Il discorso è sempre lo stesso, molto analogo a quello che si fa per gli strumenti: quanto c'è di differenza di suono reale, nel senso di percepito di chi ascolta ( parlo anche di ascoltatori esperti) e quanto c'è di suono immaginato e trasmesso all'ascoltatore, da parte del musicista.
In altre parole, le paranoie di un sassofonista ( e non solo...), anche attrezzato da ottimo sax e ottimo set up, valgono tante spese per cambiare qualcosa del proprio suono, con cambiamenti che spesso lasciano perplesso lui stesso?
Sono convinto che una buona fetta di profitti in questo settore sia determinato da nostre ossessioni, nel ricercare sempre qualcosa che suona meglio di quanto abbiamo già. Un fattore squisitamente psicologico che l'industria conosce molto bene...