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Discussione: Suoni come parli?

  1. #1

    Suoni come parli?

    Sto ascoltando questo:
    http://youtu.be/OqQWVrfjatA

    Ascoltate Getz durante l'intervista: parla come suona. Forse nel percorso personale di ognuno, alla ricerca del proprio suono, un punto di partenza consapevole dovrebbe essere proprio questo: come parliamo? Probabilmente è lì il cuore del nostro suono, bello o brutto che sia, ed è lì che si dovrebbe - anche - lavorare se si vuole modificarlo. Insomma, un isterico non può neanche provarci a suonare come Getz...

  2. #2
    anche metaforicamente il suono rappresenta la voce del sassofonista.
    non sono per nulla d'accordo invece sulla seconda affermazione :(un isterico) fai riferimento infatti alla psiche e questo non ha nulla a che vedere con il suono del sax.
    cosa sappiamo noi della psiche dei musicisti che amiamo?
    poco o nulla .
    il linguaggio , il suono il fraseggio lo stile sono tutti elementi che si possono studiare .
    se hai grande "tecnica strumentale" sei in grado di avvicinarti molto al suono di un sassofonista.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #3
    E' un argomento interessante, io credo che in parte la psiche influenzi il modo di suonare come ogni altra azione. Penso che una persona di indole particolarmente aggressiva o comunque nervosa, possa più facilmente avere uno sfogo attraverso lo strumento che suona con uno stile più irruente, ma non può essere un dogma come non è detto che una persona estremamente pacata, non possa poi essere un ciclone di energia. Credo che una distinzione si possa fare tra suonare e interpretare.La psiche e la vita vissuta trasuda dallo strumento,Chet è un esempio per me emblematico, di quello che intendo, non sono del tutto d'accordo che con grande tecnica strumentale si possa essere vicini al suono di un sassofonista. La componente del "come" al di la del "cosa" dici fa una differenza enorme e credo (per fortuna) poco controllabile. Un attore che recita resterà sempre un attore rispetto a chi racconta del proprio. Penso che la magia del jazz sia questa
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
    Ten. Amati Toneking Silver '57 (Stencil Keilwerth Toneking)
    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
    V16 T7 hr, , STM 7* (by Simone Borgianni)
    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  4. #4
    Ma no, quella sull'isterico è una battuta.

    Questi primi tempi di pratica con il sax però mi stanno facendo riflettere molto più di quanto non facessi con la chitarra sugli aspetti fisici, metabolici e psicologici del suonare. Il rapporto con il nostro modo di essere è messo più facilmente a nudo con uno strumento che usa la respirazione. Non per niente la respirazione è uno degli strumenti chiave nello yoga.
    Una banalità: quanto influisce sul tuo suono il tuo stato d'animo, la stanchezza, la centratura? E per esteso, quanto del tuo suono è determinato da come sei tu, anche emotivamente?

    Sono un neofita del sax, anche se non della musica, e parlo più con l'esperienza del disegnatore ma penso che le due esperienze espressive siano sovrapponibili: c'è la tecnica e c'è la sensibilità individuale. La tecnica va affinata, posseduta, fai delle scelte di stile e di strumenti; con il tempo e la costanza puoi arrivare anche molto in alto. Puoi arrivare anche a "copiare" i maestri che ti piacciono o che per sensibilità senti più affini.

    Sono assolutamente d'accordo con te quando dici che puoi avvicinarti al suono (o al tratto, nel mio caso) di un maestro. Il punto è: sei tu? E' la tua voce?
    Accanto alla tecnica c'è la tua sensibilità, ci sono le tue emozioni e il desiderio di comunicarle. Uno strumento a fiato mi sembra quasi obblighi questo tipo di ricerca e ascoltando Getz parlare mi è venuto da pensare che potrebbe essere un esperimento interessante ascoltare la propria voce e cercare di capirla...un po' come facciamo quando suoniamo faccia al muro.

  5. #5
    Oiram condivido ciò che dici.
    avevo precisato perchè è successo che quello che hai scritto scherzosamente è stato oggetto di critiche feroci da parte di "critici "poco capaci.
    nello specifico mi riferisco alla musica di Coltrane di un certo periodo .
    c'è stato chi ha scritto che l'indole del musicista fosse "aggressiva" confondendo gli aspetti che hai riferito : musica - indole.
    salvo poi dover specificare a seguito di una intervista che il grande musicista era la persona più mite che avesse conosciuto.
    non si discute che lo strumento ti mette a nudo .
    per Bluesax : non ho modo nè la capacità di dimostrare quello che dico, posso solo portare l'esperienza di ascoltatore:
    una sola volta ho sentito un sassofonista che era in grado di avvicinarsi così tanto al suono ed al fraseggio di un grande da apparire alle mie orecchie indistinguibile.
    e non dimentico neppure Liebman che ci fece ascoltare una trascrizione di un giovane sassofonista forse suo allievo (si chiamava C Potter) ed il fraseggio e le note le beccava tutte per il suono ho qualche riserva (ma certamente posso dire che si avvicinava molto).

    anche per Chet vale lo stesso discorso recentemente ho ascoltato un trombettista che gli si avvicina molto sia per il suono che per lo stile.
    l'indole , la sensibilità. l'anima ecc certamente non può essere oggetto di studio
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #6
    si capisco fcoltrane, ma è l'esempio dell'attore o imitatore...rispetto all'originale,l'originale suona così per dei motivi anche interiori, l'imitatore...se va bene copia. Uscendo dal mondo musicale, pensa ai pittori. Poi tutto è relativo ;)
    Bluesax
    Ten. Selmer Super Action 80 serie I
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    STM NY 7*, Guardala MB II, Ottolink TE 8 (by Simone Borgianni)
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    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  7. #7
    Al di là della possibilità o meno comunque di "diventare qualcun'altro" quello che interessava me era l'idea della voce come elemento importante per un lavoro sul proprio suono, in ogni suo aspetto: di tono, inflessione e, certo, personalità espressa. E' vero per ogni strumento ma mi sembra che il legame tra saxofono e musicista si palesi in modo davvero evidente e vincolante molto più che in altri.

    Insomma, il sax mi piace assai. Ma questo probabilmente s'era capito :-)

  8. #8
    Bluesax : ritengo che proprio l'esempio che fai del pittore sia significativo.
    vuoi imparare qualcosa dai grandi , l'utilizzo del colore .....prova a fare lo stesso , poi magari dipingi (suoni) il tuo.
    Oiram : l'analogia voce suono del sax è intrigante ma se desideri studiare il suono studia quello.
    magari per analogia utilizzerai concetti comuni inflessione , intonazione , timbro , registro, ma non vi è alcuna identità tra suono strumentale e voce umana,
    Coltrane se lo senti parlare ha un timbro di voce del tutto diverso dal suono, per non parlare di Miles , e analogamente per inflessione utilizzo dello slang e fraseggio.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  9. #9
    si non credo si intenda come si parli letteralmente ma come si percepiscano determinate sensazioni che poi vengono trasmesse attraverso il sax. La storia di molti pittori è estremamente travagliata, se non traviata o deviata e questo è evidente dalle loro opere. Ripeto copiare è una cosa, l'originalità nel senso di chi fa perchè percepisce in quel modo la sensazione da trasmettere, è altra cosa.Vedere un Caravaggio senza capire o conoscere la sua vita difficilmente ti darà la piena visione di quei chiaro scuri.Quindi oltre all'analisi pura e fredda di un tema o un solo, ci sarebbe da capire perchè è stato fatto quel modo,cosa ci ha voluto raccontare. Quello aiuta a capire perchè il suono in quel momento è di un certo tipo. La musica oltre che eseguita va interpretata credo, altrimenti diventa un puro esercizio meccanico.
    Bluesax
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    Sopr. Werner Roth Silver '60 - Super Session J

  10. #10
    Getz e Baker a Stoccolma, 1983. Probabilmente lo conoscete tutti, per me è stata una scoperta.
    Già che ci sono: non vi sembra che Getz tenga l'imboccatura molto avanti? Voglio dire molto becco in bocca...come si dice? E leggevo: ance 5!? Oboy.

  11. #11
    nella pittura lo studio dei grandi è un passaggio obbligato.
    perchè per la musica jazz dovrebbe essere diverso.

    ti faccio due esempi di due fortissimi sassofonisti che per motivi diversi mi danno l'idea che Trane se lo sono studiato assai.
    poi ciascuno suona il suo ....guidato dal suo gusto dalla sensibilità dal suo vissuto ecc..

    https://www.youtube.com/watch?v=10XmjaWVuzc
    https://www.youtube.com/watch?v=b9p9iuwSORI


    sono convinto poi che lo studio del suono dello stile del fraseggio sia un aspetto importante e formativo per un musicista.
    per capire veramente cosa un musicista desidera comunicare basta ascoltare la musica senza per forza riferirsi ad argomenti estranei .

    recentemente parlando con un amico sassofonista mi raccontava del vissuto di Seamus Blake della sua difficoltà ad emergere (per un periodo imbiancava le pareti di musicisti per sbarcare il lunario) questo ed altri fatti di vita vissuta possono in qualche maniera farmi comprendere la sua musica?
    io non lo credo.
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  12. #12
    La battuta sull'isteria evidentemente mi ha allontanato da quello che volevo dire...
    Certo che posso godere della musica o di qualsiasi altro prodotto artistico senza sapere nulla dell'autore (finchè non abbandoniamo il figurativo, lì se qualcuno mi spiega che trip mentale c'è dietro, penso a Pollock per esempio, preferisco)!
    La mia riflessione riguardava il lavoro di autoconsapevolezza che il sax invita a fare. Invita me, ovvio. Ognuno ha il suo percorso.

    Lo studio dei grandi è parte importantissima dello studio, non potrei essere più d'accordo!

    Buona domenica!

  13. #13
    Grazie per il link. Bello questo concerto.

  14. #14
    "questo ed altri fatti di vita vissuta possono in qualche maniera farmi comprendere la sua musica?
    io non lo credo."
    @fcoltrane... se la musica per te non è solo matematica applicata ad uno strumento, direi che anche questo aspetto ha la sua rilevanza.
    Qui non si tratta di studiare o no i grandi, siamo partiti col quesito sull'importanza o meno della psiche (in senso ampio del termine) sul nostro modo di suonare, quindi l'aspetto emotivo derivato anche dalle esperienze di vita influiscono eccome. Di bravi in giro ce ne sono parecchi....ma personalità....poca e di quanti ci ricorderemo tra 50 anni, ancora meno.Copiare possiamo essere bravi, con lo studio e la tecnica. Il resto o è dentro di noi o ci possiamo solo illudere di essere dei grandi esecutori ma non dei grandi interpreti.
    Poi per fortuna ognuno è libero di interpretare,suonare ed essere soddisfatto delle proprie convinzioni ;)
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  15. #15
    che la psiche ,il vissuto, la sensibilità, l'ascolto influenzi il modo si suonare nessuno lo mette in dubbio.
    il punto è necessario conoscere la vita di un artista per apprezzarne la musica.
    per me no , e c'è chi ha teorizzato il passaggio successivo anche perchè è certamente pericoloso : vivere le stesse esperienze può aiutare .....
    La droga con Chet e Trane e Bird e Miles ecc.. , la violenza la prostituzione per la piccola B. Holiday : è necessario conoscere di questi fatti per apprezzarne la musica.
    non lo credo per nulla.
    credevo che il punto di partenza fosse diverso : "nel percorso personale di ciascuno alla ricerca del proprio suono" ...................
    per anni ho letto della vita dei jazzisti , mi è servito per la la ricerca del mio suono personale?......assolutamente no.
    le mie esperienze di vita tragiche e meravigliose sono servite?....assolutamente no.
    lo studio del suono è servito , le note lunghe sono servite, lo studio degli armonici ecc..

    se ho grande sensibilità ma sono una schiappa avrò davvero tanto da esprimere ma uno strumento tecnico nullo per farlo.
    (e lo dicco io che sono una schiappa )
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

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