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Discussione: Il nostro suono: siamo noi o lo strumento? Selmer SBA & Yamaha 275

  1. #1

    Il nostro suono: siamo noi o lo strumento? Selmer SBA & Yamaha 275

    Ciao, secondo voi conta di più il sassofonista o lo strumento? Possiamo avere il nostro suono indipendentemente dal set up che usiamo? In questo video ho suonato due tenori molto diversi tra loro, un Selmer SBA 51.XXX ed uno Yamaha 275. Ho espresso le mie opinioni nel video, ora attendo le vostre.
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    Ho registrato il video facendo una "first take", per avere l'effetto della prima impressione. Sono convinto che se avessi avuto diverse ore di tempo il risultato sarebbe stato diverso.
    Che ne pensate?

    ATTENZIONE NON E' UN TEST FRA I DUE STRUMENTI, MA FRA SASSOFONISTA VS STRUMENTO
    Ho visto molti video ridicoli a riguardo. Tengo a precisare che è oggettivamente superiore il Selmer SBA, oltretutto il 275 è un modello da studio della Yamaha, non un "top of the line".
    Il punto è quanto può essere in grado un sassofonista di ottenere il proprio suono "plasmando", "piegando"", comandando" (scegliete il termine che preferite) lo strumento?

    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  2. #2
    bello il video che nella sostanza esplicita anche il mio pensiero. Il sassofonista più ha tecnica più riesce a piegare lo strumento. (e tu di tecnica ne hai in abbondanza)
    Detto questo sono anche convinto che "alcuni limiti" non si possano superare e si subiscano a prescindere dalla abilità tecnica.

    A questo proposito penso che sulla produzione del suono interferisca in maniera molto maggiore ancia e bocchino rispetto al sax.
    per essere ancora più chiari puoi avere il controllo del più grande sassofonista ma se monti una trave al posto dell'ancia e poi monti un fuscello la differenza si sente , o se monti un guardala bello aperto e poi un soloist bello chiuso.
    (e poi suoni una scala maggiore su tre ottave o più con tutte le dinamiche)
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #3
    Ciao fcoltrane, mi fa piecere che tu abbia apprezzato il video.

    Andiamo per gradi
    1 Il sassofonista crea un suo suono basandosi in parte sul suo "suono ideale" che sente nella testa, in parte dai suoi ascolti (tenderà a farsi influenzare dai suoni che piu' preferisce) ed in parte sulla tecnica e sullo studio in generale.
    2 Formerà nel tempo un suo concetto sonoro
    3 sfrutterà la tecnica e la sua attrezzatura (il set up) per cercare di ottenere quel suono
    tutti questi fattori lo porteranno ad utilizzare un becco ed un'ancia che possano permettergli di produrre il più agevolmente possibile il suono che ha in testa.
    Sicuramente lo stesso identico set up suonerebbe in modo molto diverso se usato da un altro sassofonista.

    E' ovvio che -cito il tuo intervento-: "montando una trave al posto dell'ancia e poi monti un fuscello la differenza si sente , o se monti un guardala bello aperto e poi un soloist bello chiuso.
    (e poi suoni una scala maggiore su tre ottave o più con tutte le dinamiche)" in questo caso ci sarebbero variazioni maggiori.
    Sicuramente variazioni così enormi come quelle da te elencate producono risultati diversi a prescindere dal sassofonista.
    Questo è il motivo per cui io ritengo (ma qui entriamo nel personale) che usare un settaggio medio sia quello che permetta di plasmare il più possibile il proprio suono.
    Ovviamente poi concorrono tutta una serie unica di elementi fisici, per cui due persone possono trovarsi bene con due settaggi opposti.
    Ma partendo da un settaggio medio ed impararlo a controllarlo al meglio si acquisirà una buona tecnica e da li si potrà poi partire verso set up più estremi.
    L'importante è avere un concetto sonoro ed una tecnica che vadano in una certa direzione, per questo ritengo che se vogliamo cambiare suono dobbiamo innanzitutto cambiare i musicisti che ascoltiamo prima ancora del set up
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    Theo Wanne endorser

  4. #4
    Fabrizio come sempre fa video molto interessanti ed è evidente la sua competenza già solo sentendolo parlare.
    Tutti noi siamo partiti dall'avere come obbiettivo un determinato suono riconducibile al nostro sassofonista preferito, poi con il tempo acquisendo maturità ci si scosta da esso seguendo il proprio gusto personale unito alla comodità nel raggiungere tale risultato.
    A tale proposito ai ragazzi che si affacciano a tale strumento suggerisco di iniziare con strumenti nuovi o quasi nuovi perchè tra i problemi iniziali non vi è "raggiungere un determinato suono" ma evitare quei vizi errati che ti porterai per lungo tempo invece nella maggior parte dei casi è proprio il contrario, si acquistano strumento strausati per risparmiare che per tirare fuori due note bisogna per forza andare a spingere di brutto sulla tastiera, stringere il labbro ecc ecc e quindi avere difetti importanti nell'emissione.
    Il discorso di Fabrizio non fa una piega per chi ha già raggiunto un buon livello, il focus del suono è quello, e le differenze tra uno strumento e l'altro non lo avverte più di tanto chi ti ascolta ma tu stesso che lo stai suonando.
    Sax Soprano: J. Michael SP650
    Imboccatura: Bari 64
    Sax alto: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Vandoren Jumbo Java A45, Drake Contemporary VR 7, Selmer s80 c*
    Sax tenore: Selmer SA80 II serie
    Imboccature: Jody Jazz DV 8*, Selmer S80 D


  5. #5
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    Sono già intervenuto su questo argomento postato da Fabrizio su facebook. Sostanzialmente la mia posizione, data dalle mie esperienze di 20 anni circa, è che, posto che un saxofonista deve essere il padrone dell'esecuzione, e quindi preparato e con un suono e una direzione di esso abbastanza chiara nella propria testa, lo strumento, o meglio ancia, bocchino e sax, sono sì molto importanti per trovare il giusto equilibrio e tirar fuori la sonorità e il linguaggio che si ha in testa, ma non necessariamente tale feeling si trova con strumenti costosi. Cioè, nonostante ad esempio un Selmer Mark 6 ipotetico del '59 sia uno strumento tendenzialmente eccezionale, costruito perfettamente, all'avanguardia ancora oggi, dal suono perfetto e intonatissimo ecc...non è detto che con tale ipotetico strumento suonerei meglio o, più correttamente, come vorrei o come sento nella mia testa, nella mia idea di suono e di linguaggio. E di questo ne ho la prova diretta, dal momento che ho trovato il giusto feeling con il mio Grassi anonimo e con altri stupendi strumenti ho sempre suonato in maniera quasi uguale ma senza quel feeling che ho avuto da subito con il Grassi Ammaccato del '77, che di contro ha diverse problematiche fastidiose che io metto in secondo piano, ma per altri potrebbero essere troppo limitanti. Tutto questo discorso, ovviamente, vale finchè si parla di strumenti in ordine, con un buon grado di affidabilità per quanto riguarda intonazione, movimenti della meccanica e tutto il resto. Un mio allievo, altro esempio, tira fuori un suonone con un vecchio Yamaha 23, con il mio suona bene ma non è la stessa cosa, per chi ascolta è molto simile ma il feeling è differente. Ancia e bocchino, poi, sono decisive per ottenere il giusto equilibrio, e anche qui, non è detto che si trovi il meglio con pezzi costosi, sempre io, suono con ance Rigotti e ottolink pagato 100 euro da un anziano di paese, non è un Florida o Early Babbit, entrambi provati a lungo, eccellenti, ma non giusti per me come "il mio bocchino".
    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
    Otto Link STM Usa 7*, Rigotti 3 Strong
    Alto Grassi '76,
    Otto Link STM Early Babbitt 7*, Rigotti 2 strong
    Soprano Grassi Prestige Bimbo '82
    Keilwerth 6*, Rigotti 3 strong

  6. #6
    Ciao, purtroppo ho dei continui problemi con saxforum da quando è stato aggiornato.
    Non ricevo mai le mail di risposta ed il sistema fa spesso un "log out" automatico che non mi consente di poter rispondere. Succede ance a voi? E' un problema del mio computer?

    Grazie globe81 e danyart.
    Le differenze tra gli strumenti ci sono e sono oggettive, ma l'elemento più importante nel creare il suono siamo noi.
    Danyart hai ragione nel dire (ma questo è un altro aspetto) che anche il feeling che si crea con uno strumento è molto importante ed anche che possiamo trovarci meglio con uno strumento meno costoso o "blasonato".
    Un aspetto differente che non ho ancora trattato è che il tipo di sonorità che produciamo influenza anche il nostro fraseggio.
    Il suono, il fraseggio, l'"idea di musica" che abbiamo sono tre entità strettamente legate.
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  7. #7
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    Ciao, purtroppo ho dei continui problemi con saxforum da quando è stato aggiornato.
    Non ricevo mai le mail di risposta ed il sistema fa spesso un "log out" automatico che non mi consente di poter rispondere. Succede ance a voi? E' un problema del mio computer?
    Ciao Fabrizio, probabilmente è una questione di impostazioni browser o più semplicemente dal link utilizzato.
    Da tempo eravamo passati a "Https" per adeguarci alle nuove disposizioni di sicurezza, quindi se all'inizio dell'indirizzo hai ancora "Http" potresti avere dei problemi.
    Prova a riloggarti e collegarti sempre da questo link: https://www.saxforum.it/forum/forum.php
    Soprano: Yamaha Yss-475II
    Jody Jazz HR 6* - Selmer S90-180
    Tenore: Yanagisawa T901 + Neck T92 (bronze)
    Vandoren V5 T35 & V16 T7
    WBS M2 7
    Tenore: Grassi Professional '86
    Otto Link STM 6*
    WBS VT1W 7 (copia Dukoff Hollywood Zimberoff 7)

    La musica è la tua propria esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento.
    Charlie Parker

  8. #8
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    assolutamente Fabrizio, io su questo punto sono categorico da tantissimo tempo, infatti, dicevo proprio che, posto che un musicista deve avere ben in testa, nella tecnica e tutto il resto, un suono di riferimento e quindi anche un fraseggio, un linguaggio, poi lo strumento, o meglio tutto ilo setup, infuisce nella riuscita più internamento (a livello di sensazioni e del "trovarsi bene") che all'esterno, come detto più volte, per quanto mi riguarda, sia che suono il mio Grassi sia che suono un altro tenore qualsisasi, saròà sempre riconoscibile e pressoché uguale. sono solo le sottigliezze (per altro per noi musicisti estremamente importanti) ad essere differenti e a fare la differenza
    Tenore Grassi Ammaccato '77
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    Keilwerth 6*, Rigotti 3 strong

  9. #9
    Verissimo cosa hai detto Danyart..... a proposito del yts 23..
    http://www.shwoodwind.co.uk/Reviews/...maha_yts23.htm
    Ciao a tutti...

  10. #10
    Davvero interessante questa discussione, grazie a Fabrizio ma anche agli altri trovo qualche conferma, come ad esempio quando suono con un bocchino differente il mio fraseggio inevitabilmente cambia, è anche divertente e può diventare un momento di grande gioia perchè si crea quasi un nuovo sound, un feeling piacevolmente diverso con il gruppo che spesso o quasi sempre condivide. Bisogna ammettere che dopo un periodo breve o medio/breve torniamo al nostro amato becco con la nostra autentica sonorità, è raro fare bingo e sposare l'ultimo becco arrivato per parecchi anni. Con questo quindi confermo che il suono altera il nostro fraseggio è quasi inevitaile, basta avere una minima differenza sonora rispetto al nostro bocchino ordinario per far scattare il Parker che abbiamo dentro (magari fosse proprio così..). Anche gli strumenti sono intriganti, ma sono le imboccature in generale quelle che più di ogni altra cosa turbano (in modo positivo/negativo) il nostro fraseggio/suono. Facciamo la stessa cosa con altri oggetti come le autovetture ad esempio (non riesco a mantenere la mia guida ordinaria nonostante siano passati quasi due anni)..schiaccio a fondo il pedale del mio nuovo turbo benzina per pochi secondi perchè ancora sono influenzato dalla nuova motorizzazione cambiando quindi il mio stile di guida di tipo soft..

  11. #11
    @Mikess certo, sicuramente la sensazione che si ha soffiando in uno o nell'altro strumento produce un feeling diverso nel musicista che sta suonando, e questo è un fattore importante.
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

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