Grazie a entrambi per gli interventi. Penso abbiate ragione tutti e due: a quanto capisco algola suggerisce di sperimentare sugli estremi di diversi aspetti, perchè amplificandoli è possibile capire meglio come influiscano sulla produzione del suono. E' una cosa che faccio, ogni tanto, proprio con questa intenzione. Questo non significa, ad esempio, prendere l'abitudine di suonare stringendo troppo che sarebbe un errore, come evidenzia fcoltrane.
E' un "osserva-sperimenta-impara" come avrebbe detto Andrea Pazienza...ricordo una vignetta, nel vecchio west, con la locomotiva del treno e i binari che vanno giù dritti sulla parete del baratro e un tecnico che dice "be', si prova e si vede come va!". L'ho cercata on-line ma non la trovo, peccato.
Aggiungo che anche gli errori possono essere considerati stilisticamente e come uno strumento espressivo, l'importante è sapere cosa si sta facendo abbastanza da saperli trasformare da errori in "casualità" che possono essere una parte anche importante del processo creativo.

Sull'imboccatura la mia "bibbia" è il video di Bergonzi postato da fcoltrane nel post sugli esercizi con il solo collo. Cerco di fare esattamente quanto dice Bergonzi e, quando ci riesco, l'intonazione non è un problema meccanico (piuttosto di sentirla "dentro" intonata) e le modifiche di colore vengono introdotte solo da modifiche del cavo orale. Mantenendo questa impostazione e provando a lavorare sugli armonici del Bb basso, arrivo al Bb due ottave sopra, cosa che altrimenti mi è impossibile, modificando l'angolo di incidenza dell'aria sull'ancia e portando il labbro inferiore molto indietro.
Se perdo il controllo su questo aspetto è perchè mi irrigidisco sulle chiavi in passaggi più difficili per me o più veloci...lì ci vorrà ancora tanto esercizio!