Bisogna distinguere quello che è "il suono" e quello che sta al contorno: timing, "portamento"... e soprattutto l'approccio allo strumento.
Spesso anche il fatto di usare determinare combinazioni

La maggior parte dei grandi sassofonisti ha un determinato suono perchè ha lavorato con determinate combinazioni.
In Europa, non è un lavoro che si fa (né in ambito jazz, ma nemmeno in ambito classico).
Determinate combinazioni tipo bocchino+tipo di ancia+tipo di strumento... ti garantiscono una impronta sonora ben dominante.
La scelta successiva riguarda solo il confort.

Se vai a pescarare statisticamente, sassofonisti (anche molto famosi) che cambiano/alternano spesso strumento e/o setup troverai sempre differenze anche macroscopiche, nei momenti in cui utilzzano combinazioni diverse.

È tutto importante... non solo la pratica: se non sei confortevole non avrai mai un buon suono.
Ma ogni tanto capita che se trovi una combinazione confortevole magari non è ti "comoda" a livello di suono.
Da qui in poi è una cosa tutta psicologica... ovvero cercare un equilibrio tra le due cose.