Beh ovviamente aggiungendo il fiato si introduce una variabile in più e la cosa diventa complicata, a maggior ragione col sax in cui ne è il cardine.

La mia era più una questione di isolamento di un problema (in questo caso morbidezza articolare) per fare in modo che diventi una cosa naturale. Un secondo passo potrebbe essere proprio portare tutto questo aggiungendoci anche il suono. Anzi deve essere così. Ma a quel punto la concentrazione sarà su un aspetto solo e non su due, proprio perché uno lo abbiamo già affrontato e metabolizzato.

Il mio personale metodo di studio è quello dell'isolamento di problemi singoli per poi incorporarli, una volta risolti, in un insieme.

E poi ricordiamo che io ho proposto una parte di studio, ma tutta l'altra parte è ovviamente incentrata sul suonare. È lì che ci prendiamo cura dell'insieme. Parlo nel mio caso di 20 minuti di meccanica contro 2 ore di altro..

Però l'insieme lo curiamo sempre ad ogni sessione di studio, ma il particolare? Credo che sia proprio la cura dei particolari presi a parte che sveli eventuali falle del sistema intero.

(E poi l'argomento è chiaramente espandibile a tutti gli altri problemi, note lunghe, vibrato, armonici ecc..)