...concordo con iltrattinobassodario quando sostiene che "l'adattabilità alla tastiera è una cosa molto soggettiva" ... quattro anni or sono ho ceduto un tenore Buescher Aristocrat 1 del '37 ad un praticante in Big Band che cercava un suono "diverso dai canoni odierni" ...in un lasso di tempo molto breve si è adattato tanto bene a questo strumento che si è liberato del suo personale Mark 6... ancor in tempi recenti ho avuto occasione di sentirlo telefonicamente e mi ha confermato la qualità dello strumento esprimendosi con queste parole: "a questo sax non manca niente..." ...ne deduco quindi che l'adattabilità al vintage sia una condizione molto personale di ogni sassofonista, se poi volessi citare una situazione accaduta più recentemente beh, direi che alla Masterclass 2016 durante la jam session del venerdì sera la persona che in qualità e diversità di suono si è distinta su tutti è stato Ermangeo che imbracciava il un Conn del '26 (e non sono stato il solo a pensarlo)... a conti fatti, finiamo così nel solito carruggio che ci porta alla conclusione che tra musicista e strumento è sempre di buon auspicio che possibilmente fin da subito nasca una buona intesa, e in merito a questo non si può che augurare la migliore condizione ad ognuno di noi...
P.S. ... se capiti in zona Liguria di ponente, in casa zazarazà, da provare oltre ai sax in firma c'è un nuovo Conn C. Melody che in qualità di diteggiatura non è molto simile al contralto che vorresti acquistare... (porta due birre, o in alternativa una birra e un acqua brillante, al ghiaccio e limone ci penso io...)