si, io mi sono formato solo sull'omnibook (non sono un gran bopper va detto)...
sono d'accordo sulla questione della tonailtà - quando sembra andare "fuori" si tratta di estensioni degli accordi o di sostituzioni (che non negano nè indeboliscono le funzioni), è rarissimo che succeda qualcosa d'altro. Va anche detto che (lo dice anche Steve Coleman, mica io che sono l'ultimo dei pirla) tante soluzioni armoniche erano già presenti nella musica di alcuni pianisti (Art Tatum, ma anche Earl Hines, già all'inzio degli anni '30 e pure Ellington, ma anche Coleman Hawkins non scherzava quanto a fantasia armonica) e (sempre d'accordo con S.C.) probabilmente gli aspetti più innovativi sono di carattere ritmico, sia a livello di fraseggio (distribuzione degli accenti, raddoppio e enfatizzazione delle suddivisioni di primo grado) che di sezione ritmica (lo spostamento sul piatto dell'accompagnamento, il pianoforte che occupa meno spazi e non porta più la pulsazione).
Non bisogna dimenticarsi che nell'improvvisazione gli aspetti metrici (dove inizio una frase e dove la finisco - come distribuisco gli accenti) e quelli ritmici sono spesso concretamente più rilevanti di quelli armonici.
Per questi aspetti non so se esistano testi (è probabile che quelli consigliati da Tzadik ne parlino), ma una buona soluzione è ascoltare Parker con l'omnibook davanti e cercare di capire (e segnare) dove mette gli accenti.
Sul piano tecnico meccanico devi padroneggiare molto bene gli arpeggi.