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Discussione: Alternativa alle Vandoren Java verdi

  1. #31

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    Citazione Originariamente Scritto da HCE Visualizza Messaggio
    per curiosità, come sono a durezza? un 3 corrisponde a cosa?
    Secondo il mio parere, una 3,5 FL Excellence corrisponde a una Vandoren Java 3, forse appena un po' più resistente Nella tabella dal sito FL pubblicata da @Il_dario non concordo sul fatto che Java e V16 abbiano la stessa resistenza; ho sempre riscontrato una maggiore resistenza nelle V16
    Alto: Yas-62 Drake NY Jazz 7, Vandoren Jumbo Java A55
    Soprano: Yss-475 Bari 74
    Tenore: Yts-62 10mfan Robusto 8*, Vandoren Java T75
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  2. #32
    grazie anche a te. nella tabella mi sembra che riporti una corrispondenza fra FL excellence 3,5 e Vandoren classica 3 - proverò un 3,5. Così mi sembrerà pure di essere tornato giovane, quando usavo le 3,5 :)

  3. #33
    Non si trova mai una tabella fatta, non dico precisa, ma un po' veritiera :)

  4. #34
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    Questa tabella è pubblicata sul sito del costruttore , certo che le comparazioni secondo me, vengono fatte sentendo esperienze dei musicisti e/o comparando esemplari di cui si è venuto in possesso.
    Come dicevo in altro intervento, la variabilità produttiva incide anche sui confronti tra le varie durezze e marche di ance .

    Occorre sempre provare di persona


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  5. #35
    ... andrebbero indicate anche le modalità di uso e di preparazione delle ance.
    È vero che alcune ance sono più selezionate e stagionate.
    È altrettanto vero che TUTTE le ance "organiche" risentono di temperatura e umidità (...) e quindi con qualche precauzione e qualche piccola attenzione si riescono a "ripristinare".

    Perché tzadik dice questo?
    Perché spesso la spinta a cercare qualcosa di differente nelle ance non è dovuta a una precisa esigenza sonora... ma piuttosto alla necessità di avere un prodotto che - una volta umidificato e posizionato sull'imboccatura - suoni con consistenza... senza troppe "operazioni aggiuntive".
    Alcune "operazioni aggiuntive" sono talmente semplici e banali che andrebbero rinconsiderate al fine - almeno - di evitare dispendio di soldi.

  6. #36
    Sono d'accordo con te

  7. #37
    Sarebbero, queste operazioni aggiuntive?

  8. #38
    Comunque resto sempre sorpreso( venendo da uno strumento che non usa ance) come stessa marca e stessa durezza facciano cambiare il suono in modo così oggettivo.

  9. #39
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    @Luigi due considerazioni : stessa Marca OK ma stessa durezza intendi “nominale” , perché quella effettiva non puoi saperla .
    Se non ben selezionate , nella stessa scatola ci sono ance diverse , leggermente diverse.
    Poi, visto che vieni da uno strumento senza ancia e quindi entri in un mondo nuovo, prova a montare la stessa ancia leggermente (decimi di millimetro) più arretrata o più avanzata rispetto al ciglio e poi dimmi come cambia cambia il tuo confort e quindi il tuo suono


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  10. #40
    Si, nominale. Seguirò sicuramente il tuo consiglio.

  11. #41
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    @Luigi ti ho mandato un messaggio privato “esplicativo”


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  12. #42
    Comunque mi pare di capire che per non avere problemi di scarto bisogna pagare le ance almeno il doppio, se prendiamo come prezzo medio le vandoren, che sono le più gettonate o comunque le più comuni da trovare. Ho visto che in questa categoria rientrano le rigotti, le woodstone e le Francois Louis. Ma ho anche letto che sono tutte rigotti rimarchiate. quindi cosa cambierebbe a livello finale?

  13. #43
    come ha detto tzadik con un po' di banali accortezze si riesce a far suonare almeno tutte le ance nuove... non so lui cosa intendesse, ma per me si tratta di cosi semplici tipo:
    1) scegliere l'ancia del numero giusto e della marca giusta
    2) inumidire sempre l'ancia prima di suonare
    3) sciacquare ed asciugare l'ancia dopo aver suonato, e riporla nel modo giusto
    4) posizionare l'ancia sul bocchino nella maniera giusta, né troppo avanti, né indietro, né a destra, né a sinistra
    5) per i più bravi (non io) bastano due botte di lama per risistemare un'ancia stoppacciosa, faticosa o inerte
    In ogni caso ieri ho suonato per ben due ore di fila e con soddisfazione con un'ancia aperta un paio di giorni fa e di cui ho inavvertitamente rovinato la punta... anzi sembrava addirittura suonasse meglio!

  14. #44
    Sì, sono accorgimenti che uso anche io. Oltre a tenere le ance in un contenitore ermetico con una busta di boveda( lo uso per i sigari) per regolare l'umidità. Mi piacerebbe anche a me saperle regolare con la lametta. Anche io sto suonando con un ancia che mi piace moltissimo, ma purtroppo si è ''sbeccata'' sul lato sinistro. In bocca non mi fa male e non dico che che suoni meglio, ma suona bene lo stesso.

  15. #45
    Citazione Originariamente Scritto da marco_palomar Visualizza Messaggio
    come ha detto tzadik con un po' di banali accortezze si riesce a far suonare almeno tutte le ance nuove... non so lui cosa intendesse, ma per me si tratta di cosi semplici tipo:
    1) scegliere l'ancia del numero giusto e della marca giusta
    2) inumidire sempre l'ancia prima di suonare
    3) sciacquare ed asciugare l'ancia dopo aver suonato, e riporla nel modo giusto
    4) posizionare l'ancia sul bocchino nella maniera giusta, né troppo avanti, né indietro, né a destra, né a sinistra
    5) per i più bravi (non io) bastano due botte di lama per risistemare un'ancia stoppacciosa, faticosa o inerte
    In ogni caso ieri ho suonato per ben due ore di fila e con soddisfazione con un'ancia aperta un paio di giorni fa e di cui ho inavvertitamente rovinato la punta... anzi sembrava addirittura suonasse meglio!
    Questi sono già ottimi consigli per salvaguardare l'ancia durante la sua "vita utile" e hanno anche dei vantaggi dal punto di vista igienico (se si evita di inumidire troppo).


    Facevo riferimento a un fatto ancora più semplice e banale.
    L'unica zona di contatto tra ancia e imboccatura/sassofono è la tavola.
    E la tavola essendo la zona "lavorata" con maggiore superficie è purtroppo anche la più soggetta a deformazioni dovute a variazioni di temperatura e umidità.


    Quando, alla fine del processo di produzione (di un'ancia), si arriva al mitico comparatore che ci dirà che rigidità avrà l'ancia... la misura di resistenza a flessione ovviamente non tiene conto della perfetta planarità dell'ancia, parametro che ovviamente cambia con l'umidità e temperatura... anche quando l'ancia è già stata confenzionata e spedita.


    Come viene trattata la materia prima ha comunque un'influenza (positiva o negativa) sulla stabilità dimensionale dell'ancia (una volta prodotta) ma... anche ance "preziose" non sono esenti da quelle che è la natura del "legno"... pur essendo comunque "selezionate".


    È logico pensare che quando si inizia a utilizzare un'ancia (la si preleva dal pacchetto, la si controlla...), bisogna prestare un po' di attenzione in che condizioni è il "fondo".
    Se non è perfettamente piano (...), è opportuno lappare il fondo su un foglio di carta da stampante... con un po' di cura e pazienza, ma senza raggiungere la perfetta planarità, almeno all'inizio.
    Perché "senza raggiungere la perfetta planarità"?
    Perché usando l'ancia (suonando) la pressione che direttamente o indirettamente si ottiene dalla legatura (che ti tiene ferma l'ancia) contribuirà a deformare plasticamente (il fondo del)l'ancia, contribuendo quindi a migliorare il contatto tavola ancia/tavola imboccatura così migliorare la performance. Un'ancia nuova potrebbe non aver raggiunto un perfetto equilibrio perché magari eccessivamente asciutta (vedi Vandoren...) per cui "lucidando" troppo il fondo in una fase iniziale, in una fase successiva da una situazione con fondo dell'ancia (tavola) leggermente convesso (o leggermente concavo) si potrebbe ottenere (a maturazione avvenuta) la situazione duale... convesso ---> concavo (o concavo ---> convesso).

    Tutte queste cose succedono durante il breakin' in... e durante il breakin' in può succedere anche un tavola non perfetta, si deforma e diventa "sufficientemente" da portare un miglioramento evidente sulla performance dell'ancia stessa... in altre parole dopo 10 ore l'ancia suona meglio di quando era nuova... senza alcun intevento.
    Problema: se un'ancia dura 30 ore... 10 ore se ne vanno per "far suonare" un'ancia... quindi un terzo della sua vita utile... Ciaone!


    Moltissimi usano metodi più "estremi", sostituendo la carta da stampante con carta vetrata di varia grana... ma anche utilizzando carte da carrozziere "molto fini" (1500/2000) il rischio di rendere INUTILIZZABILE l'ancia è alto. Viceversa... lappando il fondo contro un semplice foglio A4 da stampante... il rischio di rovinare un'ancia nuova è praticamente nullo
    Il Reed Geek è un altro metodo ingenoso e veloce... ma da usare con ESTREMA cautela.


    Non sono mai stato favorevole a metodologie che prevedono una grande rimozione di materiale dalla parte superiore dell'ancia.
    Perché?
    Perché se andate a ritroso e andate a vedere quando sono stati elaborati questi metodi... viene fuori che parliamo di tecniche che si basavano sulla qualità costruttiva dell'ance che di trovavano all'epoca (anni '40, anni '50?).
    Ora, possiamo essere d'accordo sul fatto che l'effetto della rimozione di materiale dalla parte superiore corrisponde a una riduzione (complessiva) della rigidità dell'ancia... ma siamo tutti altrettando d'accordo sul fatto che le ance che troviamo adesso nei negozi sono costruite secondo standard qualitativi MOLTO più elevati... sia sul controllo del materiale sia sul controllo delle lavorazioni e "denominazione finale".

    Altro aspetto è proprio il grosso lavoro manuale da (ipoteticamente) fare su un'ancia, considerata alla stregua di un semilavorato: magari singolarmente si ottengono risultati ma sarà quasi impossibile ottenere consistenza. Esempio: posso anche partire da un'ancia N° 4 e lavorarla fino a ottenere qualcosa che assomiglia a un'ancia #2,5... ma come faccio a ottenere ance uguale dallo stesso processo, lavorando a mano, con lime/coltelli senza alcune strumento di misurazione dedicato?

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