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Discussione: pregi e difetti di alcuni tenori

  1. #1

    pregi e difetti di alcuni tenori

    Tanto per passare il tempo, vorrei discettare sul sax tenore.
    L'ho suonato per 30 anni, smettendo forzatamente 10 anni fa per gravi problemi di cuore.
    Ora mi sono rifugiato, stando sulla sedia a rotelle, nel soprano ricurvo.
    Ma torniamo al tenore.
    All'inizio avevo un Grassi nuovo: discreto in tutto, tranne nelle basse DO e DO#.
    Assicuro che tali difficoltà erano riscontrate da quella mezza dozzina di sassofonisti - con strumenti di vario tipo - semiprof o membri di jazz band dilettanti da me consultati.
    Problemi che ho SEMPRE riscontrato anche con tutti i sax successivi.
    Sui sovracuti, tutti come me usavano regolarmente il RE. Io, pur riuscendo a fare anche RE# e Mi, evitavo in concerto.
    Dopo un paio di anni comprai un Armstrong ( sottomarca del Conn? ), ad un prezzo accessibile ( circa un milione ).
    Sax straordinario per corposità, intonazione, meccanica.
    Purtroppo lo vendetti al momento di ritamponarlo. In seguito l'ho sempre rimpianto, ed ho notato che in Italia è introvabile.
    Lo sostituii dapprima con un Lucien, niente affatto male, ma di qualità inferiore, specialmente sul suono. Alla fine degli anni '90, un Selmer a quasi 3,5 milioni, appena usato, con uno sconto di 1,5 milioni.
    Ebbene, tanta qualità meccanica, ma il suono veramente esile. Neanche confrontarlo con l'Armstrong.
    Lo rivendetti a 2,7 milioni, pensando di non suonare più dopo i bypass, ma poi comprai un sax taiwanese ( la marca non la ricordo ), col quale suonai in un'orchestrina da me assemblata ed ispirata, per familiari, amici, conoscenti e benefattori.
    Sax discreto, che mi piantò in asso quando s'incollò ( mai successo! ) il tamponcino che chiude assieme al DO . Cosa che mi rovinò completamente quel primo concertino della ripresa, perché non riuscivo a capire cosa succedeva: in seguito si ripetè a casa, e finalmente me ne resi conto.
    Da notare che conoscendo simili possibilità sul SOL# e sul DO# grave, azionavo tali tasti regolarmemnte prima di iniziare a suonare.
    Poi ebbi una seconda operazione al cuore, e smisi di nuovo
    Prima di smettere avevo comprato uno Yamaha di base appena usato: bella meccanica, ma suono esile.
    Lo rivendetti, e ritornai alla batteria ( primo amore 9 con un gruppo di tipo familiare, per smettere nel 2013.
    Però, ecco quasi subito comprai uno Yamaha 275 nuovo, con una discreta timbrica, ma ( in negozio non me n'ero accorto )....il SOL calava di un quarto di tono!
    Lo ridiedi dentro in cambio del sax alto 280, perfettamente intonato ( non era così per i contralto che avevo provato in precedenza, dove regolarmente le due ottave divaricavano, ma erano robetta non di marca ). che ho messo in vendita sul mercatino, mentre ho regalato il tenore taiwanese ad un mio nipote, dopo la terza operazione al cuore ( 45 giorni ci coma ) e la fibrillazione persistente dal 2015.
    Ora fatico - in carrozzella - su un soprano ricurvo Ramponi e Cazzani anni'80 perfettamente ritamponato, di ottima fattura, ma che, come tutti i soprano, richiede un'attenzione spasmodica, almeno a chi è rimasto ad un livello di discreto dilettante.
    Ecco, chiedo scusa per questa autobiografia che mi ha aiutato a passare il tempo ( ma anche mi ha restituito nostalgia...).

  2. #2
    Moderatore L'avatar di Il_dario
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    Le esperienze altrui, specialmente così a largo spettro e “tanto per parlare un po’ e passare il tempo, sono molto interessanti e sono l’alimento dei forum

    grazie vecchiorovere


    Schiaccio e baratto ergo sum
    Metronomico della "Ostello Quarna Nightmare Band"
    Anche se gioco in casa "il_padrino della cupola"
    Sax_Gallery

  3. #3
    Grazie di aver condiviso con noi un po della tua storia musicale
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  4. #4
    La musica non ti molla, scorre nelle vene e dà forza, fa ritrovare la gioia di vivere nei momenti più bui. Mi è piaciuta molto la storia di Vecchiorovere (già il nome riporta a un duro che non molla).
    Per molti versi mi ritrovo nelle sue righe, solo che i guai di salute non sono piombati su di me ma su mia figlia.
    Ho iniziato con la musica (clarinetto) da a 7 anni. Con il clarinetto, un Orsi nuovo del 1973, il più bel regalo che abbia ricevuto, arrivai fino al militare: primo clarinetto nella fanfara del Genio Trasmissioni. Qui un commilitone mi fece provare il suo sax tenore. Che roba! Non avevo mai suonato prima un sax. Tornato a casa recuperai un vecchio baritono, non ricordo la marca, duro da suonare e con un suono che di decente aveva poco. Poi, quasi per gioco, per provare a imparare, comprai un tenore Ramponi e Cazzani per settecentomila lire.
    Mettemmo su una Ritm 'n blues band con una sezione fiati di tutto rispetto e spesi i miei risparmi per cambiare il Ramponi con un fiammante Selmer SA 80 II.
    Nel frattempo ho venduto il clarinetto.
    Arrivai così alla fine degli anni 90 e qui si fece buio. Mi restò il sax a tirarmi fuori dai momenti di malinconia, solo io e lui. A volte passavano mesi senza che lo tirassi fuori dalla custodia.
    Sono sempre stato un dilettante allo sbaraglio, autodidatta del sax con i tre anni di corso di orientamento per banda per imparare a fare qualcosa con il clarinetto.
    Cinque anni fa, dopo quasi venti di fermo, vado a suonare al funerale di un amico maestro che se n'è andato a suonare con gli angeli troppo presto e capisco che è da troppo tempo che sto lontano dall'ambiente. Mi è anche ripresa la voglia di clarinetto così alla prima occasione buona mi son portato a casa un Yamaha 450. Mi porto a casa anche un tenore Grassi Professional 2000.
    Nell'estate 2019 alcuni simpatici ladri decidono di omaggiarci di una loro visita mettendo sottosopra casa nostra e portandosi via il mio Selmer, una coltellata al fegato mi avrebbe fatto meno male. (il Grassi non me lo hanno toccato, buongustai).
    Pochi giorni fa mi son fatto il regalo di compleanno, mi sono comprato un Yamaha Custom bruciando parte dei risparmi di famiglia andando ben oltre il budget disponibile per rimpiazzare il vuoto lasciato dal Selmer. Sono passati quasi 52 anni da quando iniziai con i pentagrammi, sono arrugginito, già prima non ero un mostro ora figuriamoci, ma la musica è sempre un'ottima compagnia.
    E' gioia di vivere anche se la vita, a volte, ci porta dove non avremmo voluto.
    Mi ricordo un articolo con intervista a Benny Goodman, anziano e malato i medici gli consigliarono di smettere di suonare visto che lo sforzo potenzialmente avrebbe potuto nuocergli. Per un pò li ascoltò ma poi decise che era meglio rischiare, magari vivere qualche mese in meno ma vivere intensamente accompagnati dalla gioia della musica.
    Ora possiamo anche lasciare la malinconia e tornare alla nostra passione.
    Un abbraccio Vecchiorovere.
    P.S. Sulle gravi (sax tenore) sono da sempre assillato da problemi come i tuoi.
    Sax Tenore: Yamaha Custom Z
    Sax Tenore: Grassi Professional 2000
    Sax Baritono: Grassi Professional 2000
    Clarinetto: Yamaha 450

  5. #5
    pensavo di leggere una disamina tecnica su vari strumenti e invece trovo una storia personale e toccante di grandi difficoltà e grande passione.
    E' proprio vero che per quanto tu voglia o debba farlo la musica non ti molla mai.

  6. #6
    Ringrazio tutti per l'apprezzamento e gli interventi.
    Il sax tenore mi aveva fatto sentire un semidio, con quel collo da cigno, il corpo lungo e snello, la vagina/vaso di Pandora a concludere un'immagine sessuale completa.
    Negli anni '80 non sbagliai una nota, sempre a concertini amichevoli ( dopolavoristi, associazioni sportive, amici organizzati per far festa a capodanno oppure in carnevale...).
    Purtroppo quei tempi d'oro fanno un tutt'uno con la gioventù/maturità, e così la nostalgia è doppia.
    Certo, qualche problema c'era: come conferma anche max64, quel DO - DO # grave era lì a preoccuparmi, in pezzi come "The shadow of tour smile".
    Quando proposi di inventarmi qualcosa al posto del DO, il violinista ( poi sostituito da un chitarrista, ahimè "andato avanti" ), mi disse:
    Eh no, tu devi farmi quel bellissimo DO basso.
    Bellissimo, è vero ( sempre in soffiato ).
    Bepi Saccomani, il bravo e simpatico riparatore-venditore da Pisoni a Gardolo di Trento, mi diceva che occorre un grande colpo di diaframma.
    Il diaframma avevo imparato ad usarlo andando a lezione di flauto traverso, ma per quelle note non bastava.
    Oggi, pur non potendo suonarlo per i noti motivi, chissà perchè stravedo per un Crampon Buffet: lo comprerei al volo, anche solo per soddisfare la vista, ma entrerei in contrasto con moglie/figlio.
    Del contralto non mi sono mai innamorato: voce troppo leggera, sax semplice da suonare ( non da intonare! ), ma bello solo in mano a professionisti.
    Invece, il soprano ricurvo mi ha preso, una volta ascoltato in piazza da un bravissimo suonatore.

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