La quarta alternativa è la seguente:

vai in negozio e ti comperi qualche ancia Rico 2.5 e ne alterni un paio nella tua routine di esercizio. E’ sbagliato, specie per un neofita, usare ance troppo resistenti, perché ti fa prendere brutte abitudini. Ad esempio l’abitudine a soffiare come se stessi gonfiando un canotto. Le Rico 2.5 non sono troppo morbide, anzi. C’è tantissima gente che le usa anche dopo decenni di strumento.

Quello che devi fare ora è avere delle ance che non ti siano troppo difficili da suonare e imparare con quelle ad avere un suono completo. Quindi ancia sul bocchino, imboccare non troppo in punta (ma neanche magnando il becco), suonare nota su nota ascoltando il suono che si forma. Le note lunghe saranno il tuo esercizio base da qui all’eternità.

Devi trovare il giusto feeling tra emissione d’aria e risposta dello strumento: il suono deve diventare pieno e stabile, sia suonando piano che più forte, appoggiando le note o legandole, o staccandole, o facendo dinamiche varie, lo strumento deve “cantare”, anche solo suonando qualche semplice nota. Un po’ alla volta il tutto ti diventerà spontaneo.

E’ un ottimo esercizio suonare qualche intervallo di note (es. una terza, una quinta), imparando ad ascoltare i due suoni, che devono pian piano diventare omogenei. Sono cose semplici a dirsi e molti le trascurano per fretta o per sottovalutazione dei fondamentali, però sono fondamentali.


E poi, ascoltare i grandi: ad esempio senti Kenny Garrett in questo brano.
https://www.youtube.com/watch?v=pn8Cs-PZfX8

Nei venti secondi 0.46/1.06 non fa cose spaziali (e normalmente ne fa eccome, se ne avrai l’occasione vai a un suo concerto, ti lascerà senza parole), suona poche note, precise, belle, uno schema semplice. Fuori del contesto del brano sembrerebbe un esercizietto da metodo per imparare a suonare, eppure è musica.

Poche note suonate bene su un saxofono sono musica. Questo deve essere il pensiero che si deve tenere a mente quando si fanno gli esercizi, così non si sottovalutano e si darà la giusta importanza a quello che si fa.