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Discussione: Top Tones, Rascher: come studiarlo?

  1. #1

    Top Tones, Rascher: come studiarlo?

    salute!
    mentre che ero a tirar giù a orecchio un tema di Monk mi sò accorto che quel diavolo di Charlie Rouse faceva il sol di 3 ottava, allora mi son messo i testa di arrivarci anchio... mi documento è cado su Top Tones di Rashèr... inizio a leggerlo e capisco la particolarit* della tecnica dei sovracuti...

    il metodo mi sembra pesantemente palloloso l'inizio e allora mi chiedo se:

    oggi a 2 anni e quache mese di saCs sar* il caso di iniziare con questo metodo oppure è troppo presto?

    come consigliate di "innestarlo" nello studio quotidiano? possono bastare 15/20min al giorno fatti bene ?

    attualmente faccio gi* i long tones facendo gli armonici di 5ta e 8va (immaginado prima le note) senza usare porta voce, quindi + o - il meccanismo dovrebbe essere questo, allora domando: quanto si differenzia la tecnica per ottenere un G di 3° ottava?
    è vero che il G di 3° 8va è il sovracuto più difficile?

  2. #2

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    beh gli armonici devi farli senza portavoce...ti dico,con un po' di impegno non servono metodi per fare sovracuti,io arrivo tranquillamente al re 4 ottava (oltre non ci provo,non mi è utile) trovando le posizioni e usando l'accordatore...

    comunque il Sol uno dei sovracuti piu difficili da prendere...e a mio parere il la,il più semplice...ti dico,dopo due o tre la presi bene il sol esce tranquillo,poi riesco a fare la scala,e nei fraseggi non è che li uso cosi tanto,al massimo li tengo lunghi oppure saltello dal fa al la,oppure fa la do...
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  3. #3

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    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Il Rascher puoi buttarlo dalla finestra in due minuti o mantenerlo a portata di mano per tutta la vita. Sarebbe preferibile dedicarci qualcosa di più di 20 minuti. Cosa che ti consiglio...per ora fai finta che la pagina 19 non esista e studia con calma le 18 pagine precedenti...è l'unico modo per imparare davvero i sovracuti.

    ;)
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  4. #4

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    domanda da autoditatta, semplicione/segamentalista:
    siccome becco il G e il G# e il A di 3° ottava facedo l'armonico con portavoce, sar* "grave" se faccio così invece di usare le posizioni di sovracuti?

  5. #5

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    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Non è grave ma sarebbe un terno al lotto farle uscire sempre, perché molto difficilmente riuscirai a produrre in velocit* una nota del registro sovracuto senza utilizzare le posizioni dedicate.

    ;)
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  6. #6

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    grazie per la pazienza MBB! :half:
    altra domanduccia:
    ma quando faccio per esempio il G di 3° con portavoce con gli armonici il principio di funzionamento è lo stesso del tone immagination o no? :BHO:

  7. #7

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Citazione Originariamente Scritto da pumatheman
    salute!
    mentre che ero a tirar giù a orecchio un tema di Monk mi sò accorto che quel diavolo di Charlie Rouse faceva il sol di 3 ottava, allora mi son messo i testa di arrivarci anchio... mi documento è cado su Top Tones di Rashèr... inizio a leggerlo e capisco la particolarit* della tecnica dei sovracuti...

    il metodo mi sembra pesantemente palloloso l'inizio e allora mi chiedo se:

    oggi a 2 anni e quache mese di saCs sar* il caso di iniziare con questo metodo oppure è troppo presto?

    come consigliate di "innestarlo" nello studio quotidiano? possono bastare 15/20min al giorno fatti bene ?

    attualmente faccio gi* i long tones facendo gli armonici di 5ta e 8va (immaginado prima le note) senza usare porta voce, quindi + o - il meccanismo dovrebbe essere questo, allora domando: quanto si differenzia la tecnica per ottenere un G di 3° ottava?
    è vero che il G di 3° 8va è il sovracuto più difficile?
    Come affrontarlo?
    L'importante è fare gli esercizi in modo assai progressivo e soprattutto giornalmente (meglio pochi minuti tutti i giorni).
    Soprattutto non trascurare MAI gli esercizi preliminari soprattutto quelli relativi all'omogeneit* di suono come invece quasi tutti fanno. Se prima di eseguire gli esercizi sugli overtones avrai acquisito tutti gli scopi enunciati da Rascher negli esercizi precedenti faticherai meno e otterrai dei risultati nettamente superiori.
    Il rascher lo faccio studiare quasi da subito ai miei allievi: sviluppa l'orecchio e ti abitua ad avere un'attenzione speciale verso la qualit* timbrica. Ecco come gli dico di procedere:
    Prima fase:
    -5 min note lunghe pag. 6, sia attacco d'aria che attacco di lingua;
    -5 min dinamiche a terrazze, pag. 6;
    -10 min esercizio pag. 7 (Uniformity of Tone Character)
    una volta acquisita una buona omogeneit* di suono si passa alla seconda fase. normalmente ci vuole qualche mese di lavoro.

    Seconda fase:
    -5 min esercizio pag. 7 (Uniformity of Tone Character)
    -10 min. Fourths and fifths pag. 9
    -10 min. octaves, fourths and fifths (che è un maxi riepilogo dei precedenti esercizi).
    Se si vuole si può iniziare a lavorare sui primissimi armonici tentando di ottenerli secondo il metodo enunciato a pad. 12

    Terza fase:
    -5 min esercizio pag. 7 (Uniformity of Tone Character)
    -5 min octaves, fourths and fifths pag. 10
    -15 min overtones exercises. Come si studiano? Con molta calma cercando di ottenere un'intonazione perfetta. L'emissione deve essere anch'essa molto precisa. Cercare di eseguire tali esercizi suonando in modo molto rilassato. Non appena ci si accorge di essere troppo rigidi smettere immediatamente. La rigidit* muscolare la nemica degli overtones.

    Poi si passa all'applicazione della tecnica nella pratica.

    Il rascher è davvero utilissimo lo consiglio spesso ai miei allievi durante le masterclass che tengo.
    L'importante è farlo bene e con calma
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  8. #8
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    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    David! :bravo:


    :half: :half: :half:

    ;)
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    who's the talk of rhythm town,
    five guy's named Moe, that's us!


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  9. #9

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Scusa manca la quarta fase:

    -ricovero immediato per fratture multiple causate da parenti, amici e vicini di casa
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  10. #10

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Anch'io ho deciso di intraprendere il Rascher ed avere uno come David che ti aiuta.............GRASSSSSSSSIE :half: !!!!!!!!pero' è scritto in inglese..............e io di inglese non capisco (quasi) una mazza :cry: ........scusate l'OT ma essendo in formato pdf ho provato a copiare ed a usare il Google Translate ma non ci riesco :cry: ..........qualcuno ha un suggerimento per come fare o meglio ancora le traduzioni :ghigno: ?
    Tenore Yamaha YTS 62 - Drake Boney James 8* - Rico Plasticover 3 - Rovner Versa

    Sikania Live Band

  11. #11

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    eh...i traduttori fanno proprio pena,non ce' modo,l'unica e' sapere l'inglese o studiarlo in italiano...


    ma lo trovate cosi' necessario lo studio di questo metodo,in particolare per i sovracuti? ma e' pura teoria o ci sono molti esercizi?
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  12. #12

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Si i traduttori fanno proprio pena,al limite del comico ma tutto sommato riesci a capire qualcosa...........ma il mio problema è proprio che non riesco a copiare le frasi dal metodo in pdf!!!!!!!!!!!!!!

    Citazione Originariamente Scritto da Ctrl_alt_canc
    ma lo trovate così necessario lo studio di questo metodo,in particolare per i sovracuti? ma è pura teoria o ci sono molti esercizi?
    Beh,lo dicono in tanti inclusi maestri e professionisti di codesto forum..........qualke giorno fa ho provato a ''sbagliare coscentemente'',nel senso di provare a fare i sovracuti direttamente senza studiare.......di uscire escono,ma:
    1:non sempre,
    2.a volte puliti,a volte stonati,a volte completamente sbalestrati!
    3.esce una nota per un'altra........
    Il rascher da quel poco che ho capito insegna ad avere completamente in mano la situazione ''tonistica''..........IO CREDO PROPRIO (almeno per me) CHE SIA MOOOOOOLTO UTILE.................
    Tenore Yamaha YTS 62 - Drake Boney James 8* - Rico Plasticover 3 - Rovner Versa

    Sikania Live Band

  13. #13

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Citazione Originariamente Scritto da SalVac85
    Si i traduttori fanno proprio pena,al limite del comico ma tutto sommato riesci a capire qualcosa...........ma il mio problema è proprio che non riesco a copiare le frasi dal metodo in pdf!!!!!!!!!!!!!!

    Citazione Originariamente Scritto da Ctrl_alt_canc
    ma lo trovate così necessario lo studio di questo metodo,in particolare per i sovracuti? ma è pura teoria o ci sono molti esercizi?
    Beh,lo dicono in tanti inclusi maestri e professionisti di codesto forum..........qualke giorno fa ho provato a ''sbagliare coscentemente'',nel senso di provare a fare i sovracuti direttamente senza studiare.......di uscire escono,ma:
    1:non sempre,
    2.a volte puliti,a volte stonati,a volte completamente sbalestrati!
    3.esce una nota per un'altra........
    Il rascher da quel poco che ho capito insegna ad avere completamente in mano la situazione ''tonistica''..........IO CREDO PROPRIO (almeno per me) CHE SIA MOOOOOOLTO UTILE.................

    evidentemente non riesci a copiare perchè è una semplice immagine e non testo (anzi lo è sicuro,è la scansione del volume cartaceo)...cè poco da fare mi dispiace...

    i problemi da te elencati mi si presentavano all'inizio,ormai li ho rimossi...per quello chiedevo,piu che altro perchè viene spesso osannato e tanto mitizzato come metodo :zizizi))
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  14. #14

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    detto fra noi :lol: però mi piglia lo sconforto a usare i metodi, questo ancora di +... dev'essere d'un palloso da paura :lol: ...

  15. #15

    Re: Top Tones, Raschèr: come studiarlo?

    Citazione Originariamente Scritto da SalVac85
    Anch'io ho deciso di intraprendere il Rascher ed avere uno come David che ti aiuta.............GRASSSSSSSSIE :half: !!!!!!!!pero' è scritto in inglese..............e io di inglese non capisco (quasi) una mazza :cry: ........scusate l'OT ma essendo in formato pdf ho provato a copiare ed a usare il Google Translate ma non ci riesco :cry: ..........qualcuno ha un suggerimento per come fare o meglio ancora le traduzioni :ghigno: ?
    Scusate il post lunghissimo ma in questo modo ce l'hanno tutti.

    E adesso al lavoro!
    Ps.: proprio oggi mi hanno contattato da Como per tenere una masterclass di sax dal 15 al 19 settembre. Nella masterclass ovviamente tratterò la nota dolente dei sovracuti e del lavoro sul rascher. Chi è interessato mi contatti.

    Bau!

    TOP TONES FOR SAXOPHONE

    NOTE LUNGHE ( pag. 6 del testo inglese)
    Sostenere le seguenti note senza vibrato. Il suono deve essere assolutamente fermo, senza alcun
    crescendo o decrescendo all’ inizio o alla fine.
    Suona tutte le note con la stessa forza. Tutte le dinamiche, dai ppp ai fff devono essere praticate su
    tutta l’estensione, dal Si b basso al Fa acuto, (questo è naturalmente relativo, perchè il Si b basso
    non potr* mai essere suonato piano come per esempio il Fa centrale).
    DINAMICHE A “TERRAZZA” ( pag. 6 )
    In questo esercizio non ci deve essere connessione di crescendo o decrescendo Ira i suoni. Ogni
    nota si deve cominciare seconde i segni di dinamica, mantenere a quel livello, e troncare
    nettamente alla fine. Tuttavia un attacco sul fortissimo non deve sembrare una esplosione. E’
    importante suonare le note su tutti i gradi dinamici, da ppp a fff.
    Va sottolineata una chiara distinzione tra attacco “di lingua” e attacco “di colonnia d’aria”.
    Entrambi devono essere esattamente a tempo. In pratica la lingua fa scattare l’ancia per produrre un
    suono nel ff, laddove si può usare solo la colonna d’aria per mettere in moto l’ancia nel pp. Lo
    studente deve provare a combinare entrambi i metodi per il mf. E’ essenziale un severo controllo
    sulla forza reale di ogni suono per evitare qualsiasi crescendo o decrescendo all’inizio o alla fine di
    esso. Far mancare questo controllo distorcerebbe le proporzioni dinamiche del suono successive.
    Graficamente così: (segue esempio) Nota qui le differenze reali e apparenti quando si conclude
    una nota con un crescendo o un decrescendo. Questo non interferisce con il normale studio delle
    note lunghe con crescendo e decrescendo. Praticare queste dinamiche come segue:
    UNIFORMITA’ DI CARATTERE E DI SUONO ( pag. 7 )
    L’intento di questo esercizio quelle di raggiungere uniformit* di carattere e di sonorit* su ogni
    nota. Le note vicine possono essere quasi identiche da questo punto di vista, ma anche chiaro che
    una nota al di sopra del Do acuto non suoner* mai come una nota del registro basso. La prima avr*
    sempre più brillantezza e meno volume della seconda. Ma se lo studente è consapevole di questo
    fatto potr* trarne vantaggio, dovr* cercare di aggiungere volume alle note superiori e brillantezza
    alle inferiori. Suonate la stessa nota prima con maggiore poi con minor pressione dei muscoli
    labiali sul bocchino. La quantit* di aria deve essere dosata per bilanciare le variazioni pur minime
    della pressione dell’imboccatura. Il volume non deve variare, cambia solo il colore. Applicare lo
    stesso esperimento sia al registro grave che a quello acuto. Procedere con gli esercizi segnati
    dopo aver raggiunto i risultati desiderati.
    * Assicurati di raggiungere uniformit* di colore e di volume fra queste due note. La
    particolare difficolt* e’ dovuta al fatto che il Sol # suona con il portavoce inferiore, mentre il La
    con il superiore.
    ** 5 Indica il Re b chiuso 0 Indica il Re b aperto
    IMMAGINAZIONE DEL SUONO ( pag. 8 )
    Tutta l’attivit* musicale proviene dall’equilibrio tra una vivida, colorata e precisa immaginazione
    del suono ed un’abile produzione dello stesso. Senza un concetto preciso della musica da
    riprodurre, non siamo capaci di renderla in maniera convincente. La padronanza incompleta della
    produzione e del controllo del suono rende impossibile proiettare pienamente l’esperienza del
    nostro orecchio interno. Perciò lo studente deve esercitare il proprio orecchio interno nello stesso
    modo in cui si esercita con lo strumento. L’immaginazione di un suono è un’attivit* della mente
    allo stesso modo dell’immaginazione di un triangolo con propriet* chiaramente definite, come
    grandezza, forma, colore, ‘ecc,.Nel caso di un suono queste propriet* saranno l’altezza, la sonorit*,
    la qualit*, il timbro, la stabilit*, la durata, ecc. Attivare la mente al punto di “immaginare” un
    suono se siamo circondati dal silenzio relativamente facile. Se si ascolta un altro suono nello
    stesso tempo, la cosa diventa più complessa. La difficolt* diventa ancor più grande quando sono io
    che produco questo suono, non solo perchè sono direttamente impegnato nella sua produzione, ma
    soprattutto perchè, per poterlo produrre con lo strumento devo prima avere un concetto di esso ben
    chiaro nella mente. Ora deve cominciare una nuova attivit* mentale: l’immaginazione di un altro
    suono. La cosa pi facile sar* cominciare con un suono di altezza identica a quelle che sto suonando.
    E ora, passo passo - mentre ancora suono la nota originale con lo strumento - salgo dall’ unisono,
    in linea di massima seconde una scala, alla nota che voglio raggiungere. Nel caso del nostro
    esercizio, questo significa che io suono Re sul saxofono e, dopo aver identificato la nota
    “immaginata” con questa altezza, gradualmente (pensando, attenzione!) salgo al La. Potr*
    non essere facile e potranno volerci diversi tentativi per riuscire. E poichè soltanto io so cosa
    penso, solo io posso sapere se ci sono riuscito. Nessun insegnante può controllare quello che
    faccio dentro, ma la forza dell’ “immaginazione” del suono ottenuta in questo esercizio
    determiner* largamente la riuscita degli esercizi da pag. 12 in poi. C’e’ anche un altro aspetto di
    questo esercizio : immaginare un suono contenuto nella normale estensione della mia voce è
    piuttosto facile. C’e’ bisogno di maggior concentrazione per formare il concetto di un suono
    contenuto nell’ estensione del mio strumento, ma al di fuori dell’ estensione della mia voce. E
    la formazione di un suono al di fuori di entrambe le estensioni richiede uno sforzo ancora più
    grande. Nella successione degli armonici naturali l’ottava, la quinta e la quarta sono i primi tre
    intervalli, con le rispettive proporzioni di 1:2, 2:3, 3:4. Sono perciò adatti in modo particolare agli
    esercizi di ascolto. Nello studio seguente lo studente deve considerare le quinte e le quarte come se
    fossero scritte separatamente.
    All’ inizio pensiamo e suoniamo Re . Poi , mentre ancora suoniamo Re , pensiamo in anticipo il La .
    Dobbiamo pensare questo La cosi vividamente da avere l’esperienza realistica di sentire una quinta.
    Realizzato ciò - e non prima - cambiamo la nostra diteggiatura per suonare il La . Ora
    l’immaginazione della nota ed il suono acustico devono corrispondere . Siamo pronti per il passo
    successivo: pensare Mi mentre continuiamo a suonare La. Per completare questo ciclo possono
    volerci alcuni minuti. E poichè la nostra capacit* di concentrazione non sempre è molto allenata,
    potrebbe occorrere parecchio tempo per eseguire con padronanza questo esercizio apparentemente
    semplice. Dato che la crescita della forza mentale è un processo organico, non c’ bisogno di dire
    che necessita di applicazione quotidiana; bastano cinque o dieci minuti al giorno per gli esercizi a
    pag. 9° 10, per esempio un rigo al giorno, o anche mezzo rigo!
    QUARTE E QUINTE ( pag. 9 )
    • Re e La formano la prima quinta. Nello stesso tempo. La non è solo la nota finale di questa
    quinta, ma anche la nota iniziale della quarta La - Mi. Quindi, suonando il La, lo studente deve
    sentirlo prima in connessione con il precedente Re, poi in connessione con il successivo Mi.
    Procedendo da quest’ultimo, la quarta La-Mi è completata e Mi diventa il punto di partenza
    della successiva quinta Mi - Si.
    ** Qui la metamorfosi del concetto che lo studente ha di nota tenuta diventa, oltretutto, una
    necessit* teorica. Il cambio enarmonico da Re # a Mi b necessario per ottenere la quarta Mi b-Si b.
    Altrimenti risulterebbe una terza aumentata Re #-Si b. D’altro canto, procedendo da Sol # a Mi b si
    creerebbe una sesta diminuita. Tutti i cambi enarmonici in questo studio sono presenti per questa
    ragione.
    OTTAVE, QUARTE E QUINTE ( pag. 10 )
    In ogni battuta di questa pagina noi leggiamo un’ottava, una quarta e di nuovo un’ottava. Ma in
    ogni battuta c’è anche una quinta “nascosta”. Nella prima battuta fra la prima e la terza nota,
    mentre nella seconda battuta fra la seconda la quarta nota. Poichè non formata da note successive,
    la quinta è più difficile da udire, e perciò necessita di un maggiore sforzo mentale. Questo è,
    precisamente, il nostro scopo.
    All’inizio è troppo difficile pensare a tutti questi obiettivi contemporaneamente. Perciò concentrati
    su uno alla volta per alcuni mesi.
    Cerca di ottenere:
    perfetta intonazione
    dinamica equilibrata
    legato uniforme
    uniforme qualit* di suono
    vibrato continuo
    GLI ARMONICI NATURALI* ( pag. 11 )
    Suonare gli armonici naturali sul sassofono è una parte del necessario allenamento dell’orecchio e
    dell’imboccatura. Corrisponde allo sviluppo della “flessibilit*” su un ottone. Le diteggiature usate
    per le note acute in concerto sono diverse da quelle dei seguenti esercizi. Ma lo studente trover*
    difficilissimo produrre qualsiasi suono sopra il Fa acuto con le diteggiature a pag. 19, se non avr*
    studiato gli armonici naturali.
    L’importanza di una mente attiva è stata sottolineata nelle pagine precedenti. Perciò, questi esercizi
    non sono progettati solo per lo sviluppo della qualit* del suono, ecc., ma anche per quelle dell’
    “orecchio della mente”.
    Procediamo ora verso quella parte dello studio in cui il lavoro fatto su questi esercizi porter* i suoi
    frutti. La produzione di un armonico è il risultato
    di un’imboccatura regolata delicatamente accoppiata ad un flusso d’aria completamente controllato.
    Le variazioni di questi due fattori sono cosi imponderabili che l’Autore esita a definirle. Il tentativo
    di farlo sarebbe paragonabile ad un simile discorso da parte di un insegnante di canto: “Dai una
    tensione di 4 once e 1/16 alle corde vocali, produci un’emissione di flusso d’aria di 3278 cc. al
    minuto e controlla con l’orecchio che il numero di vibrazioni delle corde vocali e quindi della nota
    sia 660 al seconde - questo è Mi”. Invece, egli cerca di dare allo studente un accurato concetto della
    nota desiderata (dell’altezza come delle altre propriet*) che, a sua volta, influenza (al di sotto del
    livello di coscienza) l’azione dei polmoni, delle corde vocali, ecc., da cui risulta alla fine la
    produzione della nota. Ora, se noi sostituiamo “imboccatura” a
    “corde vocali” abbiamo descritto esattamente la produzione di un armonico. Presupponiamo
    naturalmente che i due elementi principali del lavoro, vale a dire il concetto accurato del suono ed
    un’imboccatura controllata, siano ben sviluppati; altrimenti il risultato finale, la nota, sar* fuori
    altezza e/o di scarsa qualit*. Poichè gli armonici naturali si trovano ad altezze naturali, non tutti si
    adattano alla nostra scala temperata. Perciò gli armonici 7, 11, 13 e 14 saranno sensibilmente
    “stonati” **. Sul saxofono, gli armonici della serie costruita sul Si b basso sono piuttosto intonati
    (eccetto il 7, 11, 13 e 14) perchè le proporzioni dello strumento sono riferite principalmente a questa
    nota di base. Le altre serie di armonici sono intonati solo per alcuni gradi al di sopra della
    fondamentale.
    Le seguenti serie di armonici non sono date come esercizio, ma intendono servire solo da
    riferimento.
    * Questi paragrafi non vogliono costituire una discussione scientifica sugli armonici.
    ** L’undicesimo armonico, per esempio, è circa un quarto di tono più su della quarta nella scala
    temperata. A meno che non si usino segni speciali, ciò non può essere indicato con gli accidenti
    tradizionali.
    ESERCIZI SUGLI ARMONICI ( pag. 12 )
    Prima che lo studente inizi a studiare gli esercizi da pag. 12 a pag. 18, si raccomanda di provare il
    seguente:
    Suona lentamente una scala di Do dal Do centrale a quelle acuto, su e giù. Ora canta (NON
    SUONARE!) la quarta nota di questa scala. Se necessario, comincia a cantare Do e sali per gradi
    fino alla quarta nota della scala. Assicurati di aver cantato esattamente la quarta nota in
    QUELL’ottava (non si trova nella normale estensione degli uomini, ma è piuttosto facile produrre
    questa nota in falsetto). Dopo aver cantato questa quarta nota della scala di Do, diteggia (di nuovo,
    NON SUONARE!) il Si b basso. Ora, senza cambiare la posizione delle dita (niente portavoce, per
    favore!) suona con il saxofono la nota che hai appena cantato. Per un risultato migliore non forzare:
    la nota verr* piuttosto facilmente. Potrebbe essere necessario selezionare la nota desiderata fra altre
    che vengono fuori da sole; ma tale selezione non sar* difficile se il nostro obiettivo, cioè la nota che
    abbiamo cantato, rimane chiara nella nostra mente. Ricorda: è la mente che da l’ordine; il
    diaframma, l’imboccatura, ecc., lo eseguiranno solo se e quando sar* dato chiaramente. L’attivit*
    della mente deve precedere quella degli organi del nostro corpo.
    Abbiamo appena prodotto il terzo parziale (la quarta nota della scala di Do, cioè Fa centrale) della
    fondamentale (posizione delle dita) Si b basso. l seguenti esercizi serviranno a sviluppare una gran
    facilita in questo lavoro. Le note intere indicano le note che devono essere prodotte. Quando
    appaiono al di sopra di una nota nera o di una linea orizzontale (sotto al rigo), sono suonate come
    armonici. Le note nere indicano solo la posizione delle dita, non l’altezza del suono. Rappresentano
    le fondamentali su cui sono costruiti gli armonici.
    Un’accurata intonazione è di estrema importanza. Confronta sempre un armonico nell’estensione
    normale con la stessa nota prodotta con la diteggiatura usuale, e controlla con le ottave e con le
    quinte. L’intonazione degli armonici al di sopra dell’estensione normale deve essere confrontata
    con l’ottava e la quinta sotto la nota desiderata. Attacca ogni nota dolcemente; devi esercitare sia la
    scioltezza della lingua che la flessibilit* del flusso d’aria.
    Ora sento qualcuno chiedere: “si davvero possono suonare questi due esercizi? Sono possibili?
    Perchè devo perdere tempo con queste stupidaggini infantili?” Sono i famosi attacchi di angoscia.
    Ma anche per lo studente che non ha intenzione di suonare per tutta la sua vita una sola nota sopra il
    Fa acuto non c’è miglior esercizio per sviluppare la produzione e l’intonazione del suono che
    eseguire una quantit* di armonici ogni giorno. Come ho detto prima, ciò corrisponde allo studio
    della “flessibilit*” per un ottone.
    * La linea orizzontale indica la posizione inalterata delle dita ** Ogni segno di bemolle, diesis
    o bequadro è valido per la nota a cui si riferisce per il resto dell’esercizio, se non viene cambiato. La
    doppia barretta indica la fine dell’esercizio.
    ** Questa ed altre note non vengono date intenzionalmente come Si naturale; il loro significato
    melodico le rende Do bemolle.
    DITEGGIATURE SOPRA IL FA ACUTO ( pag. 19 )
    Qui sotto ci sono le diteggiature per le note acute da usare in concerto. Ho gi* spiegato
    perchè non siano pubblicate all’inizio di questo volume. Non pretendo che queste siano le uniche
    possibili per le note sopra il Fa acuto. Sono quelle date nella prima edizione di questo metodo nel
    1941, che costituisce la prima pubblicazione su questo argomento; queste diteggiature sono state
    quindi provate ed usate per più di un quarto di secolo.
    Un esempio sar* sufficiente: probabilmente il più famoso lavoro per saxofono, il Concertino da
    Camera di Jacques Ibert, composto per me e dedicatomi nel 1935. Fu solo a causa della nostra
    amicizia e della conseguente speciale conoscenza che il compositore aveva del saxofono che egli
    potè richiedere un’estensione di quasi quattro ottave. lo ho usato le diteggiature indicate qui sotto
    ogni volta che ho eseguito questa composizione. Per ciò che riguarda gli altri lavori a me dedicati
    fin dal 1931, stessa situazione: il compositore udiva più di due ottave e mezza dal mio saxofono, e
    quindi scriveva con un’estensione di più di due ottave e mezza!
    Queste diteggiature sono utilizzabili su ogni tipo e marca di saxofono; ho cercato di trovare
    diteggiature che non fossero troppo complicate, che si accostassero una all’altra in modo
    ragionevole e che producessero un’intonazione perfetta. Mi viene in mente una lamentela
    frequente: “Ho seguito queste diteggiature e i risultati sono stati più o meno degli squittii, ma non
    certo note attendibili!”. Più di un esecutore si è condannato al fallimento per aver trascurato gli
    esercizi delle pagine precedenti, credendo di non aver bisogno di tale preparazione.
    indica il polpastrello alzato
    indica il polpastrello abbassato
    * OK portavoce completamente abbassato
    ** Eb chiave del Mi b (mignolo, mano destra) completamente abbassata.
    ESERCIZI SPECIALI ( pag. 20 )
    I seguenti esercizi vanno eseguiti lentamente; Sono scritti in ottavi unicamente per un’impressione
    visiva più compatta, L’accuratezza dell’intonazione e l’uniformit* della qualit* del suono sono gli
    obiettivi principali di questi studi. La velocit* non è importante. Inizia ogni nota distintamente - o
    con la lingua o con il flusso d’aria. Dovrebbero essere praticati entrambi i metodi. Cerca di eseguire
    questi esercizi più dolcemente e legato possibile.
    * Ogni segno di bemolle, diesis o bequadro valido per la nota a cui riferito per il
    resto dell’esercizio, se non viene cambiato.
    SCALE CON GLI ARMONICI NATURALI ( pag. 22 )
    Le venti scale seguenti vanno suonate come armonici dal 4° al 12° delle cinque note più basse dello
    strumento. Non intendono sostituire le scale convenzionali. ma sono date come studio ulteriore per
    l’estensione allargata. Le note superiori (scritte come note intere) indicano l’altezza del suono da
    produrre, mentre le note inferiori (scritte come note nere) indicano la posizione delle dita. l numeri
    sotto le note nere si riferiscono all’armonico desiderato.
    Quindi ( vedi es. sul libro ) indica : diteggiare il Si b basso e suonare il suo 4 armonico che Si b due
    ottave sopra.
    II segno ottava applicato solo alle note intere indica l’altezza reale dei suoni .
    * Le note tra parentesi sono per la scala minore armonica. indica: diteggiare il Si b
    basso e suonare il suo 4 armonico che Si b due ottave sopra.
    ** Il segno 8va applicato solo alle note intere indica l’altezza reale dei suoni.
    *** Le note fra parentesi sono per la scala minore armonica.
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

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