mmm. ....grazie a quei contabili impiegati accademici avvoltoi ora il linguaggio di parcker puòOriginariamente Scritto da juggler
dirsi quasi codificato.
per il linguaggio di dolphy siamo ancora in alto mare e se nessuno scevro da pregiudizi
si vorra cimentare , ci rimarremo in alto mare.
i testi ai quali fai riferimento (escluso il manuale di armonia che si trova a roma e che dovrò riprendere) li ho qui con me.
la politonalitÃ* mi affascina è per questo che cerco di capirci qualcosa.
la frase : per improvvisare o suoni le note dell'accordo o quelle estranee o fai un po ed un po.
è proprio di liebman.
la prima ipotesi è stata relativamente studiata e spiegata .
la seconda un po meno .
la terza un vero casino.
Posso dire che liebman conosce sicuramente le regole (per avergliele sentite suonare )
di dolphy preferivo non doverlo credere come atto di fede ma che ci fosse qualcuno in grado di spiegarlo.
Per l'influenza evidente di parcker vale lo stesso discorso.
Se dico in S.Coleman sento in maniera evidente l'influenza di Parcker posso dirti con precisione
a cosa mi riferisco (in termini di suono, fraseggio, esposizione del tema ecc.)
se dico in S. Coleman sento in maniera evidente l'influenza di Parcker nel superamento del
bebop con la poliritmia (dico una cosa volutamente inesatta).
stesso discorso con dolphy
Che conoscesse le regole lo sospetto (come atto di fede lo credo) ma preferivo che ci fosse qualcuno che fosse in grado di spiegarle queste benedette regole (ed il rispetto delle stesse).
E' chiaro che le regole o le suoni (o se suonate da altri le trascrivi e le spieghì)
in caso contrario si può sostenere di tutto anche che in dolphy sento l'influenza dell'upupa di trecastagni.
ciao fra