Secondo me partiamo più o meno tutti nello stesso modo; bisogna inizialmente imparare la postura, la corretta impostazione, il modo di respirare e soffiare nello strumento, e le note (aggiungiamo la lettura del pentagramma per chi non ha mai fatto musica).
Credo che poi si arrivi ad un punto in cui l'allievo fa una scelta di base e si indirizza verso il genere che più lo appassiona e/o con cui vuole lavorare; può avvenire perchè prova vari generi e poi ne sceglie uno, o perchè già dall'inizio ha capito da che parte vuole indirizzarsi. Che si scelga uno o l'altro genere, sicuramente bisognerà lavorare molto e costruirsi un mondo tutto intorno alla propria scelta, in termini di suono, repertorio, studio individuale e scelta dei propri compagni di gioco. Per questo motivo ritengo che la musica classica non sia necessariamente propedeutica al jazz, ma sicuramente utile; voglio dire, se adesso decidi di affacciarti al mondo jazz non significa che non potrai ogni tanto rispolverarti un Klosé o le formule di studio di Londeix, in fin dei conti sempre musica è e sono esercizi sempre utili per la tecnica strumentale e la conoscenza del proprio strumento. Non farebbe male anche studiarsi un po' di repertorio, in fin dei conti c'è della bella gente che ha scritto per sassofono (classico) e tanti manco lo sanno.
Altra cosa importantissima: il maestro con cui studi. L'insegnante indirizzerà l'allievo verso il proprio genere di riferimento, ed anche in questo caso sta all'allievo la scelta di rimanere con lui o eventualmente cambiare. Io l'ho fatto in passato quando mi sono accorta che il mio insegnante non poteva approfondire più di tanto il genere che a me piaceva.
C'è anche da dire che tanti sassofonisti coltivano entrambi i generi, spesso per scopi lavorativi, quindi nulla ti impedisce di fare entrambe le cose (anche se non sarà facilissimo perchè appunto sono due approcci molto differenti).