Sono già intervenuto su questo argomento postato da Fabrizio su facebook. Sostanzialmente la mia posizione, data dalle mie esperienze di 20 anni circa, è che, posto che un saxofonista deve essere il padrone dell'esecuzione, e quindi preparato e con un suono e una direzione di esso abbastanza chiara nella propria testa, lo strumento, o meglio ancia, bocchino e sax, sono sì molto importanti per trovare il giusto equilibrio e tirar fuori la sonorità e il linguaggio che si ha in testa, ma non necessariamente tale feeling si trova con strumenti costosi. Cioè, nonostante ad esempio un Selmer Mark 6 ipotetico del '59 sia uno strumento tendenzialmente eccezionale, costruito perfettamente, all'avanguardia ancora oggi, dal suono perfetto e intonatissimo ecc...non è detto che con tale ipotetico strumento suonerei meglio o, più correttamente, come vorrei o come sento nella mia testa, nella mia idea di suono e di linguaggio. E di questo ne ho la prova diretta, dal momento che ho trovato il giusto feeling con il mio Grassi anonimo e con altri stupendi strumenti ho sempre suonato in maniera quasi uguale ma senza quel feeling che ho avuto da subito con il Grassi Ammaccato del '77, che di contro ha diverse problematiche fastidiose che io metto in secondo piano, ma per altri potrebbero essere troppo limitanti. Tutto questo discorso, ovviamente, vale finchè si parla di strumenti in ordine, con un buon grado di affidabilità per quanto riguarda intonazione, movimenti della meccanica e tutto il resto. Un mio allievo, altro esempio, tira fuori un suonone con un vecchio Yamaha 23, con il mio suona bene ma non è la stessa cosa, per chi ascolta è molto simile ma il feeling è differente. Ancia e bocchino, poi, sono decisive per ottenere il giusto equilibrio, e anche qui, non è detto che si trovi il meglio con pezzi costosi, sempre io, suono con ance Rigotti e ottolink pagato 100 euro da un anziano di paese, non è un Florida o Early Babbit, entrambi provati a lungo, eccellenti, ma non giusti per me come "il mio bocchino".