8*, Selmer S80 D


  11. #11
    ma sì certo :) io ho solo citato il primo che mi è venuto in mente (e che, ovviamente, corrisponde maggiormente ai miei interessi musicali) ce ne sono anche altri (Lovano, Potter, Garrett, Joshua Redman...) e chissà quanti che, personalmente, non conosco (per limiti miei, perchè giovani e ancora non - abbastanza noti - noti etc...).

    Il succo del mio discorso, a prescindere dai nomi, è che tendenzialmente c'è sempre qualcosa di nuovo che emerge e vale la pena di essere ascoltato senza rimpiangere il passato (che è lì e per fortuna è documentato e, in qualche modo, disponibile).

  12. #12
    Citazione Originariamente Scritto da HCE Visualizza Messaggio
    ps

    a proposito dei dischi di Shorter degli anni '60: per me Mephistopheles è un disco che già da solo vale una carriera... se anche avesse fatto solo quello meriterebbe un posto nella memoria storica del jazz
    The all seeing eye ... sa il buon dio perchè scambio sempre il titolo dell'album con quello del pezzo mi succede sempre, sempre, con quest'album...

  13. #13
    io di recente ho scoperto Eric Dolphy, trovo entusiasmante il suo jazz modale. Peccato sia morto giovane.
    https://www.youtube.com/watch?v=d9nZu2rSJ78

  14. #14
    Mi fa piacere tu abbia scoperto Eric Dolphy: è uno dei miei musicisti preferiti.

    Avevo postato un video in questa sezione con un intero concerto di un gruppo diretto da lui. Una rarità: ci sono un po' di video con Coltrane e con Mingus, ma di lui come leader c'è solo quello che io sappia.

    È morto giovane, era schivo (poche incisioni da leader, ma almeno una - Out ti lunch - fuori dal mondo) e (non come strumentista) ha trovato una sua cifra relativamente tardi.

    Però ha lasciato impronte pesantissime come "sideman"(direi co leader in realtà) con Coltrane, con Ornette Coleman (il suo contributo alla riuscita di "free jazz" è essenziale) e Mingus (che secondo me le cose migliori le ha fatte con lui e non si è mai ripreso dalla sua morte)

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 registrati e 1 ospiti)

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •