Quello che scrive Mirabelli nella pagina non è niente di più niente di meno di quello che ti insegnano in conservatorio.
Qua sul forum si fa tanto parlare del Rascher Top Tones come testo cardine per lo studio del registro sovravuto (in realtà lo studio di quel libro porta anche ad altri vantaggi... e non nemmeno il libro più aggiornato di quel tipo) ma nel mondo reale... in un conservatorio classico, i sovracuti li studi con l'approccio di Mirabelli.
Il docente ti da una serie di posizione e poi tu in qualche modo (... studiando, facendo pratica) devi fare uscire i sovracuti.
La difficoltà nell'uso pratico (una volta capito come farli uscire...) sono poi le diteggiature da usare... rapportate ai vari passaggi possibili (argomento non trattato da Rascher... ma da Luckey si).
Qual è la differenza?
A livello quantitativo, non c'è differenza... le diteggiature possibili sono quelle. Ognuno se le studia, le prova sul campo e sul proprio strumento ognuno si cerca le posizioni che funzionano meglio per:
1) facilità della diteggiatura
2) voicing della nota: contrariamente al registro "normale", sui sovracuti hai posizioni diverse per la stessa nota che non funzionano allo stesso modo e poi su strumenti diversi funzionano diversamente
3) intonazione della nota
A livello fisico o qualitativo... studiare gli armonici significa che tu modificando il tuo modo di suonare (portata, pressione... e in parte anche imboccatura... e ciò che succede nell'apparato oro-faringeo) riesci a moltiplicare di numero intero la frequenza fondamentale della nota relativa alla diteggiatura.
E questo avviene con un serie armonica, che in sostanza è (come tendenza) "logaritmica": ma mano che gli armonici vanno su diventano sempre più vicini (su qualsiasi strumento: sassofono, tromba, trombone... chitarra, basso... corno francese).
Altra cosa gli armonici (per ragioni fisich) non sono perfettamente convergenti... quindi gli esercizi proposti da Rascher ti servono anche per l'intonazione (non solo sui sovracuti!): l'orecchio assoluto o ce l'hai o non ce l'hai, ma l'orecchio relativo quello lo puoi acquisire... e come impari a riconoscere gli intervalli, impari anche a sentire se sei intonato (prima o dopo).
In tutto questo casino come si intrecciano le due filosofie americana/Rascher/Nash/Luckey vs. scuola francese/italiana/Mirabelli?
E niente... le diteggiature servono a isolare dalla nota che ottieni con gli esercizi degli armonici da quello che è il sovracuto reale.
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Esempio: G sovracuto sul sax tenore.
Usi la solita posizione: portavoce.. F acuto frontale (che chiude anche il B centrale) e poi apri la chiave Ta (che alza di un semitono A fino a A#... = Bb).
Se tutto va bene esce un G sovracuto.
Cosa succede fisicamente?
Tu in pratica suoni un B e aggiungendo portavoce, F acuto frontale e Ta... da quel B fai uscire il terzo suono armonico isolando il più possibile gli altri armonici ("armonici" inteso come frequenze multiple della fondamentale) dalla frequenza fondamentale della nota target: nota di partenza = B, nota target = G sovracuto.
Si ok... ma stiamo parlando di G non di F# come terzo suono armonico di una serie che parte da B... La serie sarebbe la stessa B B F# B D#....
Le chiavi che apri, aggiungedole a quella che "primitivamente" era un B... servono proprio per far cresce quel F# tanto da farlo diventare un G. ;)
Qual è la complicazione teorica (e non solo teorica)?
Che i suoni sovracuti non sono sempre il 3° armonico "crescente" (o calante) di una nota che c'è sotto...
Esempio: il G# sovracuto. Posizione: portavoce 1 3 4 e T... non assomiglia a un F... G# lo pensi come Ab... Ab lo pensi come "A molto molto calante" e A è un quinto suono armonica partendo da F: F F C F A. La diteggiatura permette di avere quel A tanto calante da diventare un Ab (= G#).
Ma bisogna ricordarsi un attimo la fisica... tu sto esercizio lo fai e funziona partendo dalle note più basse. Esempio: Bb (basso), Bb, F Bb, D...
Acusticamente questa sul sassofono funziona solo partendo dalle note più basse... infatti questo esercizio se riesci a farlo con Bb, B, C, C#... massimo D sei già bravo.
Acusticamente...
(Nota didascalica... Luckey propone pure esercizi che si chiamano "overblowing the 6ths" per note oltre C# acuto... che coincidenze, eh!?!?!?)
Fisicamente la stessa serie (visto che lo strumento è conico...) dell'esercizio è possibile partendo anche da note più alte però non riesci a ottenere la stessa distribuzione degli armonici ("armonici" inteso come frequenze multiple della fondamentale) (anzi se non stati attento sono "fischi") che hai quando parti "dal basso", "perdi pezzi per strada"...
Da qui in poi con l'aiuto di diteggiature specifiche (quelle solite)... puoi perdere ulteriori per strada fino a riuscire a ottenere una distribuzione di armonici che assomigli non solo vagamente a quella di una nota "normale" e quindi ottieni il sovracuto.
Quindi qual è la differenza tre la due filosofie?
Quella dei conservatori ti porta a imparare le note...
Quella Rascher/Luckey nel farti impare a far uscire le note, ti porta automaticamente (se segui il percorso correttamente) a fare uscire le note "piene" e omogenee, rispetto al resto delle note dello strumento.
Invenzione dell'acqua calda?
Attenzione: questi che ho enunciato sono i fondamenti del funzionamento fisico dei sovracuti esposti in maniera un po' "spaghetti western".
In un libro che parla di registro sovracuto:
1) non mi aspetto che si parli di fisica dello strumento
2) mi aspetto di trovare una serie di diteggiature utili (magari nuove... magari ancora "popolari" o "di dominio pubblico").
3) mi aspetto (come nel Luckey) di trovare sia esercizi sulla produzione delle note sia sull'uso di quelle note nella vita reale (passaggi e fraseggi): queste ultime cose non ci sono sul Rascher.
4) mi aspetto che il focus della pubblicazione sia sul come utilizzare le note e interiorizzarle anche a livello psicoacustico: avete presente quando non avete mai suonato il soprano e le prime ore che lo suonate l'intonazione del registro alto è praticamente ingestibile perchè manca l'abitudine all'ascolto di quel registro (... e ci credo non un alto e non è nemmeno un baritono).