X Zkalima: riguardo al rapporto degli artisti collaboratori della R&C mi sono sentito tirato in causa, di conseguenza vista la "dogmaticità" di certe affermazioni e visto anche che dietro l'anonimato ci si sente autorizzati a elargire anche le più ardite e poco verificate argomentazioni ,vorrei sottoporre alcuni chiarimenti chiedendo magari di confermare con prove certe le suddette affermazioni:

1- La ditta R&C è un piccolo produttore artigianale (10 dipendenti) e non può permettersi di mettere a libro paga degli endorser prezzolati cone invece accade per le cosiddette "majors" del sassofono. Quindi l'affermazione che la ditta paghi i propri artisti è falsa;
2- La R&C NON da strumenti gratis ai collaboratori in quanto non può permetterselo: nel mio caso, gli strumenti sono stati pagati (a un prezzo di favore) o sono stati affidati in "comodato d'uso" in cambio di prestazioni (test di sax e colli, dimostrazioni e quant'altro). E' ovvio, e sarebbe infantile non comprenderlo, che sia la ditta che l'artista traggono vantaggio (a livello di immagine e quant'altro) da queste operazioni;
3- I rapporti che la ditta ha con gli artisti collaboratori sono più che trasparenti: mai una volta Claudio Zolla ha incitato i collaboratori a vendere i propri strumenti ad allievi e colleghi come invece spesso avviene in altri ambiti (vedi le suddette majors);
4- La R&C non obbliga nessuno dei suoi collaboratori a suonare i sax R&C (talché Bonisolo sta attualmente utilizzando uno Yamaha): il primo passo di una collaborazione con una ditta così seria parte sempre dal presupposto che i sax prodotti piacciano all'artista. Se non c'è questo presupposto la R&C non può avanzare proposte di alcun tipo e più volte in passato ha bloccato collaborazioni con artisti prestigiosi per questi motivi.

Questo il mio punto di vista scaturito da anni di collaborazione con una ditta che non posso fare altro che ringraziare.

Aggiungo che queste continue illazioni sulle ditte nostrane che cercano di fare di tutto per non "esternalizzare" alcunché e di tenere viva l'identità di una comunità (quella di Quarna in particolare la quale sarebbe già bella che morta e defunta) le trovo sterili e poco giustificate. Ma che ci volete fare l'auto-demolizione di ogni cosa esca dall'Italia (anche di quelle buone) è una caratteristica intrinseca al nostro DNA. E' con questa logica che le "bande di stato" (esercito, finanza polizia etc...) utilizzano strumenti made in France nonostante tali enti vengano mantenuti e finanziati con soldi Italianissimi e che pertanto con un piccolo gesto potrebbero favorire sviluppo e occupazione, ma questo è un'altro discorso...

Vado a suonare che è meglio...