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Discussione: concerto Dave Holland e Chris Potter al New morning di Parigi

  1. #16
    Miles Davis (come Enrico Rava) era uno che riusciva a catalizzare l'energie dei componenti del gruppo per creare qualcosa di nuovo e innovativo.
    Questo imprinting poi l'hanno acquisito pure quelli che hanno "circolato" intorno a Miles Davis: Hancock, Shorter, Corea, Miller... Zawinul.

    Ogni personalità ha un ruolo ben definito nella storia.
    E anche se parliamo di Armstrong... c'è da ricordare che i jazzisti venuti dopo hanno sempre avuto un grande rispetto e ammirazione per i jazzisti venuti primi, questo perchè se tutti volevano un posticino della storia non serviva prendere prendere il posto di altri (nella storia) per legittimare quello che stavano facendo...

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    Se vedi chi a suonato al Festival Jazz di Montreux... forse vedresti che non è una cosa nuova vedere artisti "non jazz" in un festival "jazz".
    È più tipico dei promoter di eventi di musica classica cercare di isolarsi dal resto del mondo (poi si vedono i risultati... c'è poco lavoro, poche opportunità, le orchestre chiudono).

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    Considerato lo schedule di Chris Potter... dubito che possa fare quello che vuole: è comunque una scelta sua...
    Ci sono musicisti che scelgono di fare una vita on the road e c'è chi... no!

  2. #17
    C'è sempre da dire bene, bene!!!

    Sicuramente Potter lavoro molto di più di me, tra concerti, festival, masterclass, sale d'incisione e quant'altro. Però non credo che sia obbligato ad alzarsi tutti i giorni alle 7.30 da buon Fantozzi
    sax tenore grassi professional 2000 - berg larsen 105 sms - ance vandoren n. 2

  3. #18
    Probabilmente capiamo tutti che la virtuosità e la musica sono due cose molto distinte. Non ho mai sentito dire che Chet Baker era un virtuoso della tromba. Non credo che ci credeva neanche lui. Sono d'accordo che buttiamo la parola genio troppo spesso. "Questo e' un genio, quello e' un genio" Alla fine siamo tutti geni. La parola perde significato. Direi che la maggior parte della musica che ascolto non e' prodotta da virtuosi. Tuttavia secondo me, Chet Baker (e tanti come lui) suonava dal profondo della propria anima e la sua musica ancora oggi risuona in tanta gente.

    Anch'io ho comprato tanti dischi di virtuosi tipo Chis Potter, ma ascolto di più la musica non virtuosistica. Perché mi tocca di più. Quindi, ritengo che sia meglio non confondere mai la virtuosità con la grandezza.

  4. #19
    infatti penso che il grande, il genio appunto sia quello che racchiude queste due caratteristiche, grande tecnica e ispirazione artistica! Poi al di là di tutto è il risultato finale che conta, la musica!
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  5. #20
    "Forse mi hai frainteso Miles è Miles e non ho detto che era tecnicamente limitato"

    " Lo stesso si può dire di Coltrane quando scarica arpeggi e scale ad elevata velocità sia nel modale, più monotono, sia su giri armonici e cambi tonalità come in Giant Steps ad es. "

    monotono Trane
    per evitare fraintendimenti non dico più nulla a riguardo di Davis e di Armstrong ma ti invito ad ascoltare con maggiore attenzione anche perchè siamo sassofonisti e quindi più di altri siamo in grado di sentire esattamente quello che succede.


    ps tra i musicisti che ascolto Trane è il meno monotono in assoluto .
    sui brani modali sugli standard sui brani bebop su quelli post bop quando suona in orchestra , quando studia da solo in albergo su un solo accordo ecc..



    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #21
    ok dai monotono si fa per dire, nel senso che nel modale la tonalità è sempre la stessa o comunque i cambi sono limitati proprio per lasciare più spazio alla libera improvvisazione. Tra l'altro da giovane è l'unica forma di jazz in cui mi sono cimentato visti i miei limiti...e per evitare fraintendimenti mi fermo qui e non cito davis che non amava molto la melopea coltraniana....
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  7. #22
    a dimenticavo stavo giusto ascoltando miles e trane assieme....
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  8. #23
    Una discussione interessante, forse il limite è che ognuno di noi percepisce il "genio" in maniera differente. Credo sia giusto così.Certo poi ci sono dei fattori oggettivi e imprescindibili, ma in fondo ognuno viene catturato da quello che sta cercando, i migliori lo suonano
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  9. #24
    per evitare fraintendimenti non ti rispondo su Trane perchè se parliamo troppo del sole finiamo per bruciarci .
    e sempre per evitare fraintendimenti definire Chet un mediocre trombettista è una affermazione che può essere intesa solo come boutade o presa per i fondelli, in caso contrario c'è poco da replicare
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    ancia di plasticazza (bari) m

  10. #25
    su Chet credo che il lato "poetico" e comunque espressivo, superi di gran lunga quello prettamente tecnico. Comunque quando si parla di personaggi che hanno avuto una cosi' forte influenza, penso che non si possa andare oltre a un "mi piace o non mi piace"...il resto è storia. Per fare un'analisi, bisogna anche contestualizzare l'epoca e le influenze presenti in quel momento.
    Bluesax
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  11. #26
    Bene cito Murakami Haruki, romanziere ma anche finissimo intenditore di Jazz:"quanto alla tecnica di Baker, che non si sforza di migliorare la sua arte, non si può dire che sia particolarmente ricercata. Lw sue esecuzioni sono incredibilmente aperte e schiette. Tanto che finiamo col temere che a un certo punto la musica precipiti, che si spezzi di colpo...." e anche Geoff Dyer autore di natura morta con custodia di sax:"....c'è anche un altro tipo di talento , quello che promette più di quanto possa mantenere: questi sono i suoi limiti..." Ora la frase "era un trombettista mediocre" andrebbe contestualizzata...io facevo riferimento al fatto che i Jazzisti italiani che ci hanno suonato assieme lo hanno definito un genio...e quindi al pari di un davis ad es. Io intendevo solo dire che Davis e Coltrane sono su un livello decisamente superiore rispetto a Baker...forse sono stato frainteso. Quando ascolto un assolo di Chet ho anch'io quell'impressione di Murakami, cioè che in qualche modo il discorso stia andare fuori strada. Prova a mettere su Darn that dream e ascolta solo le prime note dell'assolo di tromba di Davis dopo l'esposizione del cantante....
    sax tenore grassi professional 2000 - berg larsen 105 sms - ance vandoren n. 2

  12. #27
    per evitare fraintendimenti e per evitare di insultare Murakami Haruki che potrebbe apparire soggetto che capisce poco o niente di jazz riporto il testo integrale. "La musica di Chet Baker aveva un inconfondibile pro-fumo di giovinezza. Molti sono i musicisti che hanno impresso il loro nome sulla scena del jazz, ma chi altri ci hafatto sentire con tanta intensità il soffio della primaveradella vita? Nel suo modo di suonare c’era qualcosa che faceva na-scere in petto un ineffabile, lancinante dolore, delle imma-gini e dei paesaggi mentali che soltanto la qualità del suosuono e il suo fraseggiare sapevano trasmettere.


    Purtroppo però perse in breve tempo questa particolarefacoltà. Senza quasi che ce ne accorgessimo, il suo splen-dore venne inghiottito dalle tenebre, come la bellezza diuna notte di piena estate. E il degrado a cui inevitabilmen-te conduce l’abuso di droghe gli piombò addosso come undebito andato oltre la data di scadenza.


    Baker assomigliava a James Dean. Gli assomigliava neitratti del viso, ma anche nella natura carismatica e al tem-po stesso distruttiva della sua esistenza. Entrambi divo-rarono voracemente un pezzo della loro epoca, e il nutri-mento che ne trassero lo donarono con grande generositàal mondo, senza trattenerne nulla. Forse quel che dico èterribile, ma fu questa la tragedia di Chet Baker.


    La sua rinascita e la sua rivalutazione degli anni Set-tanta per me hanno costituito ovviamente una gioia, main fondo l’idea che io ho di Baker e della sua epoca rima-ne ancorata al periodo di mezzo degli anni Cinquanta, aitempi della West Coast, quando le sue spontanee e vivide performance facevano esplodere fuochi d’artificio dentrol’ascoltatore. Le prime famose esecuzioni di Chet Baker risalgono aquando suonava con il Gerry Mulligan Quartet, ma an-che quelle del suo quartetto personale furono magnifiche.Questo disco da dieci pollici della Pacific Records − ChetBaker Quartet − è una registrazione del primo periodo, enella qualità del suono e dei fraseggi − croccanti, ingenuifino a risultare quasi maldestri − ha qualcosa di commovente. Quanto al tocco originale del pianista Russ Freeman,frizzante e secco, arricchisce di un sottofondo brillante ilsuono filato della tromba di Baker.
    Nelle performance che registrò insieme al suo quartet-to, dietro alla facciata briosa e serena si avverte una sfu-matura di solitudine assorta. Il suono non vibrato perforal’aria in linea retta, poi svanisce nel nulla, in modo quasiprodigioso. Il canto viene assorbito dalle pareti che ci cir-condano prima ancora di riuscire a prendere corpo.




    Quanto alla tecnica di Baker, che non si sforza di raffinare la sua arte, non si può dire che sia particolarmentericercata. Le sue esecuzioni sono incredibilmente aperte eschiette. Tanto che finiamo col temere che a un certo punto la musica precipiti, che si spezzi di colpo. È un suonoinfinitamente coraggioso il suo, infinitamente patetico. Èpossibile che non abbia la profondità necessaria a raccontare la sua epoca. Ma è la mancanza stessa di profondità afarci vibrare il cuore. Assomiglia a qualcosa di cui abbiamofatto esperienza. Vi assomiglia terribilmente.

    L'impressione che ha Murakami ha poco a che vedere con quanto riferisci , a me sembra una ode al grande Chet Baker .
    siamo passati dalla mediocrità del trombettista che andrebbe contestualizzata
    , al fatto che : in qualche modo il "discorso stia andare fuori strada"

    una cosa è certa Murakami Haruki simili affermazioni non le ha mai fatte , anche perchè si commentano da sole.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

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  13. #28
    Perché dire che tutto sta per rompersi non è più o meno lo stesso di dire sta andando fuori strada.

    Ho solo parafrasato. E il suo riferimento a dean è coerente con quanto ho detto in precedenza circa il mito di bello e dannato che forse involontariamente si è creato. A me sembra che la mia opinione e quella di murakami siano molto simili...
    sax tenore grassi professional 2000 - berg larsen 105 sms - ance vandoren n. 2

  14. #29
    ...poi al di là degli svolazzi elegiaci dire: "la sua tecnica non era particolarmente brillante" e dire "un trombettista mediocre" riferito alla tecnica, a me non sembra molto differente. se mi dai un po' di tempo posso senz'altro trovare altre autorevoli opinioni ad adiuvandum. Di C. Baker posseggo i seguenti CD Let's get lost, Grey december, Baker/Peper the route e C.B. in Milan. Lo cito per ultimo poiché è quello che preferisco per la presenza di Basso, Masetti e Sellani. Ho anche una compilation di registrazioni del pianoless quartet di Mulligan, anch'esse da raffrontare con le successive formazioni dello stesso Mulligan, con Brookmyer al trombone a pistoni e Art Farmer alla tromba. Mi dovrai concedere almeno l'onore delle armi
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  15. #30
    "Quanto alla tecnica di Baker, che non si sforza di raffinare la sua arte, non si può dire che sia particolarmente ricercata"
    "raffinare " non migliorare.
    ricercata non brillante.
    un diamante grezzo può rimanere non raffinato.

    ma l'affermazione più significativa è questa che hai fatto : " il discorso stia andando fuori strada."
    ti riferisci al discorso improvvisativo?
    l'autore che hai citato considera tutto ciò un valore aggiunto, parla di poesia , di esecuzioni aperte e schiette , del cuore che vibra, parla di coraggio e di patos.
    tu parli di mediocrità del trombettista.
    come provocazione posso pure accettarla , insultiamo il grande Chet così almeno se ne parla.
    se invece il discorso è serio mi ritiro in buon ordine e ti invito ad ascoltare con maggiore attenzione
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