Ciao Nous,
capisco perfettamente il tuo pensiero, ma permettimi di esprimere queste mie sensazioni...
Io da novembre scorso frequento il conservatorio di Bologna. Sono iscritto al 1° anno del corso di laurea in musica jazz.
Bene devo dire che ho avuto modo di guardare un pò più da vicino l'ambiente classico e ho capito perchè nei corsi classici hanno una tecnica impeccabile...
1) iniziano da bambini (quasi sempre)
2) suonano una scala maggiore circa un centinaio di volte al giorno
3) hanno un metodo stratificato e consolidato in lustri di insegnamento
Ora perchè sovente quando si ascolta qualcuno che "dice" di fare jazz fa tutti gli errori di cui tu parli? (non sa leggere la musica, non conosce bene l'armonia, ecc.)
Perchè il 90% delle persone che si approcciano al jazz lo fanno con insegnanti non preparati a sufficienza. Inoltre le lezioni private a volte mancano di spinta emotiva, non incitano l'allievo/a a farsi il MAZZO!! Non sai quante volte ho insegnato in circoli privati e gli allievi venivano impreparati, sempre ancorati allo stesso punto di partenza, facendo in un anno il lavoro che si potrebbe fare un due mesi di applicazione, e parlo di un'ora al giorno o poco più. Dico questo perchè in passato è successo anche a me!
Ora che sono al conservatorio gli insegnanti (diversi dai corsi classici) pretendono la perfezione nelle scale, arpeggi, scale bebop, passaggi vari, ecc ecc. E io li capisco benissimo, e dato che faccio parte della categoria di sfigati che se non suona per un giorno trona indietro di un mese sullo strumento, allora mi devo fare il C...o, ma davvero. Faccio fatica, tantissima fatica, ma alla fine è qualcosa che mi serve per poter suonare bene in futuro. Ho 33 anni e credimi, è molto più dura di quanto lo sarebbe stato se avessi iniziato a 18 anni...lo avverto sulla mia pelle. Ora capisco cosa vuol dire sputare sangue, sudore, fatica per la musica. E sono solo all'inizio...
Penso che il jazz nel nostro paese NON sia nè apprezzato a sufficienza, nè riconosciuto! come musica insegnabile. In america esistono college (privati e pubblici) dai quali esci mostruosamente bravo, semmai sono tutti uguali, sta poi ad ognuno crearsi la propria voce, il proprio stile, il cercare, come dici tu di trasmettere qualcosa.
Allora cosa succede? il segreto (di pulcinella) sta nel metodo collaudatissimo del sistema formativo statunitense.
A loro non importa cosa tu voglia suonare...classica, jazz, folk, country, world music, alla Berklee (Boston) ci sono perfino corsi di percussioni africane legate a specifiche regioni, Zambia, Namibia, Nigeria, ecc. Ci sono corsi QUADRIENNALI di tarantelle, pizziche! Roba da ufo!
In sostanza loro ti mettono in condizione di fare quello che TU studente vuoi, ma al top dei top!
La stessa identica cosa succede nel nord europa, nei conservatori Olandesi, Danesi, Inglesi, ecc. ecc.
In Italia invece è tutto un intrallazzo, un inciucio continuo, una lista precaria infinita, il paese dei Baroni 70enni che spadroneggiano e che in ambito musicale spesso ne sanno meno di alcuni allievi...l'ho detta. :fischio:
Ricapitolando.....la tecnica credo serva a tutti, classica, jazz, liscio, tutti! E' un falso mito quello dei jazzisti ignoranti e istintivi. Qualche "ignorante" c'è stato in passato:Bix (tromba), Errol Garner (piano), Charlie Christian (chitarra) e poco altro, tutti gli altri hanno studiato tanto!!
Il mio consiglio al di lÃ* dei generi musicali che possono piacere o non piacere è di amare la musica, di sentirla tua. Ti deve proprio piacere dentro, come una donna (forse per questo sarò impopolare ma è quello che penso), ti deve prendere e farti venire i brividi, qualsiasi essa sia, non importa.
Tutto il resto....è noiaaaaaaaaaaaa.......
Scusate per il post lunghissimo...
Frank.