In realtà credo che "l'apprezzare il genere" sia molto vago, nel senso che ho notato che diversa gente che è stata bene al concerto non aveva mai sentito certe cose e nemmeno il jazz più canonico, anche perché noi non suoniamo propriamente Free Jazz nello stile ormai in gran parte definito degli anni '60, ma con influenze e/o derivazioni Psichedeliche, ritmiche, progressive e altro, insomma musica creativa, istantanea, estemporanea, infatti il disco si chiama "Accadimenti sonori estemporanei".
Diciamo che si può vivere un'esperienza nuova e inaspettata se si ha un minimo di apertura mentale, poi ovviamente può non coinvolgere positivamente ma senza preconcetti si può anche non solo apprezzare ma arrivare ad un'esperienza esaltante, soprattutto dal vivo