.
ho un cassetto pieno di bocchini e se riuscissi mi piacerebbe suonarli tutti (ma non ci riesco) e ho anche due tenori che sono diversi tra loro e che spero di tenere per sempre.
alcuni sassofonisti hanno una tale flessibilità che riescono a cambiare bocchino con nessuno sforzo e decidono anche in una certa misura se mantenere il proprio suono.
il discorso è complesso .
per me lo studio del suono ha un costo che è rappresentato dalla flessibilità.
più conosci il tuo setup meglio puoi apprezzarne le caratteristiche (la mia è una voce fuori dal coro.)
molti sassofonisti sono pronti a giurare che amano diversi suoni per caratteristiche diverse.
e quindi di conseguenza diversi bocchini .
e che ci sia il suono per il liscio, il suono classico , jazz . eccc.

per me il suono è la voce : meno è artefatta meno è filtrata meglio è.

Sib& Mib si appresta ad un percorso di studio, ha un buon insegnante che gli sta dando alcune utili indicazioni, dal canto mio provo a proporre altre esperienze e a indicare alcuni spunti problematici.
faccio un esempio concreto.
alcuni sassofonisti considerano poco corpo del suono ed il volume e l'omogeneità del timbro attribuendo enorme importanza ad altri aspetti primo tra tutti l' intonazione , anzi ritengono improponibile che determinati suoni (con grande corpo ) possano amalgamarsi con altri suoni di strumenti che suonano musica classica.
questo per me è inaccettabile.