Di uno strumento ben settato ne beneficiano tutti, dal principiante che altrimenti pensa di essere negato al virtuoso che sa far suonare anche una grondaia ma, inevitabilmente, destinerebbe una parte delle proprie capacità a compensare (quando umanamente possibile) lo strumento non in ordine.
Questo a prescindere dal taglio.
Il soprano poi è quasi uno strumento a parte, dove tutto è amplificato: non deve essere in ordine solo lo strumento, devi essere in ordine tu.
Quando, nell'ambito della stessa sessione, passo dal soprano agli altri tagli, mi sembra di volare sia dal punto di vista tecnico che fisico.
A mio avviso si sentono molto anche le differenze tra i quattro tagli dello strumento (dritto, collo ritorto, saxello e curvo): ognuno necessita di un approccio parzialmente diverso e, in tutti i casi, non si può prescindere da una corretta manutenzione e, di conseguenza, valorizzazione dello strumento.
Concordo sull'altro aspetto evidenziato dall'intervento che mi ha preceduto: già ritengo l'attività del tecnico riparatore un'arte (ovviamente non mi riferisco ai cialtroni che si spacciano per tale, né a chi ritiene di potersi fregiare a pieno titolo della qualifica per saper sostituire una molla o fare due saldature), spesa in modo differente per diverse famiglie di strumenti.
Ma operare sullo strumento per interpretare le esigenze dichiarate dal musicista o, meglio ancora, anticipandone le richieste leggendo il musicista prima dello strumento, magari fornendo sviluppi da questo non considerati, è un ulteriore sviluppo della professionalità del tecnico che porta davvero all'eccellenza e a territori che pochi frequentano.

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Di uno strumento ben settato ne beneficiano tutti, dal principiante che altrimenti pensa di essere negato al virtuoso che sa far suonare anche una grondaia ma, inevitabilmente, destinerebbe una parte delle proprie capacità a compensare (quando umanamente possibile) lo strumento non in ordine.
Questo a prescindere dal taglio.
Il soprano poi è quasi uno strumento a parte, dove tutto è amplificato: non deve essere in ordine solo lo strumento, devi essere in ordine tu.
Quando, nell'ambito della stessa sessione, passo dal soprano agli altri tagli, mi sembra di volare sia dal punto di vista tecnico che fisico.
A mio avviso si sentono molto anche le differenze tra i quattro tagli dello strumento (dritto, collo ritorto, saxello e curvo): ognuno necessita di un approccio parzialmente diverso e, in tutti i casi, non si può prescindere da una corretta manutenzione e, di conseguenza, valorizzazione dello strumento.
Concordo sull'altro aspetto evidenziato dall'intervento che mi ha preceduto: già ritengo l'attività del tecnico riparatore un'arte (ovviamente non mi riferisco ai cialtroni che si spacciano per tale, né a chi ritiene di potersi fregiare a pieno titolo della qualifica per saper sostituire una molla o fare due saldature), spesa in modo differente per diverse famiglie di strumenti.
Ma operare sullo strumento per interpretare le esigenze dichiarate dal musicista o, meglio ancora, anticipandone le richieste leggendo il musicista prima dello strumento, magari fornendo sviluppi da questo non considerati, è un ulteriore sviluppo della professionalità del tecnico che porta davvero all'eccellenza e a territori che pochi frequentano.

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Chiedo scusa problemi di linea hanno causato il duplice testo.