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Discussione: Propedeutica classica per studio jazz

  1. #31
    ilchitarraiomatto
    Visitatore
    Credo di aver capito che il jazz è assolutamente quello su cui voglio concentrarmi, e che la classica sia un piacevole diletto ma non il centro dei miei studi. Questo non toglie che a inizio sessione di studio io faccia sempre dopo le note lunghe, il Klosè o il Giampieri, anzi a volte mi ci perdo per due ore perché non riesco a staccarmene, ma male non fa di certo. Ripeto, è uno svago mio personale e ci sono legato per motivi affettivi. Ma al di là della semplice esecuzione dei pezzi che mi diverte e mi scalda bene, non mi concentro su un impostazione classica. Al contrario, quando passo al Coker o all'Aebersold, cerco di essere più consapevole di un insieme di fattori diversi che mi portino a sviluppare un suono e un fraseggio rigorosamente jazzistico. Almeno ci provo.
    Al momento sono autodidatta per cui niente consigli di un maestro. Come dicevo altrove, probabilmente farò un ciclo di lezioni per rifinire alcuni aspetti prettamente sassofonistici per me che vengo dalla chitarra, ma non ho intenzione di frequentare regolarmente un maestro. Maestro che comunque ho già avuto in passato.
    Tutto ciò che ho detto sopra sarà chiaramente rivisto giorno dopo giorno attraverso la pratica. Se fra un anno mi stanco del jazz e decido di dedicarmi alla classica allora sarà un'altra storia.

  2. #32
    Il fatto che tu pratichi note lunghe od esercizi tecnici penso che vada benissimo, come vanno benissimo le "semplici" scale, alla fine è un riscaldamento che potremmo definire "comune" a entrambi i generi (o a tutti i generi).
    Ho letto che sei autodidatta e ti facevo l'esempio del maestro solo per farti capire che ogni insegnante ha una sua formazione come è giusto che sia, quindi se scegli di andare a lezione da qualcuno informati bene sul genere che pratica principalmente, altrimenti sarebbe inutile per quello che ti interessa. Se posso permettermi, ti consiglio per i primi tempi di frequentare un maestro con più assiduità, perchè è proprio ora che si forma la tua impostazione e il tuo modo di suonare, e l'essere autodidatta spesso porta a fare degli errori che poi vengono rimossi con difficoltà. Sei già un musicista e questo ti dà un grosso vantaggio, ma qui si parla di imparare a suonare uno strumento nuovo.
    "Non basta consacrare molte ore del giorno alla scale o agli esercizi di agilità; ciò che importa più di tutto è di studiare la sonorità in tutte le sue gradazioni e soprattutto l'arte di legare i suoni fra di loro."

  3. #33
    ilchitarraiomatto
    Visitatore
    Sì hai ragione, attendevo però l'acquisto del soprano (direi entro ottobre) e ne approfitto per riunire lezioni di sax in generale con particolare riguardo al soprano. Preciso solo che io nasco sassofonista e POI son diventato chitarrista. Ora dopo 15 anni torno al sax, ma i primi tempi (dai 12 ai 14 anni di età circa) io ho studiato sax, solfeggio, teoria con mio nonno che era diplomato al conservatorio di clarinetto ed era pluri saxofonista. Ho quindi avuto la fortuna di vivere il sax quotidianamente in casa. E non sono assolutamente partito da autodidatta, avevo il maestro in casa.
    Ho tantissimo da imparare comunque.
    Per tornare in topic, sto un attimo assestandomi come sassofonista "adulto" e non più ragazzino e con altre esperienze musicali alle spalle, per cui mi sto guardando intorno per capire COSA mi piace. Da qui la confusione fra jazz e classica. E la necessità del parere di altri.

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