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Discussione: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

  1. #16

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    ...la sua "anima", a mio avviso, ha lasciato una lezione ineguagliabile, ancora attuale: improvvisare non significa seguire "clichè" o strade giÃ* conosciute...perchè in quel caso l'improvvisazione sparisce e diventa "variazione accademica" su un "canovaccio" conosciuto o giro d'accordi (la "nomenclatura" della "didattica jazz", oggi, insegna a "variare"...non a improvvisare!)...l'improvvisazione è come la vita... pensi a qualcosa, fai progetti... e nel frattempo attorno a te succede altro...e sei costretto a dare una risposta immediata, provvisoria ma necessaria...il resto è solo retorica!
    mai quotazione fu più piacevole per me. :bravo:
    compliementi juggler analisi davvero completa e inteligente :D-:
    ma ora facci sentire qualcosa di te, avanti spara qualche link dove poterti ascoltare :zizizi))

  2. #17
    L'avatar di Sax O' Phone
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    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    [...] l'improvvisazione è come la vita... pensi a qualcosa, fai progetti... e nel frattempo attorno a te succede altro...e sei costretto a dare una risposta immediata, provvisoria ma necessaria...il resto è solo retorica!
    SIC

    ::
    Who's the greatest band around,
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    who's the talk of rhythm town,
    five guy's named Moe, that's us!


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  3. #18

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da zeprin
    [...]
    L'unica cosa che aggiungerei e' che non e' facilissimo da ascoltare, ci vuole un po di rodaggio alle orecchie per apprezzarlo..
    :zizizi))
    è per questo che mi ostino a cercare di capire cosa suonasse.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  4. #19

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Errata corrige:
    "Parker sostituisce gli accordi del turnround..." in realtÃ* "Parker estende gli armonici degli accordi..."
    Le "sostituzioni", nel vero senso, saranno effettuate successivamente da Coltrane...
    su questo concordo in pieno .
    sostituzione in senso proprio sono sicuramente operate da Trane ,ed infatti mi avessi detto che in Trane tu senti un parckeriano che ha evoluto il linguaggio del bebop lo avrei capito perfettamente . :yeah!) :yeah!) :half: :half: (ed i riferimenti ai brani li avrei potuti fare ).
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  5. #20

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Dolphy è stato, per molti anni, la mia ossessione/ispirazione: per un lungo periodo, sono stato definito "dolphiano" nell'approccio improvvisativo che mi caratterizzava...
    Ma per caso fai parte (come il nostro Ropie) della compagnia degli "sgallinati porpora", suoni clarinetto ed alto e insegni a Siena Jazz senza essere Trovesi? ;)

    Te lo chiedo perchè non conosco tanti altri sassofonisti Dolphiani nel Jazz italiano
    Tenore Selmer Mark VI
    Alto Cannonball Big Bell Stone Series
    Soprano Yamaha YSS 675
    Wind Control. Yamaha WX5

    My Music Blog: http://jazzsounddevelopment.blogspot.com/
    Sax On The Tube: http://saxonthetube.blogspot.it/

  6. #21

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    [...]...se spiega tutto...è un "contabile" o un impiegato mancato...infatti gli "impiegati" o "accademici" sono degli "avvoltoi" che riducono a macerie o a banalitÃ*
    le "intuizioni" degli artisti...
    mmm. ....grazie a quei contabili impiegati accademici avvoltoi ora il linguaggio di parcker può
    dirsi quasi codificato.
    per il linguaggio di dolphy siamo ancora in alto mare e se nessuno scevro da pregiudizi
    si vorra cimentare , ci rimarremo in alto mare.
    i testi ai quali fai riferimento (escluso il manuale di armonia che si trova a roma e che dovrò riprendere) li ho qui con me.
    la politonalitÃ* mi affascina è per questo che cerco di capirci qualcosa.
    la frase : per improvvisare o suoni le note dell'accordo o quelle estranee o fai un po ed un po.
    è proprio di liebman.
    la prima ipotesi è stata relativamente studiata e spiegata .
    la seconda un po meno .
    la terza un vero casino.
    Posso dire che liebman conosce sicuramente le regole (per avergliele sentite suonare )
    di dolphy preferivo non doverlo credere come atto di fede ma che ci fosse qualcuno in grado di spiegarlo.
    Per l'influenza evidente di parcker vale lo stesso discorso.
    Se dico in S.Coleman sento in maniera evidente l'influenza di Parcker posso dirti con precisione
    a cosa mi riferisco (in termini di suono, fraseggio, esposizione del tema ecc.)
    se dico in S. Coleman sento in maniera evidente l'influenza di Parcker nel superamento del
    bebop con la poliritmia (dico una cosa volutamente inesatta).
    stesso discorso con dolphy
    Che conoscesse le regole lo sospetto (come atto di fede lo credo) ma preferivo che ci fosse qualcuno che fosse in grado di spiegarle queste benedette regole (ed il rispetto delle stesse).
    E' chiaro che le regole o le suoni (o se suonate da altri le trascrivi e le spieghì)
    in caso contrario si può sostenere di tutto anche che in dolphy sento l'influenza dell'upupa di trecastagni.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  7. #22

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da fcoltrane
    mmm. ....grazie a quei contabili impiegati accademici avvoltoi ora il linguaggio di parcker può
    dirsi quasi codificato. .......
    Se dico in S.Coleman sento in maniera evidente l'influenza di Parcker posso dirti con precisione
    a cosa mi riferisco (in termini di suono, fraseggio, esposizione del tema ecc.) ....
    So che è un un pò antipatico, ma all'ennesima volta che lo scrivi devo evidenziare che Parker si scrive senza la "C" prima dell "K". ;)
    Tenore Selmer Mark VI
    Alto Cannonball Big Bell Stone Series
    Soprano Yamaha YSS 675
    Wind Control. Yamaha WX5

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  8. #23

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Caro fra...non comprendo il senso delle tue affermazioni!
    "grazie a quei contabili impiegati accademici avvoltoi ora il linguaggio di parcker può
    dirsi quasi codificato..." non vuol dir nulla! Un'opera o un artista hanno un valore quando sono..."codificati"?
    Un'opera d'arte non segue le regole: crea le proprie! Dolphy, che tu ci creda o no...conosceva non solo le "regolette del jazz" ma aveva una conoscenza enciclopedica della musica! E delle "regole impiegatizie"... se ne fregava, si dava le sue regole e a queste si atteneva: questo è un artista! Dopo di che può piacere o no...e allora? Le tue "regole"...sono ancora temino-improvvisazione-temino? Ammazza...
    Visto che sei un "adoratore di Coltrane"...ti sei fermato a "My Favorite Things" o a "Giants steps"? "Expression" "Ascension" "Interstellar space"...per te, non esistono? Se sì...attendiamo un analisi attenta e scrupolosa di uno dei brani a tua scelta, tratto da questi lavori!
    Da come parli, mi sembra che prima di occuparti di "procedimenti politonali"...debba occuparti di aspetti armonico-musicali...un po' piu' semplici!
    E poi...non mi sembra che conosci bene la discografia di Dolphy...in una delle sue prime collaborazioni (gruppo di Chico Hamilton), Dolphy si comporta in modo "impersonale" e "dentro le riga"...e anche nei dischi a suo nome c'è sempre uno o piu' brani dentro le regole...diciamo brani di "routine": "Glad to be unhappy" (flauto)...che c'è di conturbante? "Green Dolphin Street" o "It's magic" (clarone)...cos'hanno di devastante?
    Se non trovi la "poesia" in ciò che suona Dolphy...perchè lo ascolti? Cosa vuoi capire? Forse, tutto ciò che "puzza d'avanguardia" o va in quella direzione non fa per te: e ciò, non fa di te una persona nè migliore, nè peggiore! Ognuno è... come è: evviva la diversitÃ*! L'arte è un fatto individuale: è un campo di possibilitÃ*, non di veritÃ*! Quando gli accordi si estendono oltre il 13° armonico...si entra nella "terra di nessuno"...e ognuno può usare il "metodo" che gli pare...se fai difficoltÃ* ad accettare che possono esistere masse accordali fatte di timbri e "frequenze estreme"(basse-alte)...cosa vuoi capire? Devi solo capire quale è la tua sensibilitÃ* e quale il tuo gusto...stop!
    Liebman ha avuto l'onestÃ* umana e intellettuale di ammettere che quando suonava con Davis ("On the corner") non capiva, nè apprezzava ciò che facevano...l'ha capito molto tempo dopo!
    Se non comprendi il grande "messaggio d'amore" che è celato nei "suoni umanizzati" di Dolphy...che sembra "discretamente suggerire": "guardate...anche lo scemo del villaggio, il tonto, l'ubriaco... talvolta possiede delle veritÃ* che neanche immaginate...che un grido di dolore, è una richiesta d'amore...tutti nascondiamo/celiamo sofferenze, ma facciamo finta che...tutto va ben, tutti siamo OK...che litighiamo o facciamo guerre per motivi futili..."
    cosa vuoi capire...perchè fa quella nota strozzata, dopo un lamento...che lanciato arriva fino in cielo...per sprofondare poi negli abissi?
    L'improvvisazione non può essere spiegata e analizzata come fosse una sonata di Beethoven o una sinfonia di Mozart: mi dissocio da questo "manicheismo" interpretativo futile e falso...dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno... che il jazz è una musica del secolo scorso!

    Mad Mat...non suono il clarinetto basso, non insegno a Siena (nè mi interessa), nè so chi sono gli "sgallinati porpora"...lavoro pochissimo in Italia...anzi se proprio devo dirla tutta... quest'anno quel poco che ho fatto (concertisticamente parlando) è stato all'estero (Francia, Germania, Olanda; piccole nicchie che mi son creato nel corso degli anni...); suono sax (contralto e soprano) e flauto traverso...un tempo ero anche bravino col bansuri indiano (ora non lo pratico piu' e ho perso "smalto"...), uso talvolta anche i flauti barocchi...ma piu' come colori e applico ad essi "tecniche etniche" piu' che quella tradizionale...i contesti in cui lavoro sono per lo piu' multimediali (danza, sonorizzazioni di film sperimentali, progetti multimediali) Ero "dolphiano" (nell'animo forse lo sarò sempre...non so...) mi auguro di poter dire nel mio piccolo, oggi, qualcosa che possa essere riconosciuto come mio...perchè è un po' di anni che suono solo "robetta mia"...

    Caro Puma...vedrò appena ho un po' di tempo di postare qualche mp3...un po' non ho molto tempo (ho famiglia e un figlio)...un po' per pigrizia...un po' perchè sono il peggior critico di me stesso...ho un progetto a cui tengo molto, ma sta avendo un po' di ritardi per problemi di varia natura...ma insomma, di materiale ne ho anche parecchio e molto diverso...un po' di pazienza, please!
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  9. #24

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    caro juggler io non discuto la grandezza dell'opera di dolphy, il mio primo messaggio è una ammissione di un mio limite .
    (se Trane imparava dai musicisti con i quali suonava figurati io cosa penso degli stessi musicisti) :half: :half: :half:
    quello che non condivido è l'idea che l'opera di un artista non possa essere analizzata spiegata capita e codificata.
    ti ripeto che se non fossi un sassofonista ascolterei l'opera punto e basta ma posto che desidero suonare mi interessano molto i punti di vista altrui (se poi sono di sassofonisti non chiedo di meglio) spesso però (come ora del resto) mi scontro con musicisti che credono che questa operazione sia impossibile.(o non sono in grado di spiegarla o non vogliono).

    sono perfettamente consapevole dei miei limiti e so che per analizzare un solo del periodo
    prestige (coltrane) mi serve 1 mesetto,per analizzare ascension forse dieci o più anni.
    ti dirò che io amo tutto ciò che "Puzza di avanguardia" soprattutto se chi la fa puzzare è gente come Trane insieme a Dolphy.
    ma la cosa straordinaria è che amo anche gli stessi musicisti che suonano sugli standards.
    accolgo il tuo invito per ciò che riguarda lo studio di cose più semplici
    (ed infatti sto trascrivendo uno standard).

    effettivamente non ho alcuni dei dischi che hai citato (ed in realtÃ* desideravo proprio questi benedetti riferimenti) saranno i miei prossimi acquisti
    tutto quello che hai scritto però non mi aiuta a capire queste evidenti influenze parkeriane
    perchè nei dischi che possiedo (e non sono pochissimi) le influenze di parcker sembrano assenti.
    una domanda (che non appaia l'ennesima provocazione)
    dici che "dolphy si dava le sue regole e a queste si atteneva"
    ma tu sei in grado di spiegarle?
    se lo sei ,questa discussione sarÃ* stata veramente proficua (dal mio punto di vista)
    in caso contrario abbiamo solo perso tempo.

    ma tu le regole
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  10. #25

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Hai citato le "regole" di Liebman: stai dentro...qualche volta fuori...fai quello che ti pare...
    Nell'evoluzione artistica di Dolphy, dai suoi esordi discografici fino a "Out the lunch"...queste "regole" sono state rispettate e nello stesso tempo radicalizzate ovvero a seconda della "temperie espressiva" del brano, Dolphy adoperava una "strategia d'azione differente": poteva essere "ligio" all'impianto tonale, fregarsene totalmente, entrare ed uscire dalla struttura a suo piacimento, usare un unico parametro di riferimento (in genere la "derisione vocalizzata" o girare intorno ad una pulsazione ritmica per "scombinarla" in vario modo come dettava la sua "bizzarra fantasia").
    Se ascolti "Percussion better sweet" di Max Roach (sono presenti la moglie di Roach, la cantante Abbey Lincoln, Rollins e Coleman Hawkins), nel brano di apertura del disco, quando parte il solo di Dolphy (clarone) non c'è un solo parametro che viene rispettato...
    Sempre nello stesso disco, c'è una ballad struggente della Lincoln (perdona se non ricordo ora i titoli dei brani...) in cui il solo di Dolphy al contralto diventa una "perorazione drammatica" che ripercorre ed esalta le dolenti parole della canzone (l'avrò sentita milioni di volte...ma ogni volta l'entrata del contralto di Dolphy, mi fa accapponare la pelle...).
    Se invece ascolti "Out there"...Dolphy si attiene ad una "pulsazione" che viene frequentemente ribadita all'interno del fraseggio ed è l'"unica ancora" di riferimento..."Miss Toni" è "routine"(se non senti Parker neanche qui, non so proprio piu' cosa dirti...) molto nelle regole con un pizzico d'ironia...in alcune "performance live" e registrazioni, la sua "intonazione" (soprattutto al contralto) rispetto a quella del gruppo è un semitono sopra (non perchè fosse stonato, ma per scelta: l'uso, poi, di un fraseggio ad "intervalli estremi" e la tendenza al grido e alla deformazione melodica diventano le costanti nello sviluppo del solo...parliamo sempre di uno sperimentatore non di un esteta!).
    "Miss Ann", uno dei suoi brani piu' conosciuti e spericolati, a mio avviso, è come una "Donna Lee" scritta 20 anni dopo...
    Inoltre, almeno nella fase intermedia della sua breve parabola artistica, a livello improvvisativo, si nota un uso intensivo di scale a "trasposizione limitata" (diminuita, esatonale ed esatoniche irregolari...odio i libri di "patterns jazz"...tuttavia, in quello di Oliver Nelson, ho
    notato che il "pattern sulla scala diminuita" è proprio una frase che ricorre frequentemente in alcune improvvisazioni di Dolphy!).

    Alcuni brani che ti ho segnalato puoi ascoltarli, qui:
    http://www.deezer.com/it#music/result/all/eric%20dolphy

    Spiegare, analizzare, codificare un brano o uno stile jazz.
    L'analisi musicale applicata al jazz è stata mutuata dai procedimenti analitici adoperati nell'ambito della musica accademica: la differenza è che la musica accademica è scritta, il 98% di ciò che viene definito jazz è improvvisato...le incisioni che si sono susseguite nell'arco della storia del jazz, hanno permesso la "trascrizione" di ciò che per definizione è provvisorio e circostanziale alla "performance live", unica e irripetibile, ovvero è diventato l'"oggetto feticcio" su cui "postulare teoremi" (buoni per gli "impiegati attuali").
    Zita Carno, giornalista e musicista, trascrisse un famoso solo di Coltrane...sottoponendolo all'attenzione del "sommo tenorista" gli chiese di rieseguirlo dalla partitura...Coltrane guardando la parte, laconicamente le disse: "Troppo difficile...non lo so suonare!"
    Il jazz lo si imparava sul campo...perchè esisteva una "comunitÃ*": ascoltando, suonando e imparando dai piu' bravi...era un esercizio della "sensibilitÃ*", una continua sfida con se stessi e con i propri limiti...oggi, molti giovani si credono "jazzisti" avendo studiato "patterns e trascrizioni"...una generazione di strumentisti "sordi e autistici"... ed è per questo che il jazz non comunica piu' nulla ed è una "splendida reliquia" del secolo scorso!
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  11. #26

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Zita Carno, giornalista e musicista, trascrisse un famoso solo di Coltrane...sottoponendolo all'attenzione del "sommo tenorista" gli chiese di rieseguirlo dalla partitura...Coltrane guardando la parte, laconicamente le disse: "Troppo difficile...non lo so suonare!"
    Questo aneddoto è delizioso :lol:
    Tenore
    YTS-82z
    Bronze Berg Larsen 110/2
    Vandoren 2 e 1/2 zz
    Contralto
    YAS-25
    Selmer s80 c*
    Vandoren 3 e 1/2 zz

  12. #27

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    ...oggi, molti giovani si credono "jazzisti" avendo studiato "patterns e trascrizioni"...una generazione di strumentisti "sordi e autistici"... ed è per questo che il jazz non comunica piu' nulla ed è una "splendida reliquia" del secolo scorso!
    anche questa è stupenda :bravo: :bravo: :bravo:
    secondo me è tanto vera quanto triste...
    se qualcuno definisce il jazz morto, questo spiega davvero perchè...

  13. #28

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    Hai citato le "regole" di Liebman...
    :lol: :bravo: :bravo: :bravo: :lol:
    era questo che intendevo nuove chiavi di lettura (ascolterò con attenzione i brani che hai citato)
    una battuta: forse la carno (ottima trascrittrice) in quel caso non aveva trascritto bene.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  14. #29

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo grande musicista, qui trova una quantitÃ* infinita di materiali e informazioni: dalle note autografe e riflessioni di Dolphy, alle trascrizioni di alcuni temi, vari samples, l'intera discografia e tante altre curiositÃ*...

    http://www.free-scores.com/frame-uk.php ... olphy+Page
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  15. #30

    Re: (piccola) Introduzione a Eric Dolphy!!!

    Provate a suonare un tema qualsiasi di Parker trasponendo gli intervalli, almeno alcuni, di seconda alla nona, di terza alla decima e così via. Non avrete Dolphy, naturalmente (sarebbe davvero semplicistico!), ma avrete uno dei suoi procedimenti esecutivi.
    Sax tenore Markneukirchen Klingenthal B&S anni '80, bocchino Aaron Drake "Jerry Bergonzi" n. 8, ance Rigotti Gold n. 2,5 s, legatura Rovner Dark
    Sax soprano curvo Yanagisawa 010, bocchino Aaron Drake "New Era" n. 8, ance Rigotti Gold n. 2,5 s, legatura Rovner Dark
    "You've got to be original, man" (Lester Young)

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