Scordati la qualità degli altri prodotti citati (... americani e italiani).
A dire il vero non avevo mai pensato che becchi così estremi potessero dare problemi su palchi o studi di registrazione... Ho sempre usato un ottolink 7* e non mi sono mai posto il problema.
Prima di affrontare una spesa così ingente per un bocchino di quella tipologia (non mi riferisco al modello specifico... ma al tipo di bocchino), ha più senso:
1) provare bocchini di quel tipo per valutare se è effettivamente soddisfano lo scopo.
Se mentre 30/40 anni fa' non c'era molto tra quello che poteva essere un bocchino che assomiglia a un Otto Link e un bocchino che assomiglia/va a un Dukoff/Guardala... oggi (2016!) hai molte alternative.
2) esiste un fiorente mercato dell'usato (basta solo saper cercare...) di prodotti di questo tipo... e come sempre, comprando oggetti usati, minimizzi la spesa e massimizzi il risultato.
La ragione per cui da bocchini classici a bocchini jazz (e da bocchini jazz a bocchini oltre il jazz) si tende ad aumentare un po' l'apertura (si tende... non è detto che poi serva realmente) è che spesso per recuparare controllo, si tende ad imboccare molto in punta: alcuni lo fanno per abitudine, altri lo fanno perchè non riescono a mandare dentro lo strumento aria a sufficienza... altri perchè... doh!
Ad ogni modo, bocchini per jazz bocchini per oltre il jazz, hanno molto più materiale vicino al ciglio del bocchino e quindi:
1) se suoni troppo in punta
2) se l'ancia non è di adeguata durezza
3) se l'afflusso di aria non è sufficiente
... c'è il rischio (... maggior rischio) di ottenere fischi (in inglese "squeaks", "squeaking").
Aumentando l'apertura, aumenta lo spazio tra bocchino e punta dell'ancia e il rischio si riduce.