Non posso aiutarti nello specifico (suono da pochissimo), però ti posso fare un piccolo ragionamento generale che potrebbe aiutarti nel particolare.
I "periodi neri" arrivano praticamente in tutti i campi.
Il tuo problema sta, facilmente, nel fatto che ti concentri più sul risultato e meno sul percorso per raggiungerlo.
Infatti scrivi:
Ho praticato (in gioventù"oggi faccio il salto che aspetto da settimane" o "oggi proprio me la sento"… invece, poi, appena inciampo in una difficoltà mi deprimo all'istante e penso "ma a cosa lo faccio a fare?") diversi sport, tra cui Arti marziali e tiro con l'arco.
Ti cito questi due perché l'uno si basa sulla velocità e l'altro sull'immobilità.
Allenamenti differenti, ma atteggiamento mentale identico.
Di periodi che citi, ne ho passati parecchi.
L'istruttore di arco (per la precisione si trattava di "arco nudo", quindi senza mirino e stabilizzazioni come nell'olimpionico; inoltre, i bersagli erano a distanze diverse, spesso sconosciute: un casino che non ti dico!), agronomo, un giorno in cui mi vide particolarmente abbattuto per risultati disastrosi ... mi disse (in sintesi): "la tecnica la conosci, però non la applichi".
"Hai presente la Legge di Liebig ? Concentrati sui fattori che limitano la tua azione, poi scocca. Ripeti ad ogni freccia. Con l'esercizio, ogni volée sarà identica".
Beh ... dopo un po' mi venne proposto di entrare in squadra per i campionati italiani, con ottime probabilità di successo. Un onore!
Non potei accettare per motivi di lavoro ...
Leggo in un sito di Kyudo (arco tradizionale giapponese): "non si tratta di modificare lo strumento con cui si tira, ma di modificare colui che tira…". Ovviamente, arco e frecce devono essere a posto. Non ricorda nulla ... ai sassofonisti?
Applicai lo stesso concetto negli allenamenti marziali (dopo la cintura nera, ovviamente), cercando di analizzare quei "dettagli" che mi impedivano il cambio di stile od eseguire tecniche particolarmente impegnative.
Ha funzionato.
Ora tocca al sax![]()