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Discussione: David Sanborn alla Selmer Paris

  1. #1

    David Sanborn alla Selmer Paris

    http://it.youtube.com/watch?v=bhNcZopC4 ... re=related

    http://it.youtube.com/watch?v=ufRCRq0su ... re=related

    se qualcuno ferrato con l'inglese potrebbe tradurre un sunto in italiano sarebbe interessante :D

    ciao
    Al
    A:Yana991-JJSJ9 Légère-S2 -A:Conn Wonder Improved JJJ6 Légère-S2-1/4-S:Yana991-Selmer D Légère S-2-3/4-
    C-Mel.:Conn(1923)-LaVoz:Med-S.in Do:Conn(1921)-Buescher- Légère S-2-3/4-S.inoYanaS981-Selmer C* Légère S-3
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  2. #2
    L'avatar di Sax O' Phone
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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Allora:
    Sanborn usa le Vandoren; le ance nuove le tiene in un vaso ermetico (quello per le confetture) :idea: , nelle loro custodie di plastica, le lascia a bagno un paio d'ore; poi svuota l'acqua lasciandone solo un poco sul fondo, per conservare l'umiditÃ*; ogni giorno le massaggia per rimuovere il surplus; gli piacciono le ance bagnate e le lascia sul bocchino, suonandole tutti i giorni; le numera sulla custodia di plastica; lo svezzamento dura da 7 a 15 giorni... 'Sono pazzo'. :lol:
    Il sax è un MkIV 144xxx del '65. Usa i blocchi per le chiavi quando viaggia in aereo, per mantenere i tamponi pressati e controlla sempre con la lampada che i tamponi siano chiusi; prima di partire per Parigi gli è saltata una molla, e l'ha sostituita lui, ma sembra che non funzioni bene; parlando dei sovratoni li definisce come onde concentriche orizzontali al tono iniziale, piuttosto che note in crescendo verticale.
    Tutto viene fatto per centrare il suono da cui irradiano i sovratoni; concettualmente pensa al suono come farebbe un cantante per una melodia; pensa anche alle parole di una canzone per trovare le frasi, per dargli un movimento; usa molto il legato con la lingua; si sente influenzato dal blues; la cosa più difficile da suonare è una ballata, che ha bisogno di spazio e note in egual misura per esprimersi: ci vuole pazienza; nelle pause si crea molta tensione, e sono molto significative, quanto le note; perciò è molto importante conoscere le parole di una ballata, per esprimerla...

    Quest'ultimo concetto è lo stesso di un altro saxophonista che è considerato l'enciclopedia vivente delle canzoni e delle ballate: Sonny Rollins!
    ;)
    Who's the greatest band around,
    makes the cats jump up and down,
    who's the talk of rhythm town,
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  3. #3

    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Grazie Sax O' Phone, impeccabile come sempre, grande :yeah!)
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  4. #4

    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    meno male che è stato fatto un riassuntino....azz non avevo capito una mazza io.

  5. #5

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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Grazie Al, video interessantissimo :yeah!)
    Un grazie anche a Sax per la traduzione :ghigno:
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  6. #6

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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Ok mo' ci provo....spero di non fare una marmellata..
    :DDD:
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    Berthold Auerbach

  7. #7

    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Grande Sax...
    :BHO: non ho capito molto bene 'sta storia delle ance... non diventano troppo molli a fare così!?
    "Non basta consacrare molte ore del giorno alla scale o agli esercizi di agilità; ciò che importa più di tutto è di studiare la sonorità in tutte le sue gradazioni e soprattutto l'arte di legare i suoni fra di loro."

  8. #8
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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    In effeti, Aktis, lui lo dice che gli piaciono le ance molto bagnate, che ad altri non piacciono.
    Comunque l'idea del vaso ermetico per confetture è geniale! Invece dell'acqua, potresti metterci dentro un pezzetto di quel materiale che si usa anche per le piante d'appartamento, che conserva l'umiditÃ*... Altro che la Vandoren Hydrocase che mi è costata più di 50 euri!
    Mi ha fatto ridere quando spiegava che sì, era un alienato parlando di queste cose ad un pubblico ignaro: lui passa le giornate a suonare provando le ance preparandole, per poi metterle via, nel vasetto! :lol:
    E sì, Zeprin, la reed jam dev'essere l'ultima tendenza per tutti i saxophonisti che si ripettino, ma credo sia alquanto indigesta, anche se piace moltissimo ai Panda! :lol:
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  9. #9

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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Stai attento Diego che se metti la roba delle piante nel vasetto puoi correre rischi...magari ti becchi un avvelenamento chimico nel tempo.. :\\:
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    Berthold Auerbach

  10. #10
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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Tu dici? Io intendo quel materiale poroso verde che assorbe l'acqua e la rilascia gradualmente: una specie di spugna dura...

    :\\:
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  11. #11

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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Se ti vengono le squame come Michael Jackson non dire che non ti avevo avvisato...
    :ghigno:
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    Berthold Auerbach

  12. #12

    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    ...continua :
    http://it.youtube.com/watch?v=pyCOtRZq4Lo

    http://it.youtube.com/watch?v=UHYzCqcqz ... re=related

    http://it.youtube.com/watch?v=jSVUx-vhOG4

    ...Sax O' Phone
    ...Sax O' Phone :fischio:
    ...Sax O' Phone :half:
    ...Al :muro((((
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  13. #13
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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Dunque...
    Mantenere il collo dritto (la colonna d'aria meno occlusa) lo ha aiutato a trovare un miglior respiro ed un suono migliore, perchè la gola rimane più aperta; non chinare il capo, ma piuttosto tenere l'imboccatura più verso l'alto; sta parlando delle lezioni che ha ricevuto da Marcel Mule a Chicago, che gli fece notare questa posizione: quasi gli venne un attacco di cuore quando gli fece suonare il suo Concertino da Camera! :lol: Lo ha guardato e gli ha chiesto 'Come sei entrato qui?' Con lui ha lavorato come mai prima, studiando 6-7 ore al giorno, imparando cose che non aveva mai considerato possibili; usava il Selmer Soloist C*, cercando un suono classico, senza mai veramente raggiungerlo, ma raffinando comunque la sua tecnica; ha studiato con lui per due anni, anche se tutto quello che ha imparato lo ha assimilato a modo suo; questo studio gli ha permesso di comprendere la natura filosofica dello strumento, come fosse una voce umana; "ho eseguito questo pezzo al contrario di quello che insegno: non fate mai più note di quelle necessarie!"
    Riesegue il pezzo. L'idea è di lasciare più spazio possibile per lasciare che la melodia fluisca; da ragazzo suonava nelle Blues Bands; è cresciuto in quell'atmosfera che ha una qualitÃ* molto terrena, una musica come quella di David Newman, Gene Ammons; sono state le prime influenze che hanno creato il suo modo di concepire il suono; allo stesso tempo ascoltava molto Ornette Coleman che a lui è sempre sembrato un musicista Blues, ascoltando i suoi primi dischi, gli sembrava Country Blues; fu quando ascoltò la Band di Ray Charles che decise di studiare il saxophono, e poi Hancock con Newman; quello che loro facevano era di combinare il Gospel, con il Jazz ed il R&B, in un modo molto singolare che non era mai stato fatto prima, anche se Horace Silver lo aveva fatto un po', ma comunque prima di Ray Charles nessuno lo aveva mai fatto; tutto quello che ha suonato in seguito, da David Bowie a Gil Evans, era sempre influenzato dal Blues, cambiando solo il contesto.
    Tornando alle ance, le suona molto a lungo sinchè non sono completamente morte; quando cambia l'ancia con una nuova, anche della stessa durezza, ovviamente si troverÃ* con un suono completamente differente, ma tenendole sempre umide, accelera il processo di stagionatura, ovvero le indebolisce, ma non così velocemente come suonandole (evitando gli agenti corrosivi della saliva); da una scatola arriva a trovarne al massimo 4 buone tra quelle messe in umido a stagionare: a volte sarÃ* la numero 1 o la 10; è fanatico del set-up, ossia la combinazione del becco con l'ancia; i saxophonisti che più ammira ed ascolta: Wayne Shorter, Joe Henderson, Hank Crawford, Cannonball Adderley, Sonny Rollins; Wayne Shorter sopra tutti, nell'album E.S.P., o Joe Henderson in Unity di Larry Young, in cui l'organo parte dal blues per generare una musica completamente differente; essendo cresciuto come musicista ascoltando l'organo blues, considera lo Hammond B III come fosse uno strumento acustico, un po' come anche il Fender Rhodes, con il suo canneggio e suono caldo: non hanno un suono digitale; ascolta un po' tutti, ma se deve proprio scegliere qualcuno, quelli sono i musicisti e quelli gli albums; a volte ascolta anche Paul Desmond, che ama particolarmente e reputa molto più influente di quanto gli venga riconosciuto; ascoltandolo gli ricorda Lester Young, come se fosse una sua estensione; il suo becco è un Dukoff D8 Metallo, con una legatura Harrison (stile Winslow e Saxxas) che ha dei supporti a piolino, rendendo la superficie di contatto con l'ancia la più ridotta possibile; a proposito del Dukoff, dice che ne ha anche uno modificato, perchè il suo metallo è troppo morbido, e tende ad inciderlo con i denti (l'ultimo lo ha magiato :lol: ), ha usato anche un Brilhart Level-Air (negli albums con Stevie Wonder e Butterfield), ma poi ha trovato che il Dukoff aveva il suono giusto, anche se poi scoperse che dopo 4 o 5 anni il metallo era troppo morbido e che lo trapassava coi denti; nei suoi album da solista ha sempre usato il Dukoff, che gli piace per il suono centrato e pieno, e lo usa dalla metÃ* degli anni '70; ha provato anche altri becchi moderni che gli vengono proposti e che dovrebbero avere un suono come il Dukoff, ma non è mai così: ormai è assuefatto! :ghigno:
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  14. #14

    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Sax O' Phone sei sempre eccezionale, una traduzione molto dettagliata :bravo:
    Grazie!!! :yeah!)
    Al
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  15. #15
    Moderatore L'avatar di Blue Train
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    Re: David Sanborn alla Selmer Paris

    Sax O' Phone Santo Subito! :half:

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