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Discussione: Chiver selmer serie 3 vorrei provarlo

  1. #1
    L'avatar di juzam70
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    Chiver selmer serie 3 vorrei provarlo

    Ciao, leggendo vari post in forum, ne è uscito fuori che il chiver della serie 3 sulla serie 2 è una soluzione interessante. Per pura curiosità, mi piacerebbe provarlo, ma negozianti qua in zona non mi pare ne abbiano. Qualcuno di voi per caso ne ha uno o sa dove potrei provarne uno ? Sono solo curioso di capire se percepisco differenze oppure no. Grazie
    Tenore: SELMER SA 80 II 1988, Drake Son of Slant 7* M , legatura Francois Louis ultimate xl, Vandoren ZZ JAZZ 3
    PROVARE, PRIMA DI PARLARE

  2. #2
    Citazione Originariamente Scritto da juzam70 Visualizza Messaggio
    Ciao, leggendo vari post in forum, ne è uscito fuori che il chiver della serie 3 sulla serie 2 è una soluzione interessante. Per pura curiosità, mi piacerebbe provarlo, ma negozianti qua in zona non mi pare ne abbiano. Qualcuno di voi per caso ne ha uno o sa dove potrei provarne uno ? Sono solo curioso di capire se percepisco differenze oppure no. Grazie
    io l ho avuto e a livello di suono mi pareva più tendente al chiaro e al moderno .......per me negativo preferisco il suo originale
    grazias

    sax tenore Antoine Courtoy
    sax tenore Super Action II 1989
    metal berg larsen scoop bill 120 2 sms offset

  3. #3
    Sull'argomento s'è già discusso più che a sufficienza... basta "cercare" dentro il forum.

    Le variazioni che si verificano sono oggettive... però poi tutto è influenzato da come suoni.

    Il Serie III (strumento e chiver) ti permette una flessibilità che il Serie II (strumento e chiver) non ti permette... proprio per come era stato concepito il Serie II.

    Però questo devi mediarlo con il fatto che il tenore Serie II è (e sarà sempre) lo strumento professionale (in assoluto, non solo considerando i Selmer) più diffuso in Italia... e non solo in Italia.
    Quindi l'uso e la diffusione di questo strumento (che è sul mercato da praticamente 30 anni) ha una determinata storia e con quella devi farci i conti...

  4. #4
    Buongiorno a tutti,

    forse il problema è quello che si cerca. Mi spiego. tzadik, sempre molto preciso nei suoi interventi, riassume nei seguenti punti l'utilizzo di un collo del serie III sul serie II:


    - maggior confort ed ergonomia
    - una positiva ridistribuzione della resistenza
    - un miglior focus in generale
    - più facile e immediato da suonare
    - suono un po' più gonfio e omogeneo
    - una maggior precisione nell’intonazione

    Questo è quello che lui ha verificato personalmente nell'utilizzo del collo del serie III sul serie II. Si tratta, quindi, di benefici dovuti alla postura, ma che non riguardano il suono che si ottiene da una simile combinazione. Infatti, rinoceronte, che ha provato tale soluzione, ci parla di un suono più chiaro e moderno rispetto alla soluzione originale ma non ci parla di benefici di utilizzo.

    Su SOTW ci sono alcuni utenti che si dicono soddisfatti dall'utilizzo del collo del serie III sul serie II, molti altri, invece, che dicono di avere provato tale soluzione ma che sono tornati all'utilizzo del collo originale. Tuttavia, nessuno di loro scrive che cosa ha cercato da tale impresa.

    Forse sarebbe bene che chi ha avuto tale esperienza la commentasse sia in termini di utilizzo dello strumento sia in termini di suono ottenuto e, difatti, juzam70 chiede espressamente di potere provare direttamente tale soluzione per poterne trarre le sue personali impressioni che, aggiungo io, sarebbe bello potere condividere con noi.

    Ciao
    Tenor Sax Selmer SA 80 II 1986
    Mouthpieces
    Sigurd Rascher (Wyman) C*; Phil-Tone The Sapphire 7*
    Ligature Absolute
    Reeds Vandoren Traditional 3; Rico La Voz M

  5. #5
    Trovo le analisi di Tza sempre equilibrate e precise.
    un dato è rilevante : " tutto è influenzato da come suoni" e aggiungo io con cosa suoni.
    il collo ed il sax devono stare in equilibrio ma cosa più importante ci sono altre tre variabili che rilevano , ancia bocchino e sassofonista.
    più che rispondere sugli aspetti tecnici del cambiamento del collo desidero evidenziare alcuni spunti problematici in relazione al lessico utilizzato da noi sassofonisti.
    quando suoniamo e veniamo ascoltati non vi è dubbio che ciò che facciamo viene perfettamente "sentito" .
    se steve neff prova un bocchino ed un sax e poi ne prova un altro con tutti i limiti dell'ascolto sono in grado di apprezzare esattamente alcune differenze.
    quando invece si discute di sax il rischio di prendere fischi per fiaschi è altissimo.
    prendo ad esempio l'ultimo messaggio solo perchè è da questo che è partita la mia stupida riflessione.
    "maggior confort ed ergonomia
    - una positiva ridistribuzione della resistenza
    - un miglior focus in generale
    - più facile e immediato da suonare
    - suono un po' più gonfio e omogeneo
    - una maggior precisione nell’intonazione"

    alcune osservazioni sono in contraddizione tra loro.
    suono più gonfio e omogeneo.
    un miglior focus in generale.

    proviamo a trovare un punto di incontro.
    se il suono gonfia non è vero che perde di focus?
    cosa succede al corpo del suono quando il suono gonfia?
    l'omogeneità del corpo e del focus influenza l'omogeneità del timbro?
    il suono gonfia sempre alla stessa maniera ?
    non è vero invece che gonfio è un termine adatto più al registro basso dello strumento?
    e per quale motivo?
    resistenza fatica immediatezza non hanno una influenza sul suono sul corpo e su tutti gli altri elementi del suono?
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #6
    ho esagerato con l'invio
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  7. #7
    Citazione Originariamente Scritto da Sib&Mib Visualizza Messaggio
    Questo è quello che lui ha verificato personalmente nell'utilizzo del collo del serie III sul serie II. Si tratta, quindi, di benefici dovuti alla postura, ma che non riguardano il suono che si ottiene da una simile combinazione. Infatti, rinoceronte, che ha provato tale soluzione, ci parla di un suono più chiaro e moderno rispetto alla soluzione originale ma non ci parla di benefici di utilizzo.
    I due chiver Serie II e Serie III sono diversi per profilo e canneggio.

    Quindi il suono cambia sempre e comunque.
    Succede anche se monti il chiver Serie II su un Serie III.
    O il chiver di un Yamaha in un Selmer.

    Postura: è vero però che molti sassofonisti non lavorano molto sulla postura..
    ... perchè spesso da giovani suonavano il contralto o il clarinetto o perchè quando ti approcci classicamente al tenore se hai strumenti con chiver molto corto (perchè il chiver del Serie II è molto sviluppato in altezza ed di conseguenza deve essere corto) rischi di abituarti a suonare in una postura non proprio naturale: te ne accorgi indirettamente perchè lo strumento "pesa".
    Questo si ripercuote sulla parte alta della schiena sul collo e come tensione anche sulle braccia... e questo ha una certa influenza sul modo in cui emetti "suono".
    ... e sul suono perchè comunque varia il modo in cui l'aria arriva nello strumento



    Passando da chiver Serie II a chiver Serie III, Il suono non si schiarisce per niente... semmai il contrario perchè l'aria fa un percorso meno astruso e viene deflessa meno.
    Più l'aria viene deflessa più l'aria deve accelerare (non a costo zero!) e più la velocità aumenta più il suono "cambia". Nei bocchini la cosa è molto più evidente che in un chiver.
    Per assurdo... esiste un tenore Conn con il chiver con un profilo simile a quello di un clarinetto basso (due curve con raggio strettissimo) e ha il doppio del volume di qualsiasi altro strumento esistente... che poi suoni di merda... è un altro discorso. Comunque è un dato reale, oggettivo.

    Nel chiver Serie II mandi l'aria su nel chiver.
    Nel chiver Serie III mandi l'aria giù nello strumento. (nel Mark VI manda l'aria giù nello strumento...)

    Il fatto di sentire il suono più chiaro (con il chiver del Serie III) è perchè lo strumento ha una resistenza distribuita più omogeneamente. E questo aiuta anche quando devi metterci vicino un bocchino.
    Sul Serie II tenere sotto controllo l'intonazione con un bocchino con camera larga o molto larga può essere traumatico, per dirne una.

    Il resto dipende da come suoni...
    Se suoni un Serie II da anni... ti abitui comunque al fatto che con poca aria e poca compressione riesci ad avere un suono molto centrato, troppo centrato per certi usi (vedi musica leggera).
    Ed è normale... il Serie I e il Serie II sono pure sempre strumenti pensati per musica classica... se non hai focus come fai a suonare "classicamente".


    Per queste ragioni (e solo queste ragioni) uno poi può preferire un Serie II o un Serie III, con i relativi chiver.
    Il fatto di alternare i chiver... è utile perchè ti permette di avere uno strumento realmente diverso cambiando un componente relativamente economico dello strumento.

    Poi come ho sottolineato:
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    ... questo devi mediarlo con il fatto che il tenore Serie II è (e sarà sempre) lo strumento professionale (in assoluto, non solo considerando i Selmer) più diffuso in Italia... e non solo in Italia.
    Quindi l'uso e la diffusione di questo strumento (che è sul mercato da praticamente 30 anni) ha una determinata storia e con quella devi farci i conti...
    Il sassofono è pure sempre un sassofono.
    O sei flessibile mentre lo suoni (se sei in condizioni "confortevoli") o altrimenti hai carenze qua e là... lo strumento o il chiver possono venirti in conto, ma fino a un certo punto.
    È il rapporto tra strumento-suonatore, quando diventa estremo che ti può fregare.

  8. #8
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Passando da chiver Serie II a chiver Serie III, Il suono non si schiarisce per niente... semmai il contrario perché l'aria fa un percorso meno astruso e viene deflessa meno.
    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Il fatto di sentire il suono più chiaro (con il chiver del Serie III) è perché lo strumento ha una resistenza distribuita più omogeneamente.
    Allora, il suono si schiarisce, si scurisce o cosa? Comunque per farlo scurire esistono colli in materiali appositi come l'alpacca, non so se esistono anche per questo collo, lega che dovrebbe conferire, ad un collo tipo custom come quello del serie III, un suono largo grosso e scuro.

    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Se suoni un Serie II da anni... ti abitui comunque al fatto che con poca aria e poca compressione riesci ad avere un suono molto centrato, troppo centrato per certi usi (vedi musica leggera).
    Quindi l'utilizzo di un serie II con collo del serie III a cui viene affiancato un bocchino con camera larga o medio/larga (altrimenti a cosa servirebbe il collo nuovo?) presuppone una maggiore difficoltà di emissione e di controllo del flusso d'aria?

    Citazione Originariamente Scritto da tzadik Visualizza Messaggio
    Il fatto di alternare i chiver... è utile perchè ti permette di avere uno strumento realmente diverso cambiando un componente relativamente economico dello strumento.
    Sinceramente è questa la cosa che affascina: utilizzare lo stesso strumento (il serie I o II) per i diversi generi musicali cambiando collo e setup.

    Ciao
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  9. #9
    Il suono diventa più omogeneo in generale.

    Poi dipende come suoni... se suoni in modo naturale, il suono diventa semplicemente più uniforme.
    Il livello di brillantezza assoluta o semplicemente la quantità di medio alti dipende da come lo suoni.

    Il fatto di cambiare una componente così delicata come il chiver... implica una certa flessibilità.
    Se non hai questa flessibilità... cambiare ance, bocchini e chiver (... strumento è sottointeso) diventa una cosa non proficua.


    L'utilizzo di un Serie II con il suo chiver originale presuppone una maggiore difficoltà di emissione e di controllo del flusso d'aria, specialmente agli estremi.

    L'utilizzo di un Serie III o di un Selmer moderno con il chiver Serie III presuppone una minore difficoltà di emissione e di controllo del flusso d'aria, rispetto a utilizzare il chiver originale (Serie I, Serie II o Mark VII).
    Poi questione "piace" o "non piace" è soggettiva.

    Tanti che hanno un background classico... o che hanno imparato suonare il tenore classicamente generalmente preferiscono il Serie II (o il Serie I) perchè a parità di aria hai un suono con più attacco e maggiore focus.
    Laddove... su un Serie III (o attraverso un chiver Serie III) quella piacevole compressione arriva (a livello di dinamica) un po' dopo: va bene se comunque hai aria da mandare dentro, non va bene se a livello di respirazione diafframatica uno è "carente" (diciamo così).

    Da non dimenticare che il tenore Serie II, in Italia, è il tenore in assoluto più diffuso... e questo ha un peso sulle abitudini.

  10. #10
    certo che più ne parli e più mi viene curiosità...juzam se salta fuori lo proviamo insieme visto che siamo abbastanza vicini ;)
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
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  11. #11
    L'avatar di juzam70
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    Citazione Originariamente Scritto da Bluesax Visualizza Messaggio
    certo che più ne parli e più mi viene curiosità...juzam se salta fuori lo proviamo insieme visto che siamo abbastanza vicini ;)
    Certo che si. Io son curiosissimo....
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  12. #12
    ma in zona milano - pavia possibile non ci sia nessuno che ha un serie III ???
    Bluesax
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  13. #13
    Troppe aspettative... generano delusione. ;)

  14. #14
    eh beh ma sei tu a dirlo sempre di provare sto chiver serie III
    Bluesax
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  15. #15
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    @Juz , non so se compatibile, ma se vuoi provare un chiver del mark VI , (stessa spiaggia stesso mare ) !


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