Blue la polemica era con un sassofonista che peraltro stimo (e che ha un suono curato) ma si ostinava a ritenere che lo studio del solo bocchino e degli armonici non serve per il suono.
Nel suo caso criticava questo tipo di studio perchè non lo conosceva.
Desidero poi eliminare questa idea "che non si arrivi ad un risultato decente."
non conosco nessuno che abbia studiato il suono in questa maniera e che non abbia ottenuto un "risultato decente"
invece conosco moltissimi sassofonisti insoddisfatti del proprio suono ma che non hanno mai affrontato il toro per le corna.
io stesso che conosco la cura spesso evito di praticare (della serie predico bene e razzolo male) .
C'è però un pregiudizio con il quale mi sono scontrato spesso .
Il suono in quanto tale può essere ridotto ad argomento tecnico.
In questa maniera i progressi sono tangibili e misurabili.
Sono consapevole che un approccio di questo tipo sembra in contraddizione con l'idea romantica della ricerca del suono .
Ora tu ad esempio mi dici che ogni volta che si prende una ancia comincia una nuova ricerca del suono.
Sei certo che questo modo di procedere vada bene per te?
che sia il miglior modo di procedere per migliorare il suono?
se così fosse puoi dire in coscienza che questo modo di procedere sia il migliore anche per l'amico saxforumista che ci chiedeva un consiglio?
dal canto mio posso dire che fin quando nessuno mi ha detto di questo tipo di studio (faccio riferimento allo studio con il collo) la mia condizione era disperata.
il registro acuto era una tragedia , mordevo segnando i bocchini , lo sforzo era il mio unico riferimento, ed il suono.
se allora mi avessero chiesto un consiglio avrei disquisito sul fatto che la ricerca del suono è un fatto personale e ciascuno trova la propria strada.
Oggi posso dire che la ricerca del suono è un fatto personale ma se studi il suono in quanto tale i benefici non tardano ad arrivare.