Il mio appunto è che in Trentino (da quello che so) non c'è una grande densità di strumentisti a fiato da giustificare una buona densità di tecnici.
In altre zone d'Italia la situazione è differente...
Oltre a questo... ci sono tanti tecnici che nonostante esperienza di 30/40 anni continuano a offrire un servizio di macelleria: per riconoscere queste cose bisogna anche aver un buon bagaglio da strumentista (giustamente a ognuno il suo lavoro).
Non sono (o forse erano) pochi i conservatori che offrivano corsi di riparazione o piccoli fondamenti di liuteria.
Verificato che (probabilmente) non c'erano numeri sufficienti per avviare/giustificare i corsi... probabilmente sono stati anche chiusi.
Detto questo... se io voglio che qualcuno che mi insegni qualcosa devo essere certo che questo qualcuno sappia quello che fa'.
Se mentre dentro un'università/conservatorio esiste un macchinario che garantisce burocraticamente che chi sta lì ad insegnarti è qualificato per farlo (o per competenze o per punti in graduatoria).
In ambito di lavoro di artigianato non esiste niente di simile... nonostante le capacità oggettive di un riparatore si possano misurare (non mi riferisco all'aspetto "comunicazione con i clienti" o "popolarità sui social network") non esiste un sistema di valutazione.
Per questo il mio appunto rimane valido...
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Immaginate un corso sulla coltivazione delle mele in Sicilia... o sulla coltivazione delle arance (o agrumi in genere) in Alto Adige?
Avrebbe senso?